News 10 Ago 2015

Gigantic – Anteprima gamescom 2015

Colonia – Lo devo ammettere, avvicinandomi al booth di Gigantic non avevo proprio le idee chiarissime su cosa avrei visto da lì a pochi minuti. Dopo il primo incontro durante lo scorso E3, l’idea più diffusa sul nuovo titolo dei ragazzi di Motiga era quella dell’ennesimo MOBA, magari con uno stile grafico personale ed accattivante, con in più l’esclusività console per l’ammiraglia Microsoft – oltre che su PC Windows 10. Bello e curioso, dunque, ma alla fine della fiera, almeno in linea teorica, si trattava sempre di eliminare il “nucleo” (qualunque esso sia) della squadra avversaria. Ebbene, ci è bastato un hands on di circa mezz’ora per ricrederci quasi completamente: e non solo per il fatto che Gigantic, pad alla mano, ha un’identità propria e peculiare. Ma dietro alle innegabili meccaniche MOBA, non faticano ad affiorare elementi tipici dello shooter in terza persona. Mescolate dunque questi due ingredienti in un contesto frenetico e ragionevolmente coinvolgente, e capirete da soli il motivo per cui, se amate titoli come LoL, DotA 2 o il recente Heroes of the Storm, un occhio a Gigantic fareste bene a darlo.

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Un vecchio adagio recita che a voler fare troppe cose in un colpo, si finisce quasi sempre per far male tutto quanto. Non è questo il caso del team Motiga, che al contrario riesce con destrezza a districarsi tra i canoni dei due generi (MOBA e TPS) compiendo un lavoro a dir poco brillante nel mescolare assieme i pregi di entrambi i generi. La presenza di corridoi stretti che si alternano a spazi ariosi ed aperti, di zone più anguste dove la visuale è ridotta ad altre dove in un sol colpo d’occhio è possibile farsi un’idea sulla situazione di gara corrente rende ogni mappa ideale per ciascuna tipologia di personaggio, il tutto a favore di un bilanciamento generale del gioco complessivamente ben congeniato. Lo stesso discorso vale analizzando dinamiche più combat: i personaggi con attacchi a range medio/lungo non sono affatto avvantaggiati rispetto ai colleghi close range, che sfruttando una maggior velocità posono raggiungere tranquillamente l’avversario e portare a segno una buona serie di colpi senza necessariamente cadere al tappeto.

Premesso questo, vale la pena sottolineare che Gigantic è più di uno shooter senz’anima e spessore. Al netto, dicevamo, di una direzione artistica e di un charachter design sontuoso, il tutolo catapulta 10 giocatori in uno scontro cinque contro cinque, dove è necessario risvegliare il proprio Guardiano per eliminare quello della squadra rivale. La trovata, indubbiamente interessante, alla base di questa condotta di gara risiede nel fatto che i giocatori devono guadagnare abbastanza “Potere” nel corso dell’incontro per attivare il proprio enorme protettore e spingerlo ad attaccare l’illustre avversario. Non appena il nostro Guardiano attacca e spedisce al suolo il bersaglio (tutto gestito da AI, giusto per fugare ogni eventuale dubbio) tocca alla squadra fare il lavoro sporco: lavoro che si traduce nel tirar mazzolate al cuore del totem nemico, con l’altra squadra che farà di tutto per evitarlo. Per siglare un punto bisogna azzerare la barra di energia del Guardiano nemico. Fatelo tre volte, e il match sarà vostro.

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Le mappe sono interessanti, anche se il map design non è esente da alcuni difetti. La componente “laterale” delle due mappe che abbiamo provato, ad esempio, è caratterizzata da scorciatoie molto strette o in certi casi curve quasi cieche: il che sarebbe ideale per gli amanti del combattimento “corpo a corpo”, non fosse che in questi frangenti la telecamera non è sempre un asso nelle inquadrature. Il combattimento più “tattico” rischia dunque di trasformarsi in un button mashing furibondo, nella speranza che il nostro avversario abbia più fame di polvere rispetto a noi. Inesorabile dunque finire nelle zone centrali della mappa, nettamente più ariose e con uno spazio visivo nettamente maggiore: il che non è certo un peccato mortale da parte del team di sviluppo, sia chiaro, ma rischia di non valorizzare aree di gioco dalle potenzialità (soprattutto per gli amanti del MOBA) tutto tranne che trascurabili.

E non è nemmeno un caso se, già al nostro secondo incontro, i giocatori più sgamati (non certo chi vi scrive) abbiano optato per un personaggio “da lunga distanza” piuttosto che un combattente melee ravvicinato, magari con danno maggiore. Non che quest’ultimo sia svantaggiato rispetto agli altri, come abbiamo già detto in apertura: semplicemente, chiudere gli occhi su questo piccolo neo potrebbe significare, una volta a regime, uno scarso sfruttamento dei contenuti (tanto in termini di mappa quanto di personaggi) offerti dagli sviluppatori. Che, al momento, hanno ufficializzato sedici iconici combattenti diversi e due mappe: ma inutile sottolineare che, da qui ai mesi a venire, il numero salirà rapidamente.

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Dare maggior profondità all’azione di gioco è compito di un sistema di upgrade dinamico, che in base alle giocate elargisce skill point da spendere direttamente nel corso del match, andando ad affinare una serie di skill più o meno offensive che seguono una struttura ad albero. Alcune di queste possono rappresentare un boost del damage offensivo o della velocità d’attacco, ma gli sviluppatori hanno affermato di avere in mente una varietà significativa di perk. Unite questa meccanica al sistema peculiare di healing, che permette di ripristinare la propria energia a patto di riuscire a rimanere abbastanza a lungo su specifiche piattaforme circolari, e alla necessità di far fuori quanti più avversari possibile per attivare il proprio Guardiano ed ecco spiegato perché, per essere un MOBA ibridato con uno shooter in terza persona, Gigantic non merita affatto di essere sottovalutato.

Molto più di quello che sembra…

Fattore Soul

Quando le platee osservarono Gigantic per la prima volta, tutto sommato, l’accoglienza fu relativamente tiepida. Non certo per una presentazione sotto tono – anche perché, ammettiamolo, nella lotta delle esclusive avere una line up arrembante non fa male certo. Piuttosto, a lasciare un po’ indifferente la stampa specializzata fu proprio l’assenza di dettagli su quello che sembrava l’oramai ennesima Battle Arena Online, che dalla sua aveva una grafica sicuramente di impatto. Abbiamo dovuto trasferirci a Colonia in quel della gamescom per capire, pad alla mano, che la realtà è ben diversa e che, alla prova del fuoco, Gigantic è molto di più di quello che sembra. Il titolo di Motiga è un’esperienza ibrida, tanto veloce quanto coinvolgente, che rimescola le carte del MOBA tradizionale (se tradizionale può essere uno dei generi più recenti dello Showbiz) con alcune meccaniche prese in prestito dallo shooter in terza persona. E la cosa funziona come un orologio svizzero, merito soprattutto del team di sviluppo – estremamente abile nel carpire gli aspetti vincenti di ciascun genere, limarne le asperità e amalgamarli in un cocktail interessante.

Se siete curiosi di provare una delle ultime esclusive di casa Microsoft, sappiate che Agosto sarà il mese della beta di Gigantic. Non sarà purtroppo possibile, una volta disponibile il gioco, “sfruttare” i progressi compiuti in questa fase preliminare: ma al di là di sfamare la vostra curiosità da videogiocatori, potrete scoprire alcuni dei motivi che hanno spinto il colosso di Redmond a puntare molto su un titolo così insolito.


TutteleAnteprime

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