Presentato alla Gamescom del 2014, The Tomorrow Children è un enorme sandbox survival, severo e rigoroso, ambientato in un futuro post-apocalittico nella Ex Unione Sovietica in cui non ci sono né eroi né esseri umani ma semplicemente dei cloni, semplici ed essenziali.
Un esperimento sovietico mal riuscito ha rinchiuso la superficie terrestre in un guscio bianco noto come Void. Il mondo è ormai ridotto a un luogo desolato e sterile e con esso sono scomparsi gran parte degli esseri umani, ma una parte di loro è tornata sotto forma di bambole matrioska, ora pronte a preservare e a ricostruire sul Void, lontano ricordo di ciò che un tempo era la Terra. Inoltre i timori delle persone rinchiuse nel Void si sono materializzati sotto forma di mostri giganti noti come Izverg e i superstiti continuano a vivere nella paura, soggiogati da questi esseri che hanno un solo obiettivo: distruggere.
Al primo avvio di The Tomorrow Children ci si trova dinnanzi a uno spettacolo surreale, rappresentato da un mondo vuoto e sconfinato in cui è situato un televisore a tubo catodico collegato al nulla nel quale compare una figura misteriosa, un despota se vogliamo, che dà le prime linee guida prima di mettersi al lavoro. Dopo aver finito questa sorta di addestramento, si acquisiscono i privilegi della borghesia: ovvero si possono iniziare a costruire vari edifici insieme al diritto di voto. Ora è tutto in mano al giocatore, che deve lavorare sodo per costruire una società pacifica caricando la città di risorse per far si che la stessa possa essere un luogo sicuro dove poter vivere.
La beta di The Tomorrow Children che abbiamo provato aveva una durata davvero breve, all’incirca 3 ore, probabilmente una sorta di stress test per testare l’infrastruttura e dare un primo assaggio ai giocatori, ma che ci ha comunque dato un’idea su quello che il gioco è in grado di proporre. Bisogna dire che non si viene seguiti nel corso dell’avventura e sta al giocatore capire di cosa necessita la città, cosa fare e soprattutto dove andare. Il duro lavoro, rappresentato dalla raccolta delle risorse necessarie per le edificazioni, viene retribuito con dei buoni che possono essere spesi per l’acquisto di strumenti, vestiario, gadget e affini. Parallelamente esiste il mercato nero, proposto dai birbaccioni negozianti che offrono strumenti modificati e molto più potenti; mentre le guardie danno sottobanco potenziamenti e documenti illegali. Tutto ciò deve essere pagato con denaro e non con i buoni lavoro, e questa valuta può anche essere trovata casualmente a terra, come il più classico dei loot.
Per costruire i vari edifici, una volta trovate tutte le risorse necessarie, si devono risolvere dei piccoli rompicapirappresentati, nella beta, da varianti del “gioco del 15” da portare a termine in un tempo limitato. Anche in questo caso se si fallisce si può pagare una lauta “mazzetta” per la sua risoluzione.
Ovviamente oltre ad essere costruita, la città va anche difesa dagli attacchi degli spietati mostri creati dal Void, veramente ostici da buttare al tappeto, dovendo ricorrere ad armi sempre più potenti che si possono acquistare nei negozi o sempre nel sopracitato mercato nero.
Dal punto di vista grafico The Tomorrow Children risulta pulito e con nessun calo di framerate evidente, nonostante fosse una semplice versione di prova, e quindi con ulteriori margini di miglioramento. L’unico neo sembra essere il rischio di una ripetitività imbarazzante, con frustrazione annessa se non si trovano le giuste “compagnie” e non ci si organizza in un lavoro di squadra. Tuttavia è ancora presto per dare un verdetto finale, fiduciosi che gli sviluppatori abbiano molto altro in serbo.
Q-Games sembra si stia davvero impegnando per confezionare la migliore esperienza possibile, probabilmente loro stessi ispirati dallo slogan “lavorare sodo per il bene del popolo”.
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