News 19 Gen 2017

Miglior gioco indie – GameSoul Awards 2016

C’è stato un momento in cui nel panorama videoludico la parola “indie” veniva usata per contraddistinguere quei titoli che, al contrario dei super-budget dei pompatissimi AAA, dovevano accontentarsi di uno sviluppo letteralmente “fatto in casa”, e di ambizioni in termini di design (e di vendite) molto modeste. Col tempo però le cose sono cambiate, così come gli strumenti a disposizione degli sviluppatori indipendenti, tanto che alcuni di loro sono riusciti a mettere il proprio ingegno, ma soprattutto la propria arte, nelle produzioni casalinghe, portandole in alcuni casi ad un successo mondiale. A quel punto la parola “indie” è quasi arrivata a diventare sinonimo di “cool“, e presentare giochi con una grafica retro o non troppo dettagliata, non solo non destava più sconcerto, anzi, spesso attirava i videogiocatori che vedevano nei giochi indie l’unico spiraglio di innovazione in un panorama videoludico sempre più saturo. Le cose son proseguite in quella direzione e possiamo dire che nel 2016 siamo arrivati al punto in cui, in alcuni casi, il confine tra produzioni indipendenti e quelle più classiche si è assottigliato, tanto da rendere difficile, in certi casi, persino distinguerle.

Uno su tutti è Inside, dai creatori dello storico Limbo, un gioco che già all’epoca, nella sua semplicità (ci riferiamo alla sua struttura ndr), lasciò il segno. Seppur anche Inside mantenga una struttura semplice, riesce a raggiungere un livello artistico/stilistico/emozionale come pochi altri giochi nel 2016 hanno fatto, al punto da farci domandare se ancora di indie possiamo parlare. Senza dubbio quello che incarna meglio questa parola è lo stravagante Pony Island, che è proprio indie nell’anima, ma che nonostante i suoi “limiti” è riuscito a lasciare il segno ovunque ed indistintamente. Così come ha fatto lo struggente That Dragon, Cancer, una storia (reale purtroppo) fatta videogioco, sempre che così lo si possa/voglia chiamare. E di videogioco sicuramente possiamo parlare nel caso di Hyper Light Drifter, che si è aggiudicato una nominee anche nella nostra categoria Miglior gioco d’azione, a dimostrazione di quanto questa produzione indipendente (finanziata per giunta attraverso il crowdfunding), sia stata capace di ripagare i videogiocatori con un gioco di una qualità (e difficoltà) spasmodica. Chiudiamo l’elenco con Severed il quale ha avuto forse l’unico limite di uscire su una console, PSVita, che non gli ha permesso di raggiungere il pubblico come avrebbe meritato, ma che col tempo, e soprattutto grazie alle versioni mobile, sta riscuotendo il dovuto successo.

Se non avete giocato nessuno di questi (fantastici) giochi, beh, fatelo perché ne vale davvero la pena, più di tanti altri giochi AAA; anche se, come detto qualche riga fa, in alcuni casi ormai la differenza è fatta solo di pregiudizi. Se invece li conoscete, beh, non vi resta che votare il vostro preferito.


gamesoul awards 2016


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