Il PES 2018 World Tour ha fatto tappa a Milano e non potevamo assolutamente perdercelo. Dopo l’E3 2017 siamo dunque riusciti a provare ancora una volta lo sportivo di Konami, tornando inoltre col gameplay in formato video che potete vedere qua sotto. Da Los Angeles abbiamo però raccolto qualche informazione in più riguardo PES 2018, grazie sia alla presentazione, che all’intervista successiva con Kei Masuda, assistant producer del gioco.
Kei Masuda e Adam Bhatti ci hanno così mostrato alcune caratteristiche di PES 2018, che vanta uno sviluppo lungo ben tre anni, tale da rendere il capitolo di quest’anno quello migliore dell’ultima decade e in grado di resistere per parecchio tempo nelle mani dei giocatori. Il debutto su PS4 e Xbox One ha aiutato molto gli sviluppatori a raccogliere i feedback e preparare così PES 2018: il gioco è in arrivo il prossimo 14 settembre su PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360 e PC tramite la piattaforma Steam.
Inusualmente, Konami ha scelto una figura non calcistica per sponsorizzare al meglio PES 2018, ovvero Usain Bolt. Un tale annuncio ha gettato nello scetticismo molte persone, ma la risposta degli sviluppatori non ha tardato ad arrivare. Bolt è infatti in prossimità del ritiro dalle competizioni d’atletica e sta già comunicando con alcune società calcistiche per una seconda carriera tutta nuova. Per questo entra in PES 2018 e lo fa in modo esclusivo attraverso il pre-ordine del gioco. Non sarà infatti possibile ottenere in alcun modo Usain Bolt dopo il lancio, poiché Konami non lo introdurrà con eventuali aggiornamenti. Un’altra personalità di spicco all’interno di PES 2018 è Maradona, che rappresenta il gruppo delle Leggende del gioco. Dopo la piccola diatriba accesa dal calciatore negli scorsi mesi si è arrivati infatti ad un accordo che lega Konami e Maradona fino al 2020.
Nonostante manchi ancora un po’ di tempo al lancio, l’attesa non sarà poi così pesante per i giocatori. PES 2018 arriverà infatti sotto forma di Beta per restare dal 20 al 31 luglio su PS4 e Xbox One. L’obiettivo di Konami è testare due modalità, ovvero Quick Match e la nuova cooperativa online 3v3, con un sistema di punteggio finora sconosciuto alla serie calcistica. Prima di tutto, però, Masuda e Bhatti hanno voluto ribadire i punti centrali del nuovo PES 2018 in una lista chiamata The Super 7: gameplay masterclass, visual reality, PES League integration, online co-op, new/improved modes, presentation overhaul e PC new gen. Sfortunatamente, forse per tenere alta la tensione, buona parte di queste caratteristiche non sono state approfondite nel World Tour poiché verranno trattate durante la Gamescom 2017.
A far parte della gameplay masterclass c’è però il nuovo dribbling strategico, un sistema di controllo della palla che migliora ulteriormente dallo standard già eccellente. La velocità di gioco viene ridotta, ma non risulta mai troppo lenta e permette di giocare anche col solo utilizzo dell’analogico sinistro. Un punto importante è però quello definito auto shield, il preferito da Bhatti per questo PES 2018: si tratta di un sistema fisico che permette ai giocatori di frapporsi tra palla e avversario, conquistando o rubando il possesso del pallone. I giocatori con abilità più alta avranno meno difficoltà ad inserirsi rispetto a quelli meno tecnici. Questo, unito al Real Touch +, offre anche una migliore fluidità e realismo alla palla dopo essere stata controllata e calciata verso la porta avversaria.
PES 2018 cresce anche nel campo della grafica con la visual reality, una scansione dei dati reali per ogni singolo aspetto dei giocatori e dell’ambiente circostante. Anche i tatuaggi sono inclusi in questa elaborazione, come si può già notare dall’aspetto di Reus nel Borussia Dortmund. Le espressioni facciali dei giocatori sono state migliorate per dare maggiore personalità attraverso smorfie e piccole reazioni, ma sono i portieri a trarre maggior vantaggio da