Colonia – Resident Evil è un brand che appare sui nostri schermi da moltissimi anni, alcune incarnazioni per un motivo o per un altro non hanno ricevuto però l’attenzione che meritavano perché figli di un processo travagliato o di una piattaforma non proprio di successo. Questo è senz’altro il caso di Resident Evil Zero, probabilmente uno dei capitoli meno giocati e blasonati dell’intera serie, pur avendo dalla sua delle cartucce niente male.
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Il titolo nasce infatti come prequel, uscito a suo tempo su Gamecube e poi su Wii, e racconta gli eventi che portano al primo indimenticabile capitolo, con Rebecca Chambers impegnata ad investigare delle morti misteriose sui monti Arklay. Capcom ha recentemente annunciato l’arrivo di un’edizione rimasterizzata per le console odierne, dove gli appassionati potranno giocare il titolo a 1080p e, sull’ultima generazione di console, a 60 fps. Abbiamo avuto modo di provarlo in quel di Colonia durante la GamesCom 2015: queste sono le nostre sensazioni.
Quella delle rimasterizzazioni è una pratica che è entrata a far parte della normalità per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, un po’ come i reboot nel mondo del cinema. Quando si vanno a rimasterizzare vecchie glorie però, il rischio di peggiorare le cose o di non effettuare un lavoro all’altezza è sempre dietro l’angolo: Capcom ha dimostrato un certo interesse, visto il successo della remaster del primo indimenticabile, di percorrere questa strada per offrire sia ai nostalgici sia ai nuovi giocatori la possibilità di scoprire capolavori del passato in un modo tutto nuovo. La demo, provata a porte chiuse, permetteva di giocare i primissimi momenti della terribile avventura di Rebecca Chambers e Billy Coen, impegnati a sopravvivere a creature dal discutibile senso dell’appetito che infestano il treno che passa per le Arklay Mountains e arriva fino a Raccoon City, la famosa città dove hanno luogo gli eventi dei primi tre capitoli. Il titolo si pone infatti come prequel dell’intera saga: pad alla mano, Resident Evil 0 segue pedissequamente il gameplay e l’essenza dei primi capitoli, basandosi su schermate fisse e su un sistema di controllo “tank” vecchia scuola. In questo senso il remastered seguirà la strada di Resident Evil HD, offrendo nuovi controlli per chi cerca un’esperienza moderna, come testimonia l’adattamento grafico, che si pone come la principale novità di tutta l’esperienza. Fermo restando che il capitolo zero resta uno dei più interessanti, perché permette di controllare due personaggi contemporaneamente, ognuno dei quali influenza il “percorso” dell’altro, costringendo il giocatore ad approcciarsi ai classici enigmi della serie in modo diverso.
Nonostante il prototipo fosse stato annunciato su Nintendo 64, il titolo arrivò su GameCube sfruttando lo stesso engine del remake del primo Resident Evil: non sarà un problema quindi per Capcom offrire un lavoro all’altezza del precedente, offrendo ai giocatori una risoluzione di 1080p e 60 frame per secondo. Eppure proprio sotto questo aspetto la remastered non ci ha convinto. Al di là dell’ottima qualità raggiunta dagli elementi dello scenario, la modellazione poligonale non è delle migliori e soprattutto i nostri protagonisti soffrono di una sorta di “sindrome del pupazzetto” con volti un po’ grezzi e poco rifiniti. Tralasciando il comparto audio, che a causa del volume basso non è stato possibile ascoltare e giudicare, i problemi più grandi sono legati alle sequenze di intermezzo fatte in FMV. Non utilizzando il motore di gioco, le cutscene andrebbero rifatte completamente, o almeno restaurate, ma tutto ciò non sembra pervenuto nel lavoro di Capcom, che si presenta sporco, grezzo e poco ottimizzato per le televisioni odierne. Le cutscene non sono un elemento cruciale in un gioco del genere, ma è una mancanza gravissima da parte di una compagnia che vuole trarre profitto da un titolo vecchio seguendo l’onda delle rimasterizzazioni.
La nostra prova con Resident Evil Zero non è andata come avevamo previsto, poiché pur riuscendo a ridare vita con qualche miglioramento al capitolo originale, non è ancora un lavoro convincente in quanto remastered. Le cutscene hanno troppi problemi, e i modelli dei personaggi appaiono leggermente sottotono rispetto al resto. Resta comunque un grandissimo gioco, passato ingiustamente in sordina a causa dell’uscita su due console un po’ strane per quanto riguarda la fanbase. L’occasione giusta per recuperare è senz’altro questa, ma ci auguriamo che nei prossimi mesi Capcom riesca a sistemare queste problematiche per offrire un lavoro all’altezza del nome che porta. Il 2016 è ancora lontano dopotutto.
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