News 14 Feb 2016

Hitman – Impressioni dalla Beta

Nome in codice 47

Nel mondo dei videogiochi, l’Agente 47 è uno di quei personaggi che non necessita di molte presentazioni. Freddo, spietato, calcolatore e lucido come una palla da biliardo, l’antieroe protagonista del franchise Hitman è riuscito a far breccia nei cuori di molti giocatori nelle ultime tre generazioni di console: una narrazione di alto livello ed appassionante da un lato, un gameplay open world e dal ventaglio di soluzioni estremamente aperto dall’altro, hanno permesso al carismatico sicario di diventare una figura iconica all’interno del nostro medium – al punto da vederlo protagonista di due adattamenti cinematografici in quel di Hollywood.

Hitman nasce la bellezza di sedici anni fa su PC (Hitman: Codename 47), apparendo da allora altre quattro volte su PC e console con altrettanti capitoli maggiori seguiti a breve passo da Sniper Challenge, un insolito spin-off dedicato a chiunque avesse preordinato Absolution. E proprio da Absolution dobbiamo iniziare, se vogliamo apprendere appieno le novità di questo “nuovo” Hitman. Che il quinto capitolo della saga sia stato ricevuto positivamente da critica e pubblico è un dato di fatto: un ottimo comparto grafico unito ad una sceneggiatura articolata conferirono al titolo un appeal fortemente cinematografico – merito anche ad una serie di colpi di scena particolarmente azzeccati e ad un charachter design, specie nelle fila nemiche, di primissimo ordine.

Tuttavia, Absolution non fu un titolo perfetto: soprattutto per gli aficionados del franchise, che nella forte linearità e nella drastica riduzione delle opzioni open-world videro una sorta di tradimento dei canoni tradizionali. L’Agente 47 era sì in piena forma e aveva ancora parecchio da dire nel proprio peculiare panorama stealth, ma nell’ultimo capitolo delle avventure di 47 la componente action era preponderante. Inutile dire che le critiche raggiunsero rapidamente i piani alti di IO-Interactive, che altro non poté fare se non promettere un ritorno in grande stile di uno dei propri personaggi di punta.

Ed eccoci arrivati ad oggi, a quattro anni e una generazione di distanza, con un nuovo Hitman pronto al fatidico salto su PC e console next. Un salto “diverso” da come ce l’eravamo immaginato, vista la scelta del Publisher di commercializzare il sesto titolo ufficiale in un inedito formato episodico: non che il malumore dei giocatori nelle ultime settimane non si sia fatto sentire a tal proposito, ma dopo aver giocato approfonditamente la Closed Beta per un paio di giorni iniziamo a pensare che quella di IO-Interactive e Square Enix potrebbe essere davvero la scelta più saggia. Che non significa affatto quella eticamente più corretta, ma ci arriviamo tra un po’.

hitman 2

Partiamo dalle cose importanti, cosa abbiamo provato. All’interno della Closed Beta è disponibile l’intero Prologo del nuovo Hitman, composto da due scenari differenti ove sbizzarrirsi con le tecniche principali dell’assassino. La decisione dello sviluppatore di mascherare un banale tutorial da prologo a tutti gli effetti, collocato 20 anni prima degli avvenimenti Parigini che verranno poi narrati nel gioco principale, è brillante soprattutto in termini narrativi. Possiamo infatti assistere all’addestramento di un 47 alle prime armi (si fa per dire) all’interno delle mura segrete dell’ICA, nascosta in una roccaforte inaccessibile in una gola sperduta ad alta quota.

Le due missioni a disposizione, trattandosi di un addestramento in piena regola, sono una simulazione di Contratto in ambiente controllato. La loro impostazione è quella classica, articolata nelle fasi di incursione nel luogo prestabilito, identificazione del bersaglio ed eliminazione, possibilmente senza allertare i presenti. Nel corso della prima missione, ambientata a bordo di uno yacht di lusso, il nostro obiettivo è Kalvin Ritter, uno spregiudicato ladro informatico immerso fino alle orecchie in affari illeciti. Si tratta di una situazione abbastanza comune per i fan della serie, con un bersaglio preciso che si muove in ambienti affollati – fattore che, intuitivamente, rende molto difficile l’attacco diretto ma che, allo stesso tempo, permette a 47 di muoversi senza dare troppo nell’occhio. La beta offre due varianti di questa missione: un tutorial vero e proprio, in cui al giocatore viene astutamente suggerita la soluzione più lineare per eliminare l’obiettivo, e una seconda run, sbloccata una volta terminata la prima, in cui gli viene espressamente richiesto di improvvisare soluzioni via via differenti.

