News 04 Nov 2015

DriveClub Bikes – Recensione

La travagliata storia di DriveClub la conosciamo tutti. Il racing game di nuova generazione di Evolution Studios, concepito per celebrare al meglio il lancio di PlayStation 4 per poi mancarlo clamorosamente, raggiunse gli scaffali tra innumerevoli polemiche soltanto nell’Ottobre 2014: una serie di polemiche destinata a costellare non solo il lancio della nuova IP automobilistica di casa Sony, ma ad accompagnare un’evoluzione disastrosa dalle componente online del titolo, pressoché annichilita – almeno nelle fasi iniziali – da un’infrastruttura instabile e incapace di reggere il peso di un’utenza forse sottostimata dallo stesso sviluppatore. Ecco perché, in questa generazione, DriveClub è diventato rapidamente un’icona al negativo, l’emblema delle grosse ambizioni culminate in un disastro memorabile. Il che è davvero un peccato: perché DriveClub, nonostante la partenza sventurata, è davvero un gran titolo. Sia in termini di contenuti, grazie ad una mole di aggiornamenti interessanti e significativi (impossibile non citare l’introduzione del meteo dinamico in gara), sia in termini squisitamente tecnologici (grafica e illuminazione in primis). E passi pure la famigerata versione PS Plus che tanto si è fatta attendere prima di vedere la luce: è servito del tempo, parecchio tempo, e altrettanta pazienza di un fandom tutto tranne che trascurabile (viste le oltre due milioni di copie piazzate sul mercato). Ma Evolution Studios sembra non aver scelto il proprio nome a caso, e che di “evoluzione” o “miracolo” si tratti, oggi DriveClub è finalmente un racer di caratura, dai numerosissimi pregi e, come sempre, con qualche difetto. Primo su tutti una fama ormai ingiusta.

A distanza di un anno quasi esatto, nella cornice della Press Conference della Paris GameWeek, Sony annuncia a sorpresa DriveClub Bikes, espansione standalone (disponibile in un doppio formato, con e senza titolo originale) dedicata al roboante mondo del motociclismo. Dalle quattro alle due ruote, senza tuttavia perdere quelle che sono le caratteristiche principali di quello che, per certi versi, potremmo battezzare come neo-franchise: giocabilità a portata di tutti, tecnologia all’avanguardia e – finalmente – una componente online funzionante. L’asfalto di Evolution Studios, insomma, ha ancora parecchie cose da dirci.

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Come anticipato qualche riga sopra, DriveClub Bikes è disponibile in formato digitale in due varianti distinte: una standalone, ad un prezzo di 19.99€, e una seconda ad un prezzo di 14.99€ rivolta a chi già possiede il titolo originale. Cosa troveremo all’interno di questo pacchetto a due ruote? La parte da leone spetta chiaramente alle superbike, e i 12 bolidi inclusi nel pacchetto difficilmente deluderanno le aspettative degli appassionati: dalla Yamaha YZF-R1 alla Kawasaki Ninja ZX-10R, passando per la 1299 Panigale di Ducati, possiamo tranquillamente affermare che gli amanti della velocità su due ruote troveranno abbastanza pane da masticare. All’avvio del titolo il giocatore avrà a disposizione soltanto tre moto con cui gareggiare, ma al crescere dell’esperienza e dei punti guadagnati su ciascuna gara verranno rese disponibili altre motociclette, sino alla tanto agognata YZF-R1M di Yamaha. Ciascuna moto è riprodotta su schermo con un’attenzione maniacale al dettaglio, caratteristica a cui Evolution Studios ci ha abituato già da tempo. Ma dove lo sviluppatore eccelle è nel comparto sonoro, probabilmente quanto di più realistico si sia mai udito in un titolo dedicato al circolo delle due ruote: il boato degli scarichi, il rombo del motore, l’urlo delle gomme che accarezzano l’asfalto mentre si sfreccia a velocità inaudite sono riprodotti con una cura encomiabile in ciascuno dei 42 eventi di cui si compone questa espansione. Lo ribadiamo, non che nutrissimo dubbi sulla bontà tecnologica del motore di DriveClub: ma il risultato, al primo incontro, è spiazzante.

