News 02 Dic 2015

Star Wars – Episodio IV: Una Nuova Speranza – Recensione Sbagliata

Tutti amano Star Wars. Tutti conoscono Star Wars. Questa devozione, che non concepisce l’esistenza di persone che non amino e conoscano la saga di George Lucas, rischia talvolta di oscurare il nostro giudizio. Viene da chiedersi quindi cosa penseremmo dei film se non ci fosse attorno questa aura di sacralità e fanatismo… Cosa penseremmo delle due trilogie se uscissero oggi?
Per ripassare la storia e per vedere come sono invecchiati i film, abbiamo rivisto tutti e sei i capitoli di Star Wars e vi proporremo delle recensioni “sbagliate” e decontestualizzate da qui all’uscita de Il Risveglio della Forza. Siete pronti ad odiarci?

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Spazio: una delle scene più iconiche del cinema fantascientifico apre il quarto capitolo della saga di Star Wars. Anzi, apre proprio Star Wars, titolo originale di una pellicola datata 1977 che ha stravolto per sempre il mondo del cinema.

L’Impero è oramai un potere consolidato, immenso e inarrestabile. Pochi ribelli si contrappongono alla volontà dell’Imperatore Palpatine, sovrano indiscusso della galassia. La prima inquadratura si apre con un lungo campo che vede la piccola astronave consolare Tantive IV che viene attaccata e risucchiata nelle viscere di un immenso Star Destroyer, ovvero una torpediniera da guerra spaziale di dimensioni davvero gigantesche. Ed ecco emergere da questo mostro meccanico Darth Vader, cattivo indiscusso del film con seri problemi di respirazione. Vader è implacabile, la sua voce è minacciosa: i piani della nuova super arma dell’Impero, la Morte Nera, sono andati trafugati ed è pericolosissimo che la ribellione ne sia in possesso. La bella principessa Leia, ribelle a bordo della Tantive IV, fa appena in tempo a nascondere i progetti tanto ambiti dal Signore dei Sith all’interno del piccolo droide R2-D2 prima di venire catturata dagli stormtrooper imperiali. Tutto sembra già perduto, ma R2 ha un piano: la fuga insieme all’amico C3-PO in uno dei gusci di salvataggio della nave. Ed è qui che inizia il bello.

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Tatooine, orlo esterno. Sono passati 19 anni da quando il buon Obi-Wan Kenobi ha deciso di prendere residenza sul pianeta desertico dopo aver sganciato l’implume piccolo Luke alla famiglia Lars. Invece di prendere con sé uno dei più promettenti talenti che la Forza abbia mai visto da generazioni ed addestrarlo per farlo diventare un Jedi con gli attributi, il vecchio Ben ha preferito per Luke una bella e sana vita da contadino nel deserto, a zappare e pulire condensatori di umidità insieme ai suoi zii. Bello no? No, perché Luke si è ben presto rotto le scatole di vivere in mezzo al nulla; il ragazzo vuole partire e fare lo stellopilota (infelice traduzione del termine anglofono Star Pilot). Il giovane Skywalker non ha visto molto al di fuori della sua fattoria, e lo si capisce dall’espressione ebete dipinta sul suo volto quando R2 mostra la registrazione di Leia che chiede aiuto a un tale Obi-Wan Kenobi.

E quindi si parte a cercare il vecchio Ben, nonostante gli avvertimenti contrari dello zio Owen. Peccato che Luke trovi solo un manipolo di sabbipodi veramente imbruttiti dalla situazione, i quali decidono di ricoprirlo di botte. A salvare il biondo protagonista ci pensa proprio (indovinate un po’) Obi-Wan, che redivivo spaventa i predoni del deserto e rivela a Luke la sua identità di Maestro Jedi.

