Si è spenta all’età di 60 anni Carrie Fisher, l’amata Principessa Leia di Guerre Stellari. Per chi vi scrive, Carrie rappresentava un mito, una figura eterna ed intramontabile che non potrà essere rimpiazzata nemmeno da un ottimo lavoro di CGI (come già è stato fatto nel recente Rogue One). Ho avuto la fortuna di vedere Carrie alla recente Star Wars Celebration di Londra, solare e sorridente, innamorata di una saga che l’ha resa famosa e che l’ha consacrata ad indimenticabile principessa per intere generazioni di geek e appassionati di fantasy.
La vita professionale di Carrie è andata ben oltre la galassia di Guerre Stellari, e passa attraverso una filmografia di tutto rispetto, composta da decine e decine di film. I più rodati fra noi la ricordano in The Blues Brothers, dove interpreta la psicopatica fidanzata di Jake. È indubbio però che il suo ruolo più riuscito rimane quello di Leia Organa, che ha ispirato una generazione di giovani donne, ha introdotto un pizzico di femminismo nell’industria cinematografica e ha concettualmente rivoluzionato il cliché della principessa da salvare.
L’icona di Leia è entrata numerose volte anche nel mondo dei videogiochi, con comparse più o meno incisive in quasi tutte le generazioni di console. Lucasarts ha usato le sue sembianze per giochi come Shadows of the Empire (N64) e The Force Unleashed, dimostrando quanto iconica e necessaria sia la presenza della principessa di Alderaan nella continuity di Star Wars.
Di recente Leia è apparsa in diversi giochi, come Galaxy of Heroes e Star Wars Commander, entrambi editi da Electronic Arts per mobile, e l’ottimo Star Wars Battlefront, disponibile sulle più recenti generazioni di console. L’assenza di Carrie è stata pesantemente sentita anche dai giocatori del MMORPG di Bioware, The Old Republic, i quali si sono radunati nel castello Organa per proporre una rispettosa veglia in onore della principessa scomparsa.
Carrie è stata anche sceneggiatrice, scrittrice e molto altro. La sua vita è stata segnata da diverse esperienze con alcol, droghe e malattie mentali delle quali l’attrice ha sempre parlato chiaramente, con tutti i media. Non a caso Carrie stava promuovendo il suo ultimo libro, The Princess Diarist, in questi ultimi giorni. Una vita intensa e coraggiosa, la sua. Così l’ha definita anche Harrison Ford, compagno cinematografico storico ed amico di sempre insieme a Mark Hamill. Carrie ha influenzato più o meno con incidenza la vita di tutti i nerd, geek ed appassionati di fantasy e fantascienza degli ultimi decenni, riscrivendo i role models classici con coraggio e determinazione. E di questo anche noi gliene siamo grati.
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