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Ma non è ancora tutto, e DriveClub Bikes ha un ulteriore asso nella manica: la velocità. Perché le dodici moto stradali non sono solo dannatamente veloci, ma lo sono al punto da riuscire quasi ad intimorire anche il giocatore più scafato. Il senso di velocità trasmesso dal titolo è prepotente e incontenibile, tanto diretto da non temer il confronto con un titolo frenetico (e passateci il paragone azzardato) come il Wipeout dei bei tempi andati. Basta dare gas, trattenere il fiato e sfrecciare a centinaia di chilometri orari per sentirsi davvero al volante di questi prodigi dell’asfalto – e a tal proposito, la visuale in prima persona è particolarmente indicata. Il resto lo fa il level design di Evolution Games, capace di ricreare paesaggi suggestivi tanto al tramonto quanto, e soprattutto, in condizioni nettamente più avverse: sfrecciare sui tornanti di un altopiano scozzese con la pioggia che sferza il caso e, nemmeno troppo distante, i fulmini che spaccano l’oscurità del cielo è un’esperienza assolutamente degna di nota.

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Ed è proprio questo aspetto metereologico che ha reso grande DriveClub e, allo stesso tempo, promuove questa espansione Bikes: precipitazioni variabili, nubi che di colpo coprono il cielo, il sole che fa inaspettatamente capolino e illumina quella curva a gomito non solo arricchiscono l’esperienza in termini visivi, ma giovano allo stesso tempo alla longevità. I tracciati totali disponibili sono 78, ma l’imprevedibilità metereologica fa sì che il numero di sfide da affrontare, gara dopo gara, sale vertiginosamente. Alcune di queste possono sembrare ostacoli banali, come ad esempio quel raggio di sole che si infila tra le nuvole e lambisce il nostro casco: ma fidatevi che, lanciati a 250 chilometri orari, anche un semplice raggio solare “a tradimento” può sancire la differenza tra un giro pulito e un frontale inevitabile contro una parete. Da un lato certo, doversi scontrare contro l’imprevedibile e perdere una gara per una “pozzanghera al posto sbagliato” dopo due giri perfetti può essere frustrante, ma dall’altro obbliga il giocatore ad imparare alla perfezione ogni curva del tracciato che si intende padroneggiare. DriveClub Bikes è tosto, non fosse passato il messaggio, per certi versi più impegnativo del titolo principale, ma non è affatto un mostro imbattibile. Il Tour principale accompagna il giocatore nei tracciati del gioco principale, addolcendogli la pillola iniziale limitando l’offerta alle sole tre superbike più lente. Lo stesso modello di guida di Bikes ricalca pedissequamente il solco tracciato da DriveClub, con una giocabilità comodamente a metà strada tra la simulazione e l’arcade: Bikes è impegnativo senza essere troppo punitivo, pretende la giusta attenzione e regala buone soddisfazioni. Non è Tourist Trophy, tanto per restare in tema PlayStation e moto, ma non va ugualmente sottovalutato. Anche perché stiamo parlando di moto reattive, potenti, che non temono di aprire il gas quando serve: e che si tratti di un rettilineo in cui impennare o di una curva strettissima, non smetterete mai di sentire la potenza del motore sotto la vostra sella.

