Milano – Di giochi simulativi nel mercato ce ne sono tanti, ma alcuni lasciano un’impronta così profonda nel gaming da restare nei cuori dei giocatori, specialmente se si parte dai tempi di PS1. Gran Turismo sarebbe dovuto arrivare a breve su PS4 per dare ai fan qualcosa di finalmente superlativo, pronto a riprendersi il trono di Sony, quasi “usurpato” da Driveclub. Eppure, da tradizione Polyphony Digital, Gran Turismo Sport è stato posticipato più volte e ha lasciato continuamente i fan con un pugno di mosche.
È un peccato, perché, dai primi tempi della presentazione a Londra, Gran Turismo Sport è cresciuto molto, dimostrando un netto percorso di miglioramento sotto ogni punto di vista. Per quanto i primi trailer sembrassero infatti entusiasmanti, la grafica ed il feeling del gioco non rispettavano del tutto ciò che si era visto: dopo qualche mese, precisamente all’E3 2016, si è però notato il cambiamento, trascinato ora anche a Milano.
Forse perché si tratta di una fiera consumer, forse perché il popolo italiano è avido di videogiochi, la prova di Gran Turismo Sport è stata piuttosto esaustiva per quanto riguarda la guida in sè, ma con un dettaglio da rilevare che verrà approfondito più avanti. Ci eravamo lasciati a Los Angeles con una rimappatura completa delle luci e dei riflessi sulle auto, elementi imprescindibili quando si parla di fotorealismo per simulatori. Rispetto alla precedente demo di Londra, infatti, i passi in avanti erano stati notevoli, ma non ci si aspettava un ulteriore salto di qualità anche per la fiera milanese. Oltre agli effetti d’illuminazione sulle carrozzerie, si viene letteralmente immersi in quelli ambientali: il riflesso sulla strada ormai è estremamente rodato, ma entrare ed uscire dalle gallerie dà ora una sensazione di totale immersione, poiché, come nella realtà, l’occhio deve abituarsi gradualmente a cambiamenti così repentini dell’illuminazione. Non sarà dunque facilissimo mantenere la concentrazione all’uscita, visto che il Sole ce la metterà tutta per accecarci.
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Oltre a questo c’è poco da dire sulla parte grafica: si sta raggiungendo generalmente un livello in cui è difficile percepire cambiamenti da un gioco all’altro, specialmente se si alza così tanto l’asticella. Tolto un framerate che ancora si attesta a livelli molto bassi, a fare la differenza sono dunque i contenuti attorno alle singole auto: nella serie di Forza Motorsport c’è ad esempio Forzavista che permette di addentrarsi nelle vetture, mentre in Gran Turismo Sport viene offerto un panorama completo sull’auto durante il periodo di loading prima della gara. Per gli amanti dei dettagli e della conoscenza delle vetture, questo ovviamente è il paradiso: tutte le informazioni sull’auto in uso ci vengono mostrate in una sorta di showroom, che presenta una quantità invidiabile di caratteristiche e descrizioni.
Una volta poste le quattro ruote sul circuito, si capisce finalmente di che pasta è fatta la fisica di Gran Turismo Sport: la prova ovviamente è stata effettuata con un set da guida piuttosto corposo, con tanto di force feedback tarato appositamente per il gioco. Il risultato è stato del tutto convincente, con le auto che risentivano al punto giusto delle forze che si possono esercitare in curva, in frenata ed in accelerata: migliora sensibilmente la gestione di sottosterzo e sovrasterzo, ora percepibili più chiaramente e dunque prontamente risolvibili se si ha una buona manualità.
L’azione più facile durante la gara è tenere controllati i vari parametri dell’auto: Gran Turismo Sport ha infatti uno degli HUD più completi ed esaustivi tra tutti i simulatori di corse. Nonostante il rischio sia di riempire troppo lo schermo e confondere il giocatore, la disposizione dei vari valori ed il loro stile minimale permettono proprio che ciò non accada e fanno amalgamare il tutto molto bene.
Tuttavia, in definitiva Gran Turismo potrebbe aver bisogno di più tempo da parte degli sviluppatori. Proprio sulla strada si manifesta infatti un problema non del tutto irrilevante, che pesa maggiormente nei circuiti cittadini o con tanti corridori allo stesso tempo. L’intelligenza artificiale degli avversari è infatti molto incline al suicidio ed alle sportellate, visto che, durante le prove, essi non hanno avuto la minima pietà in curva, arrivando perfino a scontrarsi con altre vetture pur di passare. Ciò è successo anche in rettilineo ed in caso di frenata prima di una curva, causando fuoriuscite o testacoda che difficilmente potrebbero essere in linea col codice di condotta su un circuito.
Tutti sanno quanto sia importante l’aspetto della IA in un gioco di simulazione, dove le persone vogliono trovare specialmente due fattori: la vicinanza alla guida reale ed un buon grado di sfida negli avversari. Gran Turismo Sport è una simulazione che, pur avendo quel minimo di anima arcade, punta al realismo e questo è di sicuro un fattore non diretto verso il traguardo: può anche darsi che sia stato questo aspetto del gioco, oltre ad altri da rifinire, a rimandare ulteriormente il suo lancio, fissato per ora per il 2017.
Gran Turismo potrebbe aver bisogno di più tempo da parte degli sviluppatori.
Dal punto di vista puramente estetico (framerate a parte), Gran Turismo Sport potrebbe già sembrare adatto all’immissione nel mercato: in un trailer presente al booth di PlayStation sono infatti passati anche video di personalizzazioni delle livree ed immagini del parco auto, ad un livello decisamente definitivo. Per questo viene da pensare che i problemi siano legati proprio e solo al gameplay in sé, che ha mostrato avversari poco cauti nella guida e portati spesso alle maniere forti, a prescindere da quale sia il nostro comportamento. Non deve essere questo il caso di gare Gran Turismo, dove le vetture in gioco sono autentiche opere d’arte e non andrebbero sfiorate nemmeno con la pelle di daino.
Se tale è uno dei motivi per cui il gioco è stato rinviato, allora ben venga. Gran Turismo Sport deve risplendere di luce propria al momento del lancio, dunque attendere un po’ di tempo in più non dovrebbe fare altro che bene, regalando ai giocatori poi qualcosa di solido (e fluido). Tuttavia, anche la pazienza ha un limite ed i fan potrebbero averlo raggiunto da tempo.
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