observer
News 02 Mar 2017

Observer – Anteprima GDC 2017

San Francisco – Observer è una bomba, punto. Potremmo comodamente chiudere l’anteprima qui, siglando un nuovo record in quanto a dono della sintesi, ma quanto provato oggi presso l’evento ID@Xbox ha superato di svariate lunghezze ogni nostra aspettativa, ridefinendo pesantemente il concetto di titolo Indipendente e ogni standard di produzione ad esso associato. Observer è uno di quei titoli che sul dettaglio difficilmente riuscirebbe a tener testa a produzioni tripla A dal portafoglio generoso: ma è nella visione d’insieme, nella direzione artistica, nella sua atmosfera così dark e asfissiante che il titolo dei ragazzi di Bloober Team prende forma e acquisisce allo stesso tempo sostanza e spessore. Un titolo che si ispira, stando a quanto riferito dal Senior Producer del titolo, a così tante pietre miliari che difficilmente potremmo ricordarle tutte: Silent Hill e Condemned, giusto per citarne due, ma anche pellicole come Memento o allo stesso Lynch. Quanto basta a catalizzare la nostra attenzione verso quest’inquietante avventura single player, disponibile entro l’estate su PC per poi essere seguita a breve passo su console.

Observer è un horror dalle forti tinte thriller e psicologiche, che ruota attorno alla figura del proprio misterioso protagonista: un tizio schivo e taciturno, capace di “rivivere” i ricordi (o quel che di loro rimane) delle altre persone collegando un apposito dispositivo interconnesso alla propria mano destra al chip neurale del proprio bersaglio. Già da questo appunto dovreste intuire come Observer si svolga in un futuro non troppo remoto (2048, per dovere di cronaca), dove i passi avanti della tecnologia hanno permesso di avere accesso per via digitale ai ricordi delle persone, rivivendoli in tempo reale con i propri occhi. Un privilegio di pochi, gli Osservatori per l’appunto, ma dall’incommensurabile valore.

La sceneggiatura del titolo Bloober Team ci è stata soltanto delineata a grandi linee, limitandosi per lo più all’incipit appena esposto e alla citazione di una serie di misteriosi omicidi sui quali il nostro alter ego è costretto ad indagare. Oltre al macchinario appena esposto per l’hacking degli altrui ricordi, potremo fare affidamento su due classiche visuali investigative: la prima, biologica, ci permetterà di individuare tracce organiche eventualmente presenti nello scenario e di analizzarle, al fine di reperire maggiori informazioni sulla potenziale vittima; la seconda, di carattere elettronico, permetterà di individuare, isolare e di ricavare dettagli su qualsiasi componente digitale attivo sia all’interno di un area ragionevolmente circoscritta.

Observer
Nel corso della demo odierna abbiamo soltanto scalfito la superficie di Observer, apprezzandone le meccaniche esplorative in prima persona – senza tuttavia avere un assaggio della parte più “horror” del titolo, durante la quale – stando a quanto riferitoci – avremo a che fare con inquietanti figure misteriose in grado di eliminarci senza eccessiva fatica. Oggi ci siamo divertiti nell’hack del cervello umano, insomma, vivendo in prima persona i ricordi alterati di un ceffo poco raccomandabile, lasciato a morire con uno strano apparecchio attaccato al collo in una fatiscente stanza di motel. Bloober Team, sotto questo frangente, ha fatto un lavoro strepitoso: il viaggio nella mente del nostro obiettivo è un’esperienza folle, lisergica, un muoversi in un universo che trema, si sgretola, si comprime su se stesso sfidando ogni logica per poi trasformarsi in un loop letale, dove si rischia di restare invischiati se non ci si muove con un minimo di attenzione. Visivamente, queste fasi di Observer sono un tripudio di flash, di luci ipnotiche sfarfallanti, di “materia” che si sgretola e si ricompone sotto i nostri occhi teletrasportandoci in altri luoghi, facendo sparire il pavimento da sotto i nostri piedi o “allungando” un corridoio a dismisura, per accorgerci soltanto dopo qualche secondo che la nostra uscita coincideva esattamente con il punto da cui eravamo entrati. Malato, distorto e imprevedibile, l’universo dipinto da Observer nel corso delle fasi di hack è un’esperienza che gioca sul filo della curiosità e della destabilizzazione, stupendo chi gioca (nel vero senso della parola) con un’atmosfera cupa ed insidiosa. Se i ragazzi di Bloober volevano impressionarci, con il loro horror psicologico ci sono riusciti già dopo una breve demo.

Difficile, per non dire difficilissimo, trovare dei difetti evidenti dopo questa breve sessione di Observer. Con un comparto tecnologico assolutamente positivo, una colonna sonora riuscitissima e, nel complesso, una cura del dettaglio di alto livello per un titolo dai natali comunque indipendenti, la creatura di Bloober Team ha solo un grosso rischio: sacrificare parte del gameplay in favore dell’atmosfera, comunque riuscitissima, e della narrazione (su cui non sappiamo ancora molto, anche se ci è stato garantito essere probabilmente l’aspetto migliore di Observer). Non che chi vi scrive abbia pregiudizi di forma sul genere del Walking Simulator: diciamo solo che, viste le potenzialità strepitose di Observer, sarebbe un peccato dover rinunciare ad una componente più “action” (passateci il termine) in chiave horror capace di rendere ancora più entusiasmante e “thrilling” l’intera avventura. Ne sapremo di più tra qualche mese.

Impressioni dalla GDC 17

Non fosse passato il messaggio, Observer ci ha convinti. Dire che ci ha convinti parecchio sarebbe quasi riduttivo, visto il religioso silenzio con cui abbiamo seguito le demo degli altri giocatori prima del nostro turno, per poi addentrarci in questo futuro malato e fuori controllo delineato da Bloober Team. Se da un lato è facile incuriosire il pubblico mescolando horror ad un pizzico di psicologia, dall’altro è innegabile come il giovanissimo team abbia mescolato elementi videoludici, cinematografici e letterari con rispetto e attenzione, portando alla luce una nuova IP dalle potenzialità inaudite. Speriamo solo che, a tempo debito, Observer non rimanga solo una “bella storia da vivere”, magari nei ricordi di qualcun altro.

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