News 25 Gen 2017

Overwatch nel mirino dei “fat activists” per colpa di Mei

Per metterla subito sull’ironia, a volte gli attivisti e i SJW (social justice warriors, ndr.) sono coloro che incarnano alla perfezione il grezzo concetto di capitalismo, ovvero “creare il problema nel caso non esista, in modo da specularci sopra”. È altrettanto incredibile come l’intera frase scritta qui sopra possa essere in grado di irritare almeno 3 categorie di persone, specialmente dopo un anno controverso e pieno di controsensi come il 2016.

Siamo solo da 25 giorni nel 2017 e già si sono visti deliri sociali su internet. Overwatch non è nuovo ad un trattamento del genere, essendo già reo di aver sconvolto la popolazione mondiale per ben due volte e con lo stesso personaggio, la seducente Tracer. La sua colpa è quella di essere dotata di un invidiabile fondoschiena, messo troppo in mostra secondo qualcuno, ma soprattutto di avere una relazione omosessuale con un altro combattente di Overwatch. Inaccettabile.

Con l’ultimo update di Overwatch, disponibile ora e dedicato al nuovo Anno Cinese del Gallo, sono arrivati costumi inediti per i personaggi, tutti collegati alla cultura cinese e dunque differenti rispetto a quelli presenti nelle edizioni standard del gioco. Difficilmente si potrebbe riuscire a creare un grosso parka con pelliccia basandosi sulle trame dei vestiti cinesi, quindi anche l’abbigliamento di Mei, nota per avere abilità legate al ghiaccio ed al freddo, ha dovuto rivoluzionarsi ed abbandonare il largo strato di materiale isolante in favore di un tessuto più elegante, capace di seguire le sue curve.

Grazie a questo, insomma, i giocatori si sono trovati davanti ad una forma leggermente più snella rispetto a quella abituale, abbastanza per spingere i “fat activists” a premere con veemenza l’enorme bottone rosso del triggering. La motivazione? Mei sarebbe troppo atletica, non è grassa come avevano sempre pensato ed immaginato, quindi non rappresenta più per loro un motivo di vanto ed una scusa per giustificare (in alcuni casi, non tutti) l’ipotetico stato di “piena salute”.

Mei, oltretutto, non è mai stata “obesa” come i “fat activists” hanno sempre ritenuto che fosse. Il suo concept art precedente all’uscita del gioco mostra infatti una corporatura classica, solo più pronunciata sui fianchi. Probabilmente questi “fat activists” non hanno mai visto una persona indossare abiti pesanti, per non accorgersi di quanto spessore facciano una serie di indumenti ed un giaccone sulla pelle di un individuo. Non contenti del polverone inutile, gli attivisti hanno anche sommerso Twitter con disegni, più o meno guardabili, di come Mei sarebbe dovuta essere secondo loro, oltre ad aver accusato Overwatch di essere insensibile e opprimente. Gli sviluppatori hanno però voluto rispondere, dicendo che potrebbe esserci un bug nelle nuove skin, colpevole di aver ridotto il girovita inaspettatamente. Oppure, ancora più semplicemente, gli abiti invernali non sono spessi come un capello.

Vi preghiamo di non esprimere la vostra opinione in merito nei commenti, dato che potreste inevitabilmente offendere qualcuno. Meglio tenere i pensieri per sé e fare finta che tutto vada bene. È così che si progredisce ormai nel 2017, giusto?

Scherzi a parte, vista la copiosità di queste lamentele, anche in altri ambiti, c’è da chiedersi fino a dove si è ritratta la libertà di azione e quanto essa sia collegata alla sensibilità delle persone, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Internet, purtroppo, nonostante sia la nostra piattaforma preferita, ha contribuito in maniera massiccia alla diffusione di questa corrente, capace di offendersi per motivi futili e portare avanti battaglie senza senso.


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Le idee, le considerazioni e le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista dell’autore stesso e non è detto che rispecchino del tutto quelle della redazione.

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