Checché se ne dica, quello del sandbox creator è uno dei generi più apprezzati e in voga tra milioni di giocatori negli ultimi anni. Vuoi perché la creatività ha sempre il proprio fascino – anche all’interno di un videogioco, vuoi perché l’avvento della condivisione social e la creazione di community di gamers appassionati ha concesso di mettere orgogliosamente in mostra il frutto delle proprie fatiche, i titoli in cui si “crea” effettivamente qualcosa sono diventati rapidamente una realtà. Addirittura un fenomeno su scala mondiale, a ben vedere, se consideriamo gli effetti di quella gallina dalle uova d’oro chiamata Minecraft. La ricetta, del resto, è semplice: un gameplay essenziale di cui, volendo, ci si può anche dimenticare, un editor accessibile anche dagli utenti meno esperti e una varietà di opzioni di costruzione da far impallidire un architetto. Metteteci pazienza e parecchio tempo libero, uniteli alla fantasia e il gioco è fatto. Se il signor Notch in questo istante sorseggia un Martini nella sua enorme piscina riscaldata all’interno della sua ancor più enorme villa, un motivo ci sarà.
Il “piccolo” Terraria, che piaccia o no, deve molto a Minecraft. Con lui condivide la filosofia “creazionista” di gioco, l’abbordabilità delle meccaniche e la pressoché totale devozione alla fantasia dell’utente, chiamato ancora una volta a sbizzarrirsi un po’ come gli pare sfruttando al meglio quanto disponibile all’interno dell’inventario. Non è dunque un caso se, nei primi mesi di gestazione del titolo Re-Logic, vennero sprecati complimenti del calibro di “clone depotenziato di Minecraft, con una dimensione in meno“: giudizi frettolosi ed immeritati, bruciati dalla luce del successo planetario raggiunto dal titolo nei mesi successivi. Un titolo che, è vero, difficilmente riuscirà a scrollarsi di dosso l’ombra della creatura di Mojang: ma bastano poche ore in compagnia di Terraria per accorgersi di come, picconata dopo picconata, le differenze siano sostanziali. Anche in questa versione portatile per 3DS, che segna l’esordio della serie sul continente Nintendo prima dello sbarco definitivo su Wii U. Riuscirà la piccolina che arriva da Kyoto a replicare il successo raggiunto dal titolo sulle altre piattaforme? La risposta purtroppo è un tiepido “nì“, e ora vi raccontiamo perché.
Può sembrare un’affermazione banale, ma la versione 3DS di Terraria ha un tutorial. Ne sanno qualcosa i possessori della versione PC, per i quali non è mai stata disponibile una spiegazione delle principali meccaniche di gioco: crafting, esplorazione e attacco. Non che la comprensione dei pilastri fondamentali del gameplay di Terraria rappresenti uno scoglio così aspro da apprendere e digerire: senza contare che, un titolo giunto ormai all’ennesimo porting nell’arco di pochi mesi difficilmente necessità di troppe presentazioni. Tuttavia Re-Logic fa le cose per benino, e non solo riesce a rendere meno traumatico l’inizio dei lavori per quei giocatori curiosi che non hanno ancora avuto modo di cimentarsi col celebre sandbox, ma cerca di mettere a proprio agio i veterani del brand introducendoli all’integrazione tra il classico inventario e lo schermo touch dell’hardware Nintendo. Non fosse che, in certi frangenti, tale integrazione proprio perfetta non è.
Partiamo proprio dall’inventario, visto che sarà il cuore nevralgico di gran parte della nostra avventura. Terraria per 3DS si basa sulla versione 1.3.0.1 del titolo originale PC, riprogettandone però da zero l’interfaccia: una scelta coraggiosa, ma non perfettamente riuscita. Tre le schede a portata di pennino: nella prima troveremo l’elenco degli oggetti a nostra disposizione. Armi, pozioni, legno, mattoni di pietra o di fango: qualsiasi cosa venga raccolta nell’universo di gioco finisce qui dentro, sino ad esaurimento dello spazio – evenienza che capiterà sin troppo spesso, costringendo chi gioca a draconiani abbandoni di oggetti qualora non fosse possibile venderli. La possibilità di sfiorare il touchpad della console e di selezionare l’item prescelto con un tap è un toccasana, ma la mole impressionante di item unita alle dimensioni ridotte dello schermo inferiore finiscono spesso per obbligare il giocatore a scorrere a lungo nell’inventario, lasciandolo del tutto esposto a numerosi pericoli.
La seconda scheda è dedicata al personaggio, e al suo interno trovano spazio gli slot per le armature e per altri equipaggiamenti accessori, dalla valenza estetica. In un titolo dove il combattimento è tutto tranne che una componente secondaria, la giusta armatura può fare la differenza – soprattutto di notte o in qualche dungeon nelle profondità della regione. Se vi state chiedendo come ottenerla, basterà ammucchiare i materiali necessari per craftarne una nuova, all’interno dell’apposita sezione dell’inventario. “Gambe in spalla” è più di un semplice motto in Terraria, visto che sarà necessario esplorare la mappa in lungo e in largo e raccogliere gli oggetti corretti in modo da sbloccare gli item più interessanti, siano essi armi o strutture con cui abbellire la propria dimora.
