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Drangleic
Differenze con il primo capitolo
Avevamo parlato di molte analogie tra i Dark Souls eppure già dal secondo capitolo si incontrano sostanziali differenze. Premettiamo già da ora che non sarà possibile arrivare a conclusioni e teorie che abbiano basi solide per essere giustificate ma saranno pure speculazioni, molte più di quelle esposte nelle pagine precedenti.
You, neither born with greatness, nor granted it by the fates. What is it that you seek?
Il motivo di ciò si può già trovare nei primi minuti di gioco. In Dark Souls il protagonista è un non morto prescelto, dotato di un’anima speciale e la sua missione è chiara: porre fine alla maledizione del non morto, implichi tale gesto un sacrificio o l’ascesa del Lord Oscuro. In Dark Souls II invece l’identità del protagonista è semplicemente quella di un non morto Portatore della Maledizione, attratto nel mondo di Drangleic (da dove?) quando in cerca di una cura per la maledizione che lo sta lentamente trasformando in Hollow. Non c’è alcuna profezia o pellegrinaggio da compiere se non quello di cercare di ascendere al titolo di monarca, guidato solo da un’indole prometea.
Peer closely at an effigy, and one begins to perceive a human form, but whose form it takes depends on the person looking
L’umanità è un’entità scomparsa e sostituita dall’Effigie Umana. Tutto il possibile simbolismo che legava oscurità e umanità è difficilmente richiamabile poiché dalla descrizione si evince solo che sia uno strumento in grado di posticipare la trasformazione in Hollow e mantenere la propria personalità.
Se nel primo Dark Souls questo percorso si traduceva nel collezionare le anime dei quattro Lord, nel secondo capitolo viene si riproposto lo schema di quattro “grandi esseri” ma non vi è alcun motivo apparente per collezionare le loro anime se non quello di dare un pretesto per esplorare a pieno questa nuova landa.
Instead of the lightning powers that he once possessed, he attacks with the power of Darkness. Is this truly the same proud knight we faced in Lordran so long ago? If so, the flow of time is distorted, indeed. If not, then where else could this Old Dragonslayer have come from?
E ancora una volta, riproponiamo il concetto che lo scorrere del tempo è tutt’altro che lineare in Dark Souls. In particolare, l’epoca in cui è ambientato il secondo capitolo è ipoteticamente situata molti anni successivi alle vicende del prescelto per numerosi indizi disseminati lungo tutta Drangleic. Alcuni luoghi possono essere facilmente ricondotti a quelli di Lordran e alcuni boss sembrano essere “reincarnazioni” dei loro personaggi, facendo intuire una sorta di immortalità dell’anima che preservi almeno i ricordi o le personalità dei loro precedenti possessori.
Once, people tried to round up the Undead and hide them away from the world. They thought that imprisoning the Undead would solve the problem. They created a towering bastille to contain them, but in the end, it did no good
Anche la geografia di Drangleic, sebbene con percorsi e aspetti diversi, ha la stessa struttura di Lordran in un universo dungeon che collega vari luoghi. I modi di viaggiare e di spostarsi sono ovviamente diversi e ogni città non connessa con le stesse distanze e modalità. Soprattutto l’ordine geografico che avevano in precedenza è in qualche modo stravolto ma è indubbio che rappresentino luoghi del passato: ad esempio la Bastiglia Perduta è il Santuario dei non morti, Eleum Loyce è l’antica Izalith vista la presenza della fiamma del caos creata dalla strega e così via.
Re Vendrick
What makes a king? Some say that it is birthright, while others call it destiny. Perhaps it is not important, as long as the king’s name serves to unite his people
Iniziamo con l’esaminare il personaggio forse più importante. Vendrick era il re di Drangleic e la leggenda narra di come in passato abbia sconfitto quattro grandi esseri (ricorda niente?) con l’aiuto di suo fratello Aldia per costruire il proprio regno. Le anime dei grandi esseri crearono una stanza nelle profondità del futuro castello di Drangleic, il Trono del Desiderio. Tale caverna viene descritta come il luogo dove il vero trono risiede ma Vendrick rimane all’oscuro della sua esistenza per la maggior parte della sua vita. Dalla descrizione dell’anima del re si evince inoltre che Vendrick abbia stabilito un legame con il fuoco ma in maniera diversa a quella mostrata nel primo capitolo, in cui l’atto comportava la propria immolazione.