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Obi-Wan racconta la storia di come Darth Vader abbia tradito Anakin Skywalker, padre di Luke, e lo abbia ucciso. Ed infine il buon Jedi si rende conto che forse è ora di addestrare Luke alle vie della Forza, che a fare il contadino è un po’ sprecato. Luke non è proprio convinto di voler partire da solo per lo spazio assieme ad un vecchio; tuttavia l’Impero, in un impeto di rabbia, dà fuoco a casa sua per cercare i piani rubati della Morte Nera. Vedendo i suoi affetti ridotti in cenere, Luke parte verso il corrotto insediamento di Mos Eisley, dove incontra Han Solo, l’uomo con un sorriso largo 12 parsec, ed il suo peloso e ingombrante copilota Chewbacca.

Han propone ai due un passaggio verso Alderaan al prezzo che chiederebbe uno strozzino particolarmente avaro, e Obi-Wan accetta nonostante le proteste di Luke. E si riparte, ma Alderaan non esiste più: il malvagio Moff Tarkin, ufficiale imperiale, ha deciso di detonare il pianeta natale della principessa Leia, così magari lei si convinceva a dirgli dove sono finiti i piani rubati. Ovviamente lo sfregio non è servito a null’altro che fare inalberare ancora di più la povera principessa reclusa. Nel frattempo Han, Chewie, Luke e Ben sono risucchiati all’interno della gigantesca superarma da un radiofaro traente. Già che si trovano lì, i quattro compagni decidono di partire al salvataggio della bella principessa: Luke lo fa per altruismo, Han per i soldi. Ognuno ha le sue priorità.

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Il rocambolesco salvataggio funziona, anche grazie all’eroico sacrificio di Ben che decide di disattivare il radiofaro traente e immolarsi contro Darth Vader per raggiungere nuove forme spirituali. Gli stormtrooper ssembrano più stupidi del solito e non colpiscono nemmeno un capello di Han. Come mai? Ce lo dice Leia, secondo la quale era tutta una messinscena ed il gruppo è stato deliberatamente lasciato fuggire. Ed è proprio così, perché quella faina di Tarkin ha messo un segnalatore sulla nave di Han, il Millennium Falcon, che ha condotto l’Impero alla base ribelle di Yavin 4. I nostri eroi capiscono che la Morte Nera sta per bussare ai loro cancelli con un turbolaser in grado di spedirli al creatore (o alla Forza?) in mezzo secondo, così organizzano un’offensiva composta da ben due squadriglie di caccia monoposto contro una stazione spaziale grande quanto una luna.

Nel mondo reale questo farebbe di loro dei poveri pazzi suicidi, ma nell’universo di Star Wars si tratta di una battaglia particolarmente equilibrata. Nonostante ciò, Han decide di andarsene coi soldi e non partecipare alla battaglia finale per andare a pagare un’altro strozzino: un vermone sovrappeso di nome Jabba the Hutt che ha messo una taglia sulla testa del nostro contrabbandiere preferito. Per fare esplodere la Morte Nera in un sol colpo occorre sparare un siluro a ioni all’interno del condotto di raffreddamento del reattore principale, che è largo poco più di due metri. Un gioco da ragazzi per Luke, che parte finalmente con il suo caccia Ala-X. Tuttavia Darth Vader non è della stessa opinione e fa fuori praticamente da solo tutta l’offensiva ribelle, fatta eccezione per il nostro biondo eroe. Ritorna a sorpresa Han che danneggia il sistema di navigazione di Vader, il quale inizia a roteare all’interno del suo caccia TIE come una lavatrice quando fate l’intensivo sui colorati. Luke viene quindi guidato dalla voce spirituale di Obi-Wan Kenobi, che come un santo patrono guida il colpo di Luke e la Morte Nera finisce in mille pezzi.

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VERDETTO FINALE

Una Nuova Speranza è forse uno dei film più riusciti della saga di Star Wars. Con degli effetti speciali mai visti per il 1977 e una storia che ha creato il mondo delle fiabe spaziali, la storia di George Lucas risulta vincente e apre la strada per un universo incredibilmente magico che non accenna a perdere il suo fascino nemmeno dopo quasi quaranta anni.

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