“Tu sei John Romero. Il creatore di Doom, di Quake e di Wolfenstein, uno dei fondatori di Id Software nonché l’inventore dello sparatutto in prima persona e del concetto di videogioco moderno. C’è una cosa che ci chiediamo da un po’ di tempo e a cui non abbiamo mai trovato risposta: come ci si sente ad essere John Romero?“. Sorride. “Abbastanza bene, dai“.
John Romero è a nemmeno un metro da noi. Così vicino che fai quasi fatica a credere che sia lui per davvero, con quel suo stile “un po’ così” e quel faccione sorridente che, nonostante alcuni inesorabili segni del tempo che passa, pare essersi fermato a 20 anni. Una delle leggende viventi più note e amate da milioni di videogiocatori, un uomo capace di raggiungere successi clamorosi e, allo stesso tempo, un paio di fallimenti mica da ridere. Fallimenti che non nasconde, che anzi sbatte in faccia ai propri ascoltatori ricordando come, se nella vita vuoi aver successo in quello che ti piace fare, qualche porta in faccia la devi pure prendere.
In occasione di GamesWeek 2016 abbiamo finalmente potuto passare una ventina di minuti in compagnia di uno degli eroi “redazionali” più condivisi e amati – talmente condiviso che praticamente l’intera spedizione GameSoul si nascondeva dietro la telecamera, in attesa trepidante di immancabili autografi e foto ricordo, mentre il sottoscritto intervistava il proprio mito con un filo di voce e un sorriso che si estendeva da tempia a tempia. Del resto, siamo pur sempre dei giocatori, alcuni con sufficienti primavere sul groppone da farci ricordare quanto, dopotutto, noi dobbiamo a John Romero. Quei pomeriggi frenetici scanditi da BFG, da creature demoniache sbudellate, da nazisti incazzati da abbattere in un castello super segreto pieno delle peggiori minacce: se a distanza di quasi 25 anni siamo ancora attorno ad un PC o una console a consumarci i polpastrelli, a perdere diottrie alla velocità della luce e a condannare la nostra anima ai gironi più bassi dell’inferno, un motivo ci sarà. E John Romero è precisamente uno di quei motivi.
Nel video qui sopra potete trovare l’intervista di GameSoul a John Romero: una chiacchierata che verte su temi come lo sviluppo di videogiochi, da trent’anni a questa parte, come sia cambiato il modo di sviluppare, come si sia evoluto il Game Design nel tempo e, chissà, su quale possa essere il suo immediato futuro. Tutti temi carissimi al designer statunitense, che ci ha parlato a ruota libera con una passione e una gioia al limite del contagioso. Passateci il momento romantico, ma quando vedi gli occhi di una persona brillare in quel modo nel raccontarti le proprie esperienze e i propri errori non c’è niente da fare, significa che ama alla follia quello che sta facendo. Ed è impossibile non rimanerne affascinati.
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