La creazione di un’abitazione rappresenta la prima operazione che sarete chiamati a compiere una volta avviata la partita. Questo perché da un lato è sempre utile avere un luogo dove craftare armi e altri oggetti in totale comodità, dall’altro poiché di notte le creature che scorrazzano là fuori tendono a diventare particolarmente aggressive. Potrete optare per una dimora umile e funzionale, dotata di banco di lavoro e focolare da cui partire per una delle numerose avventure disponibili, oppure investire parte del tempo nella creazione di una casa grande e accogliente o, perché no, di un villaggio più complesso in cui attirare altri NPG. Maggiore il numero di ospiti nel nostro paesino, maggiori le frecce a disposizione dell’arco: negozianti, dottori, maniscalchi rappresentano soltanto alcune delle classi con cui avremo a che fare, e con cui potremo interagire tramite un sistema di transazioni a moneta di gioco ragionevolmente soddisfacente. Il tutto, chiaramente, a totale discrezione del giocatore, che in questa variante portatile potrà ricorrere all’ausilio del cosiddetto Precision Mode per scavare o costruire i muri con una precisione nettamente maggiore. L’importante è avere abbastanza risorse (legno, roccia, terra o quant’altro) per tirar su le proverbiali quattro mura: si torna dunque al concetto di esplorazione, tenendo bene a mente (qualora non fosse ancora abbastanza chiaro) che gli abitanti dell’universo di Terraria non sono propriamente pacifici.
L’enfasi posta su armi e armature è tutto tranne che casuale: al di fuori della nostra casetta i pericoli sono svariati tanto di giorno quanto – e soprattutto – di notte, e spaziano dagli intramontabili zombie a creature collose che saltano con un ombrello, passando per avvoltoi dal pessimo umore a creature furibonde che popolano i dungeon. In Terraria non esiste una curva di difficoltà vera e propria: non sarà infatti così raro ritrovarsi a scavare un filone di metallo e scovare l’accesso ad un’area sotterranea, piena zeppa di mostriciattoli ben più potenti del nostro alter ego ai quali la nostra spada di legno fa un simpatico baffo. Ecco che una spada infuocata può fare al caso nostro, rendendo meno ostico il cammino verso l’immancabile boss fight conclusiva. L’assenza di una storia nel senso stretto del termine rende di fatto queste sezioni del tutto facoltative (nessuno vieta di scappare a gambe levate dal dungeon non appena una creatura alta un paio di pixel in più compaia sullo schermo), fermo restante che sconfiggere le creature più arcigne premierà con un drop più utile e benevolo del solito.
Avrete dunque capito che, anche in questa incarnazione 3DS, un giocatore di Terraria alle prime armi di cose da fare ne avrà parecchie. Lo stesso discorso non si applica tuttavia ai “costruttori” più esperti, magari provenienti dall’aggiornatissima versione PC e alla ricerca di un’esperienza di gioco portatile equiparabile. Le ovvie limitazioni dell’hardware Nintendo, non certo più giovanissimo, si fanno sentire soprattutto in termini di memoria: e se una testa deve cadere, la prima riguarda senza dubbio le dimensioni della mappa, decisamente meno generose rispetto a qualsiasi altra versione attualmente disponibile. Lo ribadiamo ancora una volta, Terraria su 3DS ha materiale a sufficienza per incollarvi la portatile tra le mani intere settimane: diciamo che, dovendo per forza di cose fare un paragone col precedente operato di Re-Logic, la matematica gioca a sfavore. Discorso analogo per il comparto grafico, che offre una pixel art coloratissima dal retrogusto a 16 bit ancorato ai 30 frame al secondo nei 3DS di passata generazione – contro gli sfavillanti 60 ad appannaggio del New 3DS. Dove il dente duole davvero, però, non è tanto nell’assenza totale di un effetto 3D (che diciamocelo, poco o nulla avrebbe aggiunto all’esperienza di gioco), ma – e permetteteci, purtroppo – nel brusco taglio della componente multiplayer del titolo, uno degli aspetti meglio riusciti delle restanti versioni che viene sopperito in minima parte dalla connettività ad hoc per quattro giocatori – ciascuno con la propria copia del titolo. Meglio di nulla …
In Conclusione …
Che Terraria fosse un fenomeno videoludico tutto tranne che trascurabile lo si sapeva già da tempo. Dopo essere apparso su PC, console domestiche e persino dispositivi mobile, la creatura a nove zeri di casa Re-Logic salta la barricata e, non certo senza attesa, atterra nei lidi della Grande N. Un porting non scontato per un titolo che, a ben vedere, non teme la soluzione di gioco in mobilità. Ma se da un lato le premesse erano delle più rosee, con un’integrazione idilliaca tra gameplay e librerie touch della console, la prova sul campo ci ha condotto a risultati meno entusiastici. Sì, Terraria su 3DS è un titolo che ha ancora molte cose da dire e che, se amate il genere, minaccia di rubarvi in modo indiscriminato parecchia vita sociale: ma nel nutrito set di declinazioni attualmente disponibili, probabilmente è quella meno appetibile e completa.
I motivi li abbiamo già elencati: una gestione dell’inventario brillante sulla carta ma spesso confusionaria, la riduzione drastica della mappa di gioco e l’assenza di una componente multiplayer avulsa dalla connessione ad hoc della console pesano non poco, specie per tutti quelli che Terraria lo conoscono bene. Difficile dunque consigliare a questi ultimi una nuova run su 3DS, visto che troveranno ben poche cose inedite sotto il sole. Per tutti gli altri, l’ultima conversione di Re-Logic potrebbe rappresentare lo stimolo ideale da cui far partire la propria carriera nel pianeta dei sandbox creator: pixel dopo pixel, dopotutto, c’è un gran bell’universo da esplorare.
Voto: 7
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