News 13 Ago 2015

The Flame in the Flood – Anteprima gamescom 2015

Colonia – Che la conferenza Xbox non abbia stupito più di tanto è una cosa certa: un solo annuncio inaspettato, circondato poi da conferme di ciò che si è visto all’E3. Chi invece ha avuto più spazio sia durante che dopo l’evento sono stati i giochi Indie, mai così presenti nello Showcase. Tra i titoli visti e provati, The Flame in the Flood è indubbiamente quello che più mi ha colpito, sia per il concept che per la grafica retro, molto simile a quella di un gioco che ha segnato la mia infanzia, ovvero Glover.
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The Flame in the Flood tratta di un argomento piuttosto comune negli ultimi tempi, ovvero la sopravvivenza post-apocalittica: qua però non ci sono armi al plasma, zombies che bramano cervelli altrui o scorpioni radioattivi. È tutto molto naturale, segnato da un’inondazione del fiume che ci porterà in giro per l’America meridionale sulla nostra zatteria, insieme ad un compagno a quattro zampe.

Il team non è composto da gente effettivamente inesperta, visto che contiene elementi di Halo, Bioshock, Rock Band e Guitar Hero, giochi che non hanno nulla a che fare con The Flame in the Flood, ma che indubbiamente hanno contribuito a creare un portfolio non indifferente e una certa abilità nella programmazione.

the flame 1

Nel cercare di inquadrare il gioco, si può dire che esso sia un survival isometrico, con un comparto grafico creato grazie all’Unreal Engine 4 che dona un look retro, con poligoni ben in vista e colori vivaci che vanno a cozzare con l’effettiva tristezza e malinconia creata dall’ambiente post-apocalittico. Poche spiegazioni vengono date all’inizio, se non quella di affidarsi ad una piccola zattera nel solcare le acque di un fiume impetuoso, alla ricerca di porti dove attraccare e risorse con cui sopravvivere. L’obiettivo pare essere una terra di salvezza, dove potersi riposare in seguito allo sfiancante viaggio.

Un’avventura del genere sarebbe da incubo se fosse vissuta da soli: per questo avremo accanto a noi il nostro cane, in grado di scovare pericoli ed avvertirci per salvare la pelle. La morte infatti porta alla fine del gioco, costringendoci ad iniziare tutto da capo, un po’ come succede per The Binding of Isaac.

Per sopravvivere abbiamo a disposizione un inventario ed un agenda con gli obiettivi da raggiungere. È importante anche tenere controllati i 4 parametri vitali, che diminuiranno (o aumenteranno) costantemente durante il nostro viaggio: fame, sete, temperatura e sonno sono i quattro fattori chiave, ma ciò che gira intorno a noi può modificare ulteriormente il nostro stato e costringerci ad utilizzare scorte del nostro inventario, molto simile a quello di State of Decay. Ogni oggetto utile alla sopravvivenze è trovabile liberamente in giro per la mappa e nelle aree dove abbiamo attraccato con la zattera, a meno che non ci sia il bisogno di craftarlo.

the flame 3

Nonostante la grafica in stile cartoon e l’apparente innocenza delle ambientazioni, The Flame in the Flood è un survival molto realistico e assolutamente non banale. Se in altri giochi basta avere un certo tipo di strumentazione per utilizzare a dovere i propri oggetti, in questo titolo serve una conoscenza quasi “scout” (che tra l’altro è anche il nome della protagonista) per sopravvivere: accendere un fuoco richiederà infatti l’uso di tessuto non umido, decisamente inservibile nel caso in cui scenda pioggia dal cielo o la zattera si sia ribaltata lanciandoci in acqua. The Flame in the Flood è vivace e colorato nella veste grafica, ma non manca di sbattere in faccia la cruda e cinica realtà dei fatti.

Ciò che vi salva potrebbe anche essere la vostra rovina: trovare acqua in giro è infatti qualcosa di straordinario e fa subito gioire, ma berla istantaneamente può portare ad infezioni molto pericolose. A questo servono dunque i falò da accendere in giro per le aree di gioco, al fine di eliminare ogni impurità e rendere potabile la nostra acqua. Se poi siete fan di tisane e thè, vi basterà aggiungere qualche erba trovata nei paraggi per preparare intrugli lenitivi e medicinali. Un altro pericolo dovuto all’acqua arriva nel caso in cui urtiate uno scoglio durante la navigazione: non appena cadrete in acqua, un modificatore “bagnato” verrà applicato al personaggio, forzandovi a trovare un riparo caldo per evitare abbassamenti della temperatura corporea.

Tali modificatori sono una specie di badge che va ad addizionarsi alla barra della stamina: ogni cosa potenzialmente negativa ha il proprio modificatore e contribuisce al rischio di morte o all’aggravamento della condizione fisica. Un lupo che vi prende di mira conferirà l’attributo “lacerazione”, mentre il morso di un serpente consegue in un “avvelenamento”.

Nell’attesa del mio turno, molte persone prima di me sono morte soprattutto per disidratazione, dovuta all’eccessivo movimento prima di bere e soprattutto alla scarsa presenza di risorse idriche. Anche il sonno è una brutta bestia, in quanto non si può dormire dove si vuole, ma solo in ambienti sicuri scelti dal gioco, come l’interno di un autobus arenato. Da parte mia, sfortunatamente ho incontrato un lupo poco incline al dialogo nella prima area dove ho attraccato: il risultato non è stato indolore e ha causato una repentina fine del gioco, in favore del giocatore seguente.

Vivace e colorato, ma crudo e cinico

Fattore Soul

Per quanto non mi piaccia l’idea di dover ricominciare da capo in caso di morte, The Flame in the Flood resta un titolo molto promettente e che può risultare in dipendenza per chi prende la sfida sul serio. Sopravvivere sulle sponde del fiume è alquanto arduo se non si conoscono le tecniche basilari e farsi sorprendere da un lupo notturno equivale quasi sempre a tornare sulla zattera tagliati alla julienne.

Nonostante sia un titolo indie, non va dimenticato che dietro c’è un team con molta esperienza in ambito videoludico e proprio questo può comportare una maggiore visibilità e solidità nei confronti di altri titoli simili. In arrivo su Xbox One, PC e OS X, The Flame in the Flood è indubbiamente uno dei giochi più interessanti mostrati quest’anno durante la gamescom.



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