Ciò che vi descriveremo oggi non è un’analisi nuda e cruda di un semplice prodotto, tanto meno l’ennesimo remaster, o remake, di un gioco di vecchia data, ancora meno l’ode ad un prodotto sovrastimato e osannato: è una storia, la storia di una delle case produttrici più longeve e importanti della storia dei videogame.
Era il lontano 1982, lo studio si chiamava Ultimate: Play The Game e i fratelli Stamper, Chris e Tim, decisero che era il momento di dimostrare al mondo chi era capace di “fare” i videogame e chi no. L’intro di questo racconto non potrebbe essere più semplice: primo gioco prodotto e distribuito, Jetpac, primo amore per tutti i videogiocatori inglesi, quindi europei, siccome ai tempi la terrà di sua Maestà era al centro del Vecchio Continente per quanto riguarda la produzione di giochi virtuali.
Questa, signore e signori, è la storia di quella casa di produzione adesso conosciuta come Rare: se sia stata o meno raccontata bene, andremo a scoprirlo.
C’era una volta, come dicevano nell’incipit, una casa di produzione chiamata Ultimate: Play The Game, da anni conosciuta come Rare. Non è una ripetizione opzionale, ma dovuta, in quanto il nome in questione è uno dei pilastri portanti dell’industria videoludica, uno studio che è riuscito, per parecchi anni, a imporsi sul mercato con prodotti di qualità, facilmente accessibili, ma soprattutto, impegnativi al punto giusto.
Partiamo dalle basi, ovvero cosa comprende questa Rare Replay e le feature di ogni titolo presente:
- Jetpac (1983): 1-2 giocatori
- Atic Atac (1983): 1 giocatore
- Lunar Jetman (1983): 1-2 giocatori
- Sabre Wulf (1984): 1-2 giocatori
- Underwurlde (1984): 1 giocatore
- Knight Lore (1984): 1 giocatore
- Gunfright (1986): 1-2 giocatori
- Slalom (1987): 1-2 giocatori
- R.C. Pro-Am (1988): 1 giocatore
- Cobra Triangle (1989): 1 giocatore
- Snake Rattle N Roll (1990): 1-2 giocatori
- Digger T. Rock (1990): 1-2 giocatori
- Solar Jetman (1990): 1 giocatore
- Battletoads (1991): 1-2 giocatori
- R.C. Pro-Am II (1992): 1-4 giocatori
- Battletoads Arcade (1994): 1-2 giocatori
- Killer Instinct Gold (1996): 1-2 giocatori
- Blast Corps (1997): 1 giocatore
- Banjo-Kazooie (1998): 1 giocatore
- Jet Force Gemini (1998): 1-4 giocatori
- Perfect Dark (2000): 1-4 giocatori
- Banjo-Tooie (2000): 1-4 giocatori
- Conker’s Bad Fur Day (2001): 1-4 giocatori
- Grabbed by the Ghoulies (2003): 1 giocatore
- Perfect Dark Zero (2005): 1-4 giocatori in locale, fino a 32 giocatori online
- Kameo: Elements of Power (2005): 1-2 giocatori
- Viva Piñata (2006): 1-2 giocatori
- Jetpac Refuelled (2007): 1-2 giocatori
- Banjo-Kazooie: Nuts & Bolts (2008): 1-2 giocatori in locale, fino a 4 giocatori online
- Viva Piñata: Trouble in Paradise (2008): 1-2 giocatori
Questa raccolta made in Rare comprende, come avete appena letto, 30 giochi estremamente vari per grafica e sonoro, così come per genere e tipologia di gameplay, a prezzo budget. Per alcuni si tratta di una semplice raccolta di ricordi ed emozioni d’infanzia, di giornate passate con amici a sparare pixel in giro per l’universo o a percorrere le stanze infestate di castelli dimenticati, per altri, i più giovani, la vera e propria dannazione, nel senso buono del termine.
L’immenso parco titoli della Rare Replay è in grado di accontentare tutti, dai giocatori “vetusti” a quelli alle prime armi, da coloro che amano la competizione estrema ai player che desiderano accomodarsi sul divano in cerca di un momento di pace e tranquillità.
Si parte da Jetpac, arcade game in cui è necessario costruire la propria navicella e rifornirla per passare al livello successivo, distruggendo in contemporanea frotte aliene che vogliono farci la pelle, e si passa per vere e proprie chicche a 8 bit che recano i nomi di Atic Atac, avventura dinamica con visuale dall’alto, Lunar Jetman, seguito del primo Jetpac, e Sabre Wulf, esplorativo con ciclo giorno notte. Il 1984 diede inizio all’era della visuale isometrica con Knight Lore, Underwurlde e, due anni più tardi Gunfright, tutti titoli che rafforzarono e imposero la superiorità del marchio Ultimate.
I 7 giochi sopracitati appartengono ad una branca della storia di Rare che ha dettato legge e sono i più difficili con i quali interfacciarsi: ardui, estremamente ardui, sono videogame che tirano fuori il meglio del gaming e pretendono l’attenzione totale del giocatore, pena la disfatta, senza se e senza ma. Forse chi è riuscito a giocarli nei lontani anni ’80 sarà in grado di affrontarli al meglio, ma non ci mettiamo le mani sul fuoco.
Cotanta bellezza potrebbe fermarsi ai primi degli anni ’90, senza rischiare di “macchiare il viso degli appassionati della storia videoludica con la modernità” direbbero alcuni, se non si pensasse che i fratelli Stamper furono parte attiva e vibrante dell’arrivo del Nintendo 64 nelle nostre vite.
Si tratta di una console molto cara ai videogiocatori, una piattaforma che permise a moltissimi sviluppatori di realizzare i propri sogni creativi, stesso discorso per Rare stessa, e che diede il via alla moderna concezione di grafica e development: a cavallo di un Killer Instinct e un Battletoads, entrambi coin-op presenti nella collezione, arrivarono sul mercato diamanti dalle sfaccettature poligonali come Blast Corps, Banjo-Kazooie, Banjo-Tooie, Conker’s Bad Fur Day e l’immortale Perfect Dark.
Non si tratta di essere fanboy o assidui frequentatori dei lidi Nintendo, si tratta di una lezione di storia che ogni appassionato di pad e tastiera dovrebbe studiare, un elemento chiave della narrazione videoludica che è necessario apprendere prima di poter dire “Io conosco il mondo dei videogame”. L’impatto con la semplicità poligonale potrebbe essere un po’ violento, non ne dubitiamo, ma ragazzi, qui c’è atmosfera e passione, nulla da aggiungere.
Commenti