Sebbene non più sulla cresta dell’onda come un tempo, quello di Yuji Naka è comunque un nome difficile da ignorare, soprattutto per tutti quei nostalgici cresciuti a pane, Mega Drive e Sonic The Hedgehog. Capita quindi che, nonostante rinvii su rinvii, interminabili travagli subiti in fase di sviluppo e un’allarmante arretratezza dal punto di vista tecnico, a Rodea The Sky Soldier uno ci voglia credere. E a ben vedere visto che stiamo parlando del seguito spirituale di Nights Into Dreams. Eppure, anche nonostante tutta la buona volontà di questo mondo e il bene che vogliamo a Naka è impossibile riuscire a trovare un motivo valido per rimanere più di qualche ora consecutiva in compagnia di Rodea e il suo magico mondo fluttuante.
Rodea The Sky Soldier
Piattaforma: 3DS, Wii, Wii U
Genere: Action/Platform
Sviluppatore: Prope, Kadokawa Corporation
Publisher: NIS America
Giocatori: 1
Online: assente
Lingua: Inglese, Francese, Tedesco
I primi istanti di gioco in compagnia di sono di Rodea The Sky Soldier sono di quelli traumatici, difficili da dimenticare. Persino da superare. Sulla terra ferma Rodea si muove goffamente, in cielo astronavi si danno battaglia senza sapere perché e un invasivo tutorial non fa altro che vomitare nozioni su nozioni mentre il giocatore anche solo tenta, inerme, di capire come passare dal salto alla modalità “pre-volo”a quella di volo effettiva. Un trauma ulteriormente accentuato qualora foste abituati alla mira invertita, visto che il gioco non contempla neppure la possibilità di cambiare a piacimento i comandi. Il trauma diventa presto sconforto. Ci si fa coraggio, si prova a passare indenni primi gruppi di nemici ma ben presto ci si accorge di dover fare i conti con molto più di quanto appare a schermo: la telecamera, infatti, proprio non ne vuole sapere di collaborare e non fa altro che rendere il tutto ancora più frustrante.
Ci vuole un bel po’ per domare il sistema di controllo, capire che in aria non ci si può muovere liberamente e perfino imparare come attaccare i nemici. Dopodiché, una volta fatta conoscenza della principessa Cecilia, improvvisamente, tutto si interrompe. Flash forward mille anni nel futuro e l’avventura può iniziare realmente, impegnati a recuperare la memoria perduta di Rodea e contemporaneamente sventare i piani del malvagio imperatore Geardo desideroso di conquistare l’arcipelago fluttuante di Garuda. I motivi per cui non continuare a giocare sono appena aumentati.
Ci vuole un bel po’ per domare il sistema di controllo, capire che in aria non ci si può muovere liberamente e perfino imparare come attaccare i nemici
Visibilmente concepito attorno alle caratteristiche del Wii Remote e rimandato a oltranza per una serie di problemi interni legati al publisher, che Rodea The Sky Soldier non fosse un titolo figlio dei tempi che corrono era cosa palese: basta un rapido sguardo al materiale promozionale fin’ora rilasciato per accorgersene, ma anche in quel caso sarete anni luce distanti dalla reale arretratezza con cui, oggi, Rodea si appresta a spiccare il volo su Wii U.
GamePad ad alla mano, il gameplay ricorda molto da vicino i classici del genere platform/adventure non molto distanti dagli ultimi episodi tridimensionali di Sonic The Hedgehog, con un’enfasi particolare posta sulle sessioni in volo che non solo danno il nome al gioco ma di fatto dovrebbero rappresentarne la “raison d’etre”. Sulla carta, infatti, l’idea è quella e pure intrigante. Peccato solo che per come sia strutturato il sistema di controllo avere la piena padronanza di Rodea una volta in aria risulta impossibile, relegando a conti fatti l’intera esperienza a puntare semplicemente la strada da seguire, di piattaforma in piattaforma, di nemico in nemico e così via.
Detto così, Rodea The Sky Soldier potrebbe ricordare da vicino uno sparatutto su binari, il che non sarebbe neppure male se giocato con un Wii Remote, vero e proprio punto cardine attorno a cui originariamente costruita la formula. E invece nulla, visto che allo stato attuale l’unico sistema di controllo contemplato è quello, scomodissimo, tramite stick analogico (o pad scorrevole su 3DS), capace di azzoppare, e non di poco, l’intera esperienza. A tal proposito lo stesso Naka ha ribadito più volte che l’esperienza originale su Wii (contenuta all’interno delle prime copie di gioco distribuite) è tutt’ora il modo migliore per godere appieno della sua ultima creazione.
