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MilanoThe Division è di sicuro il titolo più atteso ma, al contempo, più misterioso dell’intera line-up Ubisoft. Lo Snowdrop Engine, motore grafico spaccamascella, ha fatto la sua parte ed un ambientazione così cupa, sci-fi ma dannatamente verosimile ha contribuito a rendere questo prodotto Ubisoft l’oggetto del desiderio di molti videogiocatori. Una chimera capace di affascinare anche i giocatori più titubanti per via del mistero che avvolge tanto la zona nera di New York, quanto l’impianto di gameplay tutto.
Screenshots, indiscrezioni, live action trailer, video inerenti la genesi delle varie zone della grande mela, speciali inerenti le forze dispiegate nella città simbolo dell’imperialismo americano ma pochi, pochissimi video di gameplay, a volte leakati e comunque confusionari: questo il biglietto da visita dell’ultima megaproduzione Massive Entertainment, quel The Division che, in quel di Milano, abbiamo potuto provare con mano una volta per tutte.
Siete pronti a saperne di più? Bene… partiamo.
Dopo così tanta attesa abbiamo dunque potuto mettere le mani sulla versione Xbox One (sorprendentemente, chiunque si attendeva una build pc) dell’ultima fatica Massive Entertainment/Ubisoft e testare sia la tenuta dello snowdrop engine sulla piattaforma meno prestante delle tre di riferimento, che la validità del comparto multiplayer alla base del gioco. La prova ci ha visto protagonisti di una incursione nella zona nera di New York, demandata in passato alla presenza delle aree di comando dell’esercito, prima dell’entrata in gioco dei “ripulitori” che hanno avuto il compito di “disinfettare” la zona in oggetto. Il nostro compito è quello di recuperare delle armi specifiche (che dovranno a loro volta esser purificate prima di poter essere inserite nel nostro armamentario) e di arrivare sani e salvi al punto di estrazione, evitando (o eliminando) la minaccia costituita da un gruppo di milizie nemiche e facendo attenzione alla presenza dei ripulitori che, rimasti nella zona dopo l’evacuazione della stessa, continueranno ad eseguire i compiti di sterminio mirato per cui sono stati pagati. Contestualmente dovremo impedire che le forze nemiche presenti nel territorio oggetto di scontro riescano a loro volta ad essere estratte: come potrete ben capire sarà difficilissimo, per non dire impossibile, uscire dal terreno di gioco senza aver fatto piazza pulita di ciò che ci si parerà davanti.
Cooperazione e strategia sono le chiavi di lettura di The Division: che si sia nei panni dell’una o dell’altra squadra è impensabile pensare di portar a casa il risultato senza cooperare o, per lo meno, senza una debita organizzazione degli assalti. Affrontare le milizie avversarie (o peggio ancora i ripulitori) con approccio COD/Battlefield-Style porterà a morte prematura e, dunque al conseguente fallimento del compito a noi e alla nostra squadra assegnato. A volte anche riuscire a sorprendere un nemico non porterà, a causa dell’entità delle protezioni indossate, ad aver ragione dello stesso. Da qui l’esigenza di adottare un approccio maggiormente tattico/organizzativo per la fase di attacco: che si vada di indebolimento mediante granata e “rifinitura” a suon di proiettili, o di attacco co-ordinato mediante chat vocale, disponibile tra i membri della squadra, l’importante sarà garantirsi vie di fuga per un approccio hit and run che prediliga la graduale sottrazione di energia alla brutalità fine a se stessa ed inutile nella fattispecie.
La build da noi provata, vi ricordo ancora su Xbox One, è frutto di un codice Alpha che mostra, ahinoi, tutti i suoi limiti a pochi mesi (sempre non avvenga un ulteriore rinvio) dal rilascio ufficiale, previsto per l’inizio del 2016 (presumibilmente marzo o aprile). Se nel corso del match abbiamo potuto ammirare il livello di dettaglio di una New York devastata ma ancora troppo simile alla attuale controparte reale, tocca notare sia quanto ingente sia stato il famigerato e vociferato downgrade grafico operato dal primo reveal trailer, sia quanto l’ottimizzazione del codice sia a dir poco irrisoria se non appena accennata, fornendoci un titolo si giocabile ma ben lontano dall’idea di perfezione cui qualsiasi software house (soprattutto Ubisoft, visti i pericolosi precedenti dettati da Assassin’s Creed e da The Crew) dovrebbe mirare.
Il vaso di pandora è stato aperto: The Division ha finalmente mostrato il suo potenziale ed i suoi potenziali difetti. Se parleremo di un capolavoro o di una occasione sprecata dipenderà solo dalla fase di rifinitura cui il prodotto Ubisoft/Massive Entertainment dovrà essere forzatamente sottoposto prima della release date.
New York non è mai stata così bella e dannata insieme… moriamo dalla voglia di poterci aggirare nell’urbe più famosa del mondo: Ubisoft, non deluderci!
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