Siamo ormai arrivati alla metà del percorso per Minecraft: Story Mode, che finora non si è dimostrato all’altezza del suo nome. Sia per la trama sottotono, sia per il target molto giovanile, il gioco non è riuscito ancora a decollare e a trascinare l’attenzione di chi tiene in mano il controller.
Tuttavia, esistono quei punti di svolta che provano a cambiare le carte in tavola e a far rimanere in attesa i fan, che spesso si trovano un autentico cliffhanger alla fine dell’episodio. Proprio questo succede nella terza puntata, che mantiene i canoni visti nei due capitoli precedenti, con qualche miglioramento nella giocabilità e nella qualità narrativa della trama.
Minecraft: Story Mode non raggiunge ancora lo standard che dovrebbe avere, ma almeno si rialza lentamente dal suo stato inebetito, per avvicinarsi con un minimo di interesse verso la conclusione della storia.
Minecraft: Story Mode – Ep. 3 – The Last Place You Look
Piattaforma: Xbox One, PS4, PC, Xbox 360, PS3, iOS, Android, Wii U, PS Vita
Genere: Avventura grafica
Sviluppatore: Telltale Games, Mojang
Publisher: Telltale Games
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Completamente in Inglese
Questo episodio guarda indubbiamente gli altri da un gradino più in alto, poiché fin dall’inizio si può notare la diversa costruzione e l’approccio più diretto alle meccaniche già utilizzate. Nella sezione introduttiva, quella che, come sempre, fa scorrere i credits e i nomi degli sviluppatori, si deve fare i conti con un lungo e vario QTE, non più monotono come negli altri episodi, ma più articolato e spesso imprevedibile, tant’è che viene da chiedersi cosa sarebbe successo se si fosse mancato qualche comando.
Si potrebbe dire che nel solo Episodio 3 ci siano più QTE degli altri due messi assieme e che finalmente abbiano un senso anche nel discorso della difficoltà. Del resto spariscono di poco le altre sfumature di Minecraft che erano utilizzabili negli scorsi capitoli: il crafting c’è, ma solo se si sceglie di usarlo in un determinato momento, altrimenti resta anche la forza bruta.
Di Minecraft tuttavia restano alcuni elementi esterni alla giocabilità, ma più inerenti alle tecniche usate dai giocatori classici per avere risorse facili e velocizzare i processi di produzione. All’inizio dell’episodio ci si imbatte infatti in un grinder, che crea mostri per poi ucciderli automaticamente e raccogliere il loot generato. Più avanti si finisce invece nell’End, luogo finale per la modalità Sopravvivenza e dimora del potente drago: qua si trovano i co-protagonisti di questo episodio, ovvero i temibili, ma dopotutto simpatici, Enderman.
La narrazione fa un passo oltre la monotonia dei capitoli precedenti. Nonostante le scelte perpetrate nell’episodio non siano esattamente dei game-changer, questo capitolo risulta essere più interessante degli altri.
Anche la narrazione fa un passo oltre la monotonia dei capitoli precedenti: la condizione medica di Petra peggiora ulteriormente, con un andazzo praticamente identico a quello di Lee Everett di The Walking Dead. Al giocatore non resta altro che decidere se insabbiare il tutto o portare la notizia anche agli amici, con tutto ciò che ne consegue. In un modo o nell’altro, la fuga di informazioni potrebbe essere inevitabile e portare a scelte ulteriori.
Tutto l’episodio è incentrato sulla ricerca di Soren, quarto membro dell’Ordine, noto per le sue capacità ninja-style nel costruire e nascondere congegni. Da lui ci serve la Formidi-bomb, TNT rinforzata in grado di distruggere (forse) una volta per tutte la tempesta del Wither. Tuttavia entrare nell’End ha i suoi rischi ed espone agliEnderman, che tutto amano se non l’essere guardati da estranei o venir bagnati anche da una sola goccia d’acqua.
Nonostante le scelte perpetrate nell’episodio non siano esattamente dei game-changer, questo capitolo risulta essere più interessante degli altri, soprattutto grazie al carisma di Soren, impossibile da inquadrare e basato molto su un’ironia che sembra essere più sincera che non ilare. Per capirci, la reazione ai suoi discorsi si può sintetizzare in un semplice “Lolwut?”.
Procede in una buona direzione lo sfruttamento del colpo di scena, dapprima superficiale e ora sensato, specialmente dato che siamo ormai oltre la metà della storia intera: grazie a ciò, la voglia di continuare e l’attesa del nuovo capitolo salgono rispetto a quelli precedenti, creando nel giocatore il naturale senso di continuità tra un episodio e l’altro. Evitando di spoilerare la fine di questo, ci si troverà comunque ad effettuare una scelta molto semplice all’apparenza, ma che si rivelerà però una delle più importanti finora, tanto da cambiare in modo permanente i prossimi capitoli. La sensazione di smarrimento nella parte finale dell’episodio non lascia con l’amaro in bocca, soprattutto grazie ad alcuni colpi di scena…
Il terzo episodio è dunque finora il migliore come realizzazione e, soprattutto, come fidelizzazione di chi gioca: la speranza è che questa linea di miglioramento possa essere mantenuta fino alla fine. Siamo del resto poco oltre la metà e manca l’intero inseguimento di Ivor, che è presumibile venga posto nei prossimi capitoli. La tempesta continua infatti a progredire imperterrita e solo la Formidi-bomb potrebbe fermarla.
La sensazione di smarrimento nella parte finale dell’episodio non lascia con l’amaro in bocca, soprattutto perché subito dopo non c’è un solo colpo di scena, ma addirittura due.
L’utilizzo delle musiche e dello stile grafico solito di questa serie e del gioco originale continua sulla sua strada. Del resto è impensabile che si decida a metà percorso di cambiare qualcosa, a meno che non si introducano nuove tracce audio.
Ciò che invece si perde, purtroppo, è la sensazione di avere accanto qualcuno di simpatico durante il viaggio: questo è, o meglio era, il compito di Reuben, che all’inizio sembrava l’autentico jolly per il suo carisma e la vena divertente e goffa che lo contraddistingueva, mentre ora si è trasformato in una specie di figura eterea. Mi è successo talvolta di domandarmi quale fosse il suo ruolo in questo episodio, ma effettivamente non esiste: al massimo si limita ad una scena nella parte iniziale, che poi finisce per non essere troppo invadente per la storia.
Sono abbastanza sicuro inoltre che il gioco abbia saltato una scena, riguardante un ipotetico high five col maialino che io non ho intrapreso. Nonostante sia evidenziato nel riassunto finale delle decisioni, non ho la minima memoria di questo accadimento.
In conclusione…
Per tutte le serie ad episodi, il target degli sviluppatori è creare quella voglia di andare avanti dopo la fine di un capitolo. Con questo terzo step di Minecraft: Story Mode, Telltale Games ci è riuscita e godrà di sicuro della mia voglia di continuare per capire cosa succederà in futuro.
È un peccato che non sia successo prima, ma dopotutto meglio tardi che mai. Se Minecraft: Story Mode si rivelerà essere una storia degna di essere acquistata dopo la sua fine, i peccati dei primi episodi potrebbero anche essere “perdonati” con una pacca sulla spalla, in favore di un prosieguo più interessante e lineare con la qualità dei prodotti Telltale Games.
Con questo episodio si tocca anche un turning point importante nella trama, che ora si divide davvero in due strade potenzialmente differenti. Un po’ come successo per The Walking Dead, finalmente si fanno i conti sul serio con le proprie decisioni e si aprono nuovi orizzonti ad altre scelte e riavvii per capire quali siano le diverse vie da intraprendere.
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