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La natura arcade di DriveClub Bikes traspare anche da una scelta un po’ sui generis, l’assenza delle animazioni “spettacolari” legate ad un incidente, che in in certo modo finisce anche per influenzare il modo in cui si controlla il veicolo. Sterzare ad alta velocità in una curva ragionevolmente scivolosa, ad esempio, comporterebbe nella realtà una perdita quasi totale di aderenza delle ruote, con annessa rovinosa caduta; Evolution Studios, invece, sembra aver aumentato nettamente la trazione sulle ruote, in modo da prevenire il verificarsi di situazioni come queste. Ritrovarsi sdraiati al suolo con la moto che sfreccia a svariati metri dal pilota, in sostanza, è una circostanza alquanto rara in questo Bikes. Urtare una parete, nella maggior parte dei casi, rallenterà l’incedere del pilota e lo obbligherà ad una lenta ripartenza, ma non lo farà comunque cadere sull’asfalto – salvo rarissimi casi, in cui ci si ritroverà comunque in pista senza aver assistito ad alcuna scena inerente alla collisione appena accaduta. Poi per carità, l’obiettivo di Bikes è dominare la complessità di ciascun evento e non certo giocare agli autoscontri sul guardrail, ma un pizzico di spettacolo in più, perché no, non avrebbe fatto male. Vale la pena ricordare come l’organizzazione del Tour e degli Eventi ricalchi lo schema del capitolo principale (con gare a tempo, sfide per il podio o affini, con tre tier di ricompense per gara); esistono però alcune modalità inedite pensate espressamente per le due ruote, come mantenere un’impennata o eseguire uno stoppie mantenendo l’equilibrio il più a lungo possibile (cosa facile solo a parole) o cimentarsi in altre manovre da funambolo per guadagnare punti aggiuntivi.

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Per quanto concerne la componente online, partiamo subito dicendo che, almeno stavolta, i fantomatici intoppi di cui parlavamo nell’introduzione sono soltanto un butto ricordo. Sarà possibile allenarsi per migliorare la propria tecnica di guida, accanirsi contro altri giocatori nelle immancabili sfide online, creare Eventi con regole personalizzate o ritrovarsi in pista, nel cuore di una gara casuale determinata istantaneamente dalla CPU. La componente social del titolo, chiaramente, permane immutata, e largo spazio viene riservato alle classifiche (globali e ristrette ai nostri amici) – il pungolo ideale per migliorare i propri tempi sul tracciato. Non manca nemmeno la parte di customizzazione, al cui interno potremo ri-verniciare le super bike (utilizzando anche i modelli creati precedentemente in DriveClub) o applicare livree inedite. Persino casco e pilota non sono rimasti immuni a questa rivoluzione estetica, anche se – è il caso di dirlo – tra tutte le customizzazioni disponibili saranno quelle di cui, in gara, vi accorgerete meno.

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In Conclusione …

Probabilmente non sapremo mai se l’introduzione delle motociclette in DriveClub fosse già pianificato da tempo presso gli uffici di Evolution Studios o se, al contrario, le richieste assillanti di quegli stessi aficionados che tante peripezie hanno sopportato abbiano mosso davvero qualcosa. Sta di fatto che questo Bikes, alla fine della fiera, onora la pista. E lo fa con cognizione di causa, sottolineando ancora una volta la passione e la competenza di un team di sviluppo che, nonostante tutto, sa il fatto proprio. Dopo aver dato seconda vita al proprio racing game di punta, Evolution Studios confeziona quell’espansione che non ti aspetti: 12 super bike delle grandi occasioni, oltre quaranta eventi per ventotto nuovi trofei e un lascito, quello del capitolo maggiore, da affrontare nell’inedito formato su due ruote. Stessa anima, stesso asfalto, ma nuovo carattere: dalla Ninja ZX-10R alla YZF-R1M, Bikes esalta al massimo la sensazione di velocità, catapultando il giocatore al oltre 200 chilometri orari in tracciati che sembrano “i soliti” soltanto all’apparenza. Basta un riflesso inaspettato, una pioggia battente sul casco o una curva più scivolosa del previsto per rovinare un giro perfetto quasi scontato. Una situazione che, chi mastica di motori, conosce sin troppo bene.

Certo, i più pignoli potrebbero criticare una presenza di motociclette più risicata delle aspettative, oltre ad un gameplay che strizza forse l’occhio più all’arcade che alla simulazione vera e propria. Ma DriveClub Bikes non è un titolo banale, e pur dimostrandosi poco incline all’incidente spettacolare non risparmia passaggi complicati o sfide al limite dell’estenuante. Il passo dalle quattro alle due ruote, tutto sommato, è un buon podio sulla linea del traguardo. Con un nuovo record sul giro difficile da infrangere.

Voto: 8/10

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