Giocando a The Legend of Zelda: Breath of the Wild si possono raccogliere parecchi indumenti con cui personalizzare Link. Ci sono dunque un sacco di combinazioni anche riguardo i copricapi, che vanno dai classici cappucci alle bandane, passando poi per quelli più protettivi. Di tutto e di più, tranne quell’iconico cappello verde a punta che ha sempre caratterizzato Link fin dai primi tempi.
Gli sviluppatori, e Satoru Takizawa in particolare, hanno voluto rispondere al dubbio in un modo molto breve e conciso: perché non sembrava così bello.
Raccogliete pure la mandibola che vi è cascata per terra, dato che le spiegazioni sono in effetti molto più articolate e sensate del previsto. Soprattutto, nulla si vuole togliere a quanto importante sia questo cappello nella storia di The Legend of Zelda.
Satoru Takizawa, art director di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ha dunque risposto alla domanda durante un’intervista alla GDC 2017 di San Francisco, parlando anche di altri titoli della serie:
Con l’evoluzione della grafica, è diventato sempre più difficile far uscire bene quel cappello. Il gioco ha introdotto ogni volta un maggiore realismo, rendendo arduo anche il solo pensare a come presentare il cappello ai giocatori.
Se guardate Twilight Princess, ho fatto in modo che il cappello fosse molto lungo, in modo da danzare col vento e muoversi continuamente. Però, a causa di questo, le persone hanno cominciato a domandarsi cosa ci fosse dentro.
Poi, in Skyward Sword, ho provato a rimpicciolirlo, privandolo di grandi movimenti, ma raggiungendo anche il limite della nostra fantasia.
Il lavoro degli sviluppatori in The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato effettivamente molto arduo: accontentare tutti i giocatori, mantenendo saldi i canoni di una serie, seppur esplorandone di nuovi, ha rappresentato una sfida molto grande e sicuramente vinta dal team. Come si può vedere anche nella nostra recensione, The Legend of Zelda: Breath of the Wild si è infatti dimostrato perfetto per qualsiasi fan della serie.
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