Fra alti e bassi il gioco scorre così, puntando (o meglio, cercando di farlo) scogli volanti uno dopo l’altro nel tentativo di concatenare quante più combo di anelli possibili e rimbalzando da una piattaforma all’altra nnel tentativo di non esaurire la propria riserva di energia di volo. In mezzo, tutta una serie di bonus da raccogliere e collezionabili da scovare, incentivati da un level design anche intrigante ma che fin troppo spesso deve scontrarsi con un sistema di controllo frustrante e una telecamera ingestibile.
Eppure certe volte capita di divertirsi, di riuscire a inanellare combo impensabili, scoprire qualche ghiotta medaglia d’oro a causa di una fortuita deviazione inattesa o anche solo pensare di aver finalmente domato l’ingestibile telecamera: In questi rari casi, Rodea The Sky Soldier riesce anche a dimostrare che in fondo non è così male come può sembrare, che Naka forse ci aveva giusto e che questo modo di fare videogames non è poi così defunto come volevano farci credere. Questo ovviamente fino a che non ti tocca iniziare da capo tutto il livello a causa di una collisione sballata provocata da una telecamera troppo indaffarata ad incastrarsi fra i muri. Ed è allora, in quel preciso momento, che si fa largo l’idea di lanciare il GamePad fuori dalla finestra e vedere se almeno lui riesce a effettuare un volo diritto senza problemi di sorta.
Eppure certe volte capita di divertirsi, di riuscire a inanellare combo impensabili, scoprire qualche ghiotta medaglia d’oro a causa di una fortuita deviazione inattesa o anche solo pensare di aver finalmente domato l’ingestibile telecamera
Ad azzoppare ulteriormente il quadro generale ci pensa poi un comparto tecnico di un’arretratezza sconcertante. Non fosse per l’inconfondibile design “made in Sonic Team” che un minimo risolleva la situazione,Rodea The Sky Soldier potrebbe sembrare in tutto e per tutto un gioco Playstation 2, di quelli degli albori oltretutto. Il risultato è che Rodea e compagni appaiono fin troppo abbozzati e poveri di dettagli, incapaci di rendere giustizia ai comunque pregevoli artwork statici che intervallano l’avventura durante le scenette fra un livello e l’altro. La situazione non migliora neppure spostando l’attenzione sugli scenari e gli elementi di contorno visto che ad alcuni scorci particolarmente ispirati si contrappongono spesso e volentieri paesaggi di una desolazione imbarazzante dalla dubbia realizzazione.
Paradossalmente a uscirne avvantaggiata da una tale arretratezza tecnica è invece la sua controparte per 3DS laddove la minore risoluzione degli schermi della console portatile riesce a mitigare più che decentemente il terribile impatto grafico globale del gioco. Identico sotto praticamente ogni punto di vista, dal comparto tecnico a quello ludico (visto che su Wii U l’utilizzo del GamePad non è pervenuto se non per quanto riguarda la possiiblità di giocare con la TV spenta), Rodea The Sky Soldier su 3DS utilizza lo schermo inferiore per ospitare i commenti di Ion e le icone per il cambio rapido delle armi, una caratteristica che sicuramente non farà gridare al miracolo ma che comunque risulta ben implementata e permette una gestione più agevole dell’inventario.
Oltre a ciò segnaliamo infine la possibilità di poter ricorrere ad alcune delle caratteristiche peculiari del portatile Nintendo per ampliare l’esperienza di gioco. Fra queste, il 3D stereoscopico e i sensori di movimento, anche se viste le precedenti magagne che di tutto fanno per andare contro il giocatore, il suggerimento è quello di ignorare tali aggiunte e, letteralmente, sorvolare.
In Conclusione…
Ci dispiace veramente tanto ammetterlo, ma così come è al momento, forse sarebbe stato meglio cheRodea The Sky Soldier non avesse mai visto la luce della pubblicazione. Tutto, dal gameplay al comparto tecnico passando per la trama e alcune scelte stilistiche risultano eccessivamente anacronistiche e, delle volte, persino prive di criterio anche per un gioco “vecchio”. Che si parli della versione Wii U o 3DS poco cambia in termini valutativi (differendo le due soltanto per alcune peculiarità legate all’hardware su cui girano), il lavoro di conversione svolto svolto da Kadokawa Games è talmente problematico da risultare insoddisfacente da qualsiasi punto di vista lo si osservi.
È quindi con profondo rammarico che ci sentiamo di sconsigliare Rodea The Sky Soldier, anche ai più ferrei sostenitori delle di Yuji Naka, le sue opere e, soprattutto, Nights into Dreams. Il potenziale c’è e si sente, ma allo stato attuale, senza WiiRemote, è veramente difficile riuscire a trovare anche solo un valido motivo per cui valga la pena giocarci.
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