Già da questo dettaglio dovreste intuire uno degli aspetti più interessanti di questo Hitman: la versatilità. Esattamente come nei capitoli originali della serie, ciascun livello assume i connotati di uno scenario open world al cui interno il giocatore può dare il meglio di sé sino a trovare la soluzione ideale. Un ventaglio di possibilità che non rimane limitato alla sola eliminazione del bersaglio – su cui, inutile dirlo, la fantasia degli sviluppatori si è sbizzarrita: sappiate soltanto che esistono tre modi diversi per salire a bordo della nave. La libertà d’azione, insomma, è totale: a dimostrazione che le promesse di IO-Interactive, a seguito delle critiche su Absolution, sembrano essere mantenute. Sia chiaro, nessuno negherà che sia possible imbracciare un fucile, freddare l’obiettivo e correre come dei pazzi sino al punto di fuga cercando di evitare il piombo nemico: non facilissimo, ma non per questo meno efficace. Con una scelta del genere, tuttavia, ci si priverebbe irrimediabilmente di uno degli aspetti più divertenti del gioco, che con una serie di “obiettivi secondari” incoraggia ad eliminare Ritter prima con la classica corda di pianoforte, facendolo esplodere o perché no, affogandolo in un gabinetto dopo avergli fatto ingerire del veleno per topi.

hitman

Una volta nel vivo dell’azione, il modus operandi è quello tradizionale dell’Agente 47: movimenti silenziosi, basso profilo, un pizzico di intuito e, cosa più importante, camouflage. Il travestimento rappresenta ancora una volta un’arma tutto tranne che trascurabile (nonostante sia possibile completare la missione senza cambi d’abito), fermo restante che non sarà sempre sufficiente ad ingannare l’altrui spirito di osservazione. Alcuni nemici, marchiati con un punto bianco sopra il capo, hanno una certa predisposizione a stanare 47 qualora indossi l’abito sbagliato: sfoggiare un abito da marinaio davanti al proprio Capitano, ad esempio, può non essere la soluzione ideale. Sarà necessario muoversi con circospezione, cercando di evitare gli sguardi di alcuni individui, stordendone altri solitari che pattugliano percorsi alternativi o utilizzando a proprio vantaggio la meccanica dell’Istinto: grazie a questo “potere”, 47 può intuire i movimenti di persone anche a distanza di metri, identificando quali tra queste possano potenzialmente riconoscerlo e far saltare il travestimento.

Se le 13 sub-mission che questa Beta propone per l’omicidio di Ritter vi sembrano troppo facili, le cose si complicano sensibilmente nella seconda sfida proposta: l’eliminazione di Jasper Knight, spia americana filo-russa tenuta sotto sorveglianza in una base militare sovietica rigorosamente zeppa di soldati armati sino ai denti. Tocca dunque essere non solo silenziosi, ma anche veloci e sicuri delle proprie azioni: girare troppo a lungo con gli stessi vestiti, ad esempio, aumenta sensibilmente il rischio di essere individuati, laddove entrare in aree riservate con l’abito sbagliato è sinonimo di morte certa. In questo secondo Contratto possiamo osservare una libertà decisionale ancora maggiore di quella del livello precedente: potremo avvelenare Knight, soffocarlo, ucciderlo tramite elettrocuzione o, giusto per dirne una memorabile, farlo salire a bordo di un jet dopo averne sabotato il meccanismo di espulsione. Tutti elementi che, inesorabilmente, fanno ripensare alla vera essenza di Hitman: l’attacco ponderato più volte, figlio della pianificazione, dello studio attento, dell’esplorazione dell’area di gioco centimetro su centimetro sino all’elaborazione di una strategia vincente – che, puntualmente, verrà modificata in itinere grazie alla scoperta di altri particolari interessanti.

hitman 1

Alla luce di quanto analizzato sinora e considerando la presenza dei Contratti Online con annessi obiettivi specifici disponibili dal lancio dell’IP, verrebbe quasi automatico dire che, il prossimo 11 Marzo, tutto sembri essere pronto per un ritorno di Hitman ai massimi livelli. A frenare questo ottimismo, tuttavia, ci pensa un comparto tecnologico ai limiti del preoccupante: quanto da noi provato ha portato alla superficie una situazione non certo rosea sull’attuale stato dello sviluppo, afflitto da bug e momenti di instabilità evidenti. Stiamo pur sempre parlando di una beta, è vero, ma considerando che la finestra che ci separa dal rilascio del gioco è inferiore ad un mese, viene quasi difficile capire se e come lo sviluppatore potrà correggere la lunga lista di imperizie da noi ravvisata: qualcosa come cali preoccupanti di frame rate tanto nell’ingame quanto nei video, collisioni imprecise, ragdoll dei corpi poco verosimile e, in più di qualche caso, modelli di nemici abbattuti che si incastrano a mezz’aria rendendo di fatto impossibile l’occultamento del corpo. A voler essere particolarmente maliziosi, la decisione di Io-Interactive e Square Enix di rendere Hitman una “tripla A a episodi” sembra virare pericolosamente in questa direzione, quasi a voler garantirsi un delta ulteriore di tempo per affinare lo sviluppo dei capitoli successivi, correggendo il tiro il più possibile, senza dover incombere in un ritardo sull’uscita.

Si tratta, teniamo a sottolinearlo, di semplici impressioni. Saranno settimane di fuoco per il team di sviluppo, che in questi 20 giorni abbondanti avrà parecchie cose da sistemare per rendere perfetto il Prologo di questa tanto attesa avventura. Al netto di questo, possiamo affermare già da ora che, sul fronte gameplay, IO-Interactive ha mantenuto la parola data, scavando nelle proprie radici e riportando alla luce quella giocabilità complessa, poliedrica e “a molte variabili” che aspettavamo da una manciata d’anni. Le premesse, insomma, sono ottime: speriamo che l’Agente 47 sia all’altezza.


 

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