Già da questa piccola premessa possono sorgere varie teorie su quale sia stato il ruolo di questo personaggio. Vendrick difatti ricorda molto il prescelto del primo capitolo che abbia tuttavia scelto un’alternativa al finale binario. In assenza di altri dettagli però bisogna accettare che le modalità per far proseguire l’era del fuoco siano state semplicemente diverse e meno cruente di quelle mostrate in precedenza.
I subdued the Giants, and claimed their strength. So that I might step closer to fire…
Durante il suo governo di relativa prosperità una donna di nome Nashandra dotata di bellezza straordinaria si presentò a Vendrick e divenne in seguito sua moglie e regina di Drangleic. Spinto dal consiglio della sua consorte ad attraversare il mare e a debellare una minaccia per recuperare qualcosa a lei caro, Vendrick viaggiò in una terra popolata da giganti contro cui combatté per poi portarne degli esemplari come prigionieri. Gli esperimenti sui giganti portarono a una comprensione maggiore sulla natura dell’anima fino a manipolare quelle delle loro cavie per creare i golem, statue di pietra o metallo animate come fossero vive.
Did you see him? That towering monster among them. That is most certainly their King
La pace però non durò a lungo. I giganti, in cerca di vendetta, assaltarono il regno di Drangleic guidati dal loro re. La lunga guerra si concluse con la ritirata dei giganti e il regicidio del loro sovrano ad opera di un misterioso guerriero che si rivelerà poi essere il protagonista durante un viaggio temporale simile all’evento dell’Abisso del primo capitolo.
The King was wasted away, a shadow of his former self, but still held something dear
Il regno fiaccato dall’estenuante conflitto fu ulteriormente indebolito dalla maledizione del non morto. Vendrick e suo fratello Aldia cercarono una soluzione che non comportasse né l’immolazione per ravvivare il Fuoco Primordiale né la venuta dell’era degli uomini, quella dell’oscurità. I non morti vennero esiliati (forse in un’altra terra o nella prigione della Bastiglia Perduta) e molti esperimenti effettuati. Quando però Vendrick intuì la vera natura della sua consorte e la sua brama di potere, ovvero quella di portare il mondo nell’era dell’oscurità, decise di ostacolarle l’accesso al Trono del Desiderio nascondendo le chiavi per accedervi. Con la sua guardia personale Velstadt si diresse nella Cripta del Non morto e lì vi restò fino a che la maledizione non prese il sopravvento, trasformandolo in Hollow.
Seeker of fire, conqueror of Dark. I, too, sought fire, once. With fire, they say, a true king can harness the curse. A lie.
But I knew no better…
Sebbene nell’era presente non sia possibile avere una conversazione coerente con la versione trasformata del re, grazie all’oggetto Cuore della Nebbia Cinerea è possibile viaggiare attraverso le memorie dei defunti e interagire con esse. Dal dialogo con Vendrick si evince come egli sia consapevole del suo fallimento nel trovare un’alternativa e incoraggia il protagonista a cercare la propria risposta collezionando le corone di altri tre re per acquisire più potere.
Nashandra
Nashandra was born of the Dark with an insatiable lust for strength
Consorte di re Vendrick, la sua anima è un frammento di quella originale di Manus, Padre dell’Abisso. Incoraggia per tutta l’avventura il protagonista nel perseguire il trono, salvo poi rivelare le sue vere intenzioni di usurparlo per sé solo una volta che viene sbloccato l’accesso al Trono del Desiderio. Persegue quindi l’obiettivo di portare Drangleic nell’era dell’oscurità. A differenza degli altri frammenti, Nashandra non sembra aver mai nutrito sentimenti di amore per il proprio re ed è sempre stata guidata dalla brama di acquisire più forza.
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