Vi abbiamo parlato in questi giorni della nostra esperienza con alcuni dei titoli di prossima uscita per Nintendo Switch, inoltrandoci nello sconfinato mondo di Hyrule per incontrare un trio di eroi caricaturali in missione finché, stanchi di camminare, abbiamo chiesto passaggio a un ometto baffuto in kart così da non perderci la sfida a colpi di inchiostro lungo le strade cittadine. Qualche sguardo di troppo ha scaldato un po’ gli animi e portato a una scazzottata ma alla fine la giornata si è conclusa tutta a tarallucci e vino. Nessun ferito, se non nell’orgoglio del giocatore. Nel nostro peregrinare videoludico abbiamo dunque parlato tanto dei giochi, comprimari della vera protagonista di questo 2017. Nintendo Switch è stata una console controversa fin dal suo annuncio lo scorso anno, circondata da rumors che hanno fatto salire e scendere l’apprezzamento del pubblico quasi da un giorno all’altro: in una realtà di “tuttologi del web” e “non sono contrario ma…” il cambiamento e l’innovazione faticano a costruirsi la loro occasione, ostacolati da una malafede di fondo e pregressi, va detto, a volte non proprio fortunati (nel caso specifico, Wii U).
A poco più di due settimane dal lancio sul mercato, è tempo di guardare dietro il velo e scoprire le cose come stanno, stabilire se le aspettative di Nintendo verso una console nata principalmente casalinga ma pensata per essere portata ovunque si vada, coincidano con la realtà: dopo il nostro hands-on possiamo rispondere con un confortevole “sì”, nonostante il prezzo più elevato delle aspettative e posto che la compagnia sappia garantire all’utenza un’offerta online più convincente di quanto dichiarato fino adesso.
Vediamo nel dettaglio perché, secondo noi, Nintendo Switch merita l’acquisto.
Innovazione estetica e praticità
Cominciando dal design, che secondo l’approccio “iconoclasta” della grande N è lontana da qualunque modello di console l’abbia preceduta, già dal suo annuncio abbiamo visto non essere una “scatola” unica ma un ibrido fisso/portatile costituito da un tablet che può essere collegato alla televisione inserendolo nell’apposita docking station. Parlando di portabilità, abituarsi alla sensazione dei Joy-Con come parte integrante (e rimovibile) per giocare richiede davvero poco e la sensazione che se ne riceve è positiva, qualcosa che si incastra bene nell’insieme; lo schermo touch da 6.2 pollici è più piccolo di quanto non sembrasse negli spot o nelle immagini ma questo non lo classifica certo come un tratto negativo, anzi è una misura che ben si allinea al concetto di maneggiabilità che la console vuole esprimere. Il tutto, poi, è anche piuttosto leggero.
Passando ai Joy-Con nello specifico, possono essere impugnati in diversi modi a seconda del gioco e questa loro versatilità, nonché flessibilità, è ottima. Ancora una volta le dimensioni sono più piccole del previsto ma il risultato, in termini di comodità e maneggevolezza, quando non sono collegati al tablet è stupefacente: sembrano quasi adattarsi di volta in volta al palmo della mano e nonostante la commistione di controlli analogici/digitali non li incaselli rigorosamente in nessuna delle due tipologie, i Joy-Con non si sono mai rivelati poco intuitivi o poco pratici. In merito alla responsività è difficile determinare a fondo quanto precisi siano i sensori di movimento, dato che i giochi provati richiedevano azioni semplici, ma nella nostra esperienza non abbiamo riscontrato problemi, quindi finora ne riconosciamo la funzionalità.
Il sistema di motion-tracking incorporato lascia pensare che possano rilevare con accuratezza dove siano posizionate le mani, sebbene la sua generale praticità sia ancora da dimostrare, mentre la funzione HD Rumble in grado di riprodurre vibrazioni e suoni dinamici fornisce una ulteriore sensazione di realismo. Sempre nell’ambito del design, i due Joy-Con sono leggermente differenti: uno prevede levetta analogica, pulsante Home, due “grilletti” in alto, due di lato, i pulsanti X, Y, B, A e un tasto + che ha la funzione di start. Inoltre dispone della tecnologia NFC (Near Field Communication) per una lettura wireless degli Amiibo. L’altro Joy-Con è pressoché identico, a eccezione della levetta posizionata più in alto, un pulsante Capture in sostituzione di Home, pulsanti direzionali al posto di XYBA e infine un tasto – che agisce come select.
I Joy-Con di Nintendo Switch sono ottimi controller, eccezionalmente flessibili e intuitivi
Nintendo ha l’abitudine di disegnare controller strambi, dai sensori di movimento e i nunchucks per Wii fino – andando ancora più indietro con gli anni – al pad a forma di tridente del Nintendo 64, ma ciascuno di loro ha portato con sé un nuovo modo di giocare; nonostante i Joy-Con non offrano nessun nuovo, particolare input, l’innovazione è nella capacità di trasformarsi in base alla necessità del giocatore. Ancora, la loro flessibilità rende il tutto un sistema molto dinamico e dalle molteplici combinazioni per coinvolgere più giocatori, che forse possono sembrare confuse sulla carta ma nella pratica sembrerebbero abbastanza intuitive; l’aspetto meno chiaro a questo punto rimane quanti controller in totale supporti Nintendo Switch, nel momento in cui il tradizionale pad Pro viene incluso nell’equazione.
Un concorrente al passo?
Abbiamo parlato fino adesso dell’estetica, con qualche accenno sulla resa dei suoi accessori, ma come si posiziona Nintendo Switch nei confronti della concorrenza? Davvero la compagnia è riuscita, per la prima volta da decenni, ad avere un hardware che stia al passo con PlayStation 4 e Xbox One? Nonostante la sua forma possa alienare simili comparazioni, la risposta è semplicemente “non abbastanza”: Switch è una consola solida e capace ma i suoi componenti interni sembrano molto più orientati all’efficienza che non alla resa visiva e al fotorealismo al quale puntano Sony e Microsoft – va anche detto che questo non è mai stato davvero l’obiettivo di Nintendo, maggiormente orientata verso forme di gameplay innovative. Per scoprire nel dettaglio cosa si cela sotto al cofano di Nintendo Switch, rimandiamo a questo articolo.
Lo schermo è naturalmente una parte cruciale dell’insieme, soprattutto considerando la delusione del Gamepad Wii U, e nei fatti si è dimostrato qualcosa di molto piacevole da vedere: con i suoi 6.2″ affiancati da una risoluzione 720p, offre colori vivaci e una resa nitida capace di reggere la natura a rotto di collo, ad esempio, di Mario Kart 8 Deluxe – con cui peraltro non abbiamo riscontrato lag giocando in multiplayer locale, capace di includere fino a otto console. Pur non essendo nulla di impressionante, la sensazione che lascia è spanne sopra rispetto al mal sfruttato predecessore e già per questo piuttosto soddisfacente.
L’innovazione di Switch sta nella sua versatilità
Parlando di online, andiamo a toccare un tasto dolente. Rispetto alle offerte di PlayStation 4 e Xbox One, le recenti installazioni Nintendo sapevano di datato e con quest’ultima console si è tentato di riscuotersi dal torpore attraverso l’introduzione di un proprio servizio di abbonamento online: se tuttavia state cercando qualcosa di paragonabile ai servizi Plus o Gold, sappiate che non ne uscirete affatto soddisfatti. Sebbene la compagnia debba ancora chiarire alcuni punti, è evidente come la sua offerta sia molto tirata e non regga il confronto con la concorrenza; i giochi offerti mensilmente saranno solo NES o SNES e si potrà usufruirne non oltre quello stesso mese, facendo letteralmente scomparire il servizio di fronte alla modernità e alla permanente accessibilità dei titoli concessi da Sony o Microsoft. Qui trovate tutti i dettagli. Nonostante il prezzo annuale, stando ad alcuni rumors piuttosto fondati, si aggiri attorno ai 17-26€ non si può guardare a Nintendo Switch come una macchina “tutto incluso”, anzi è scarsamente multimediale.
Il cuore dice sì, la testa dice no
Tirando le somme, la console è ottima ed è chiaro l’impegno di Nintendo dietro il suo sviluppo: la strategia marketing è sul pezzo (contrariamente che con Wii U), l’ibridazione funziona in modo spettacolare, i controller sono ottimi e alcuni giochi riflettono un grande potenziale; entrambe le esperienze di gioco, fissa e portatile, hanno avuto un riscontro positivo soprattutto nello “switch” tra una e l’altra, semplice e immediato qualunque sia il punto in cui decidiamo di farlo. L’idea chiave a unire tutti gli elementi – quella per cui, in sostanza, ovunque ci si trovi e per quanto tempo si abbia l’esperienza risulti sempre la stessa – c’è e si vede bene, a dimostrare il coraggio della compagnia nel mescolare di nuovo gli approcci di gioco.
I punti a favore si trovano nel suo design unico, nell’annuncio di alcuni titoli interessanti e nella proposizione di un tablet ottimo, ma dall’altro lato è difficile passare oltre un’offerta online molto discutibile, una durata limitata della batteria e una line-up di lancio non particolarmente favorevole rispetto al prezzo. Posto questo, la domanda da porsi è: abbiamo bisogno subito di Nintendo Switch? Così com’è ora… no. Anche volendo chiudere un occhio davanti ad alcuni inciampi, seppur nella loro importanza, è la line-up di lancio debole il vero problema. Breath of the Wild sarà senza dubbio un gran gioco ma potrebbe non bastare a tutti per giustificare la spesa il 3 marzo: ciò non toglie che in futuro, dopo aver osservato la situazione, possa rappresentare un acquisto meritevole per un’esperienza di gioco nuova e divertente.
In attesa di poterla avere tra le nostre mani, per parlarvene in maniera ancora più approfondita ed emettere il verdetto finale, vi invitiamo a continuare a seguirci!
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