News 13 Gen 2017

Violenza accostata ai videogiochi: AESVI non ci sta

In seguito agli articoli che alcune testate giornalistiche nazionali hanno dedicato al recente episodio di cronaca nera nel ferrarese, AESVI ha voluto inviare alle redazioni una nota stampa per comunicare la propria opinione e fare chiarezza sulla situazione dei videogiochi in Italia. Questi giorni sono stati molto difficili per la cronaca del Paese a causa di inaccettabili episodi di violenza, tra i quali ne spicca uno di efferata crudeltà: un ragazzo che, con l’aiuto di un amico, ha ucciso i genitori nel sonno, cercando di depistare poi le indagini, ma finendo per confessare il tutto agli inquirenti.

Com’è giusto che sia, le maggiori testate italiane hanno subito preso in mano il loro dovere di informare i cittadini sull’accaduto e mostrare un quadro completo della vicenda. Tuttavia, in molti casi è stata sottolineata la vicinanza dei due ragazzi al mondo dei videogiochi, mostrati come dannosi, fuorvianti e più pericolosi addirittura delle droghe, denotanti quindi uno stile di vita privo di valori.

AESVI, in qualità di massimo rappresentante degli sviluppatori e anche dei videogiochi stessi in Italia, ritiene che un simile comportamento delle testate sia inaccettabile per l’industria ed estremamente offensivo anche nei confronti dei videogiocatori stessi, rei di avere una passione spesso accostata, erroneamente, alla violenza fisica e reale. In Italia si stima che ci siano circa 25 milioni di videogiocatori, senza specificare se vicini al mondo delle console e dei PC o a quello più casual degli smartphone. Oltre a questo, la comunicazione delle varie testate nel mirino di AESVI è ritenuta scorretta ed ingannevole nei confronti dell’opinione pubblica, purtroppo sempre più avvezza a vedere istantaneamente il lato negativo delle cose e crearsi così idee non veritiere della realtà dei fatti. Non esiste pertanto alcuna relazione dimostrata tra l’utilizzo dei videogiochi e la propensione ad una vita criminale.

Tralasciando per un attimo il panorama italiano, un simile fatto era accaduto tempo fa tra Francia e Belgio, pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Parigi culminati con la strage al locale Bataclan. Nella casa dove i terroristi avevano soggiornato durante la preparazione degli attacchi è stata ritrovata anche una console: già in questa occasione si era dunque verificato un minimo accanimento dei giornali contro i videogiochi, ma anche e addirittura di alcuni esponenti politici, preoccupati di trovare un capro espiatorio piuttosto che di difendere la popolazione.

AESVI continua nel suo comunicato illustrando il lato educazionale ed informativo dei videogiochi. L’intrattenimento è infatti solo la punta dell’iceberg, visibile nei negozi, su internet e nelle case di milioni di persone. Sotto, però, c’è anche un intero panorama educativo, per le scuole e l’apprendimento in generale, e, talvolta, anche di tipo medico, con i videogiochi coinvolti in terapie o semplicemente per rendere meno amara la vita di persone meno fortunate in fatto di salute.

Le dichiarazioni avventate delle testate giornalistiche spesso non si accorgono di quanto possa essere dannosa e penalizzante la loro negligenza nell’affermare dettagli falsi o senza fondamento. In Italia, l’industria del videogioco è molto forte per quanto riguarda i consumi, ma deve ancora crescere in produzione: la corretta informazione nei confronti dell’opinione pubblica è estremamente importante per la quantità di studi di sviluppo indipendenti che sono nati o stanno per nascere in Italia, essendo considerabile alla pari di un semplice finanziamento monetario.

L’augurio di AESVI è che chiunque si adoperi per portare l’opinione pubblica verso informazioni corrette e reali, evitando collegamenti facili e non pertinenti, sempre e comunque nell’assoluto rispetto del diritto di cronaca. Indubbiamente, anche noi speriamo che ciò possa continuare ad accadere nel nostro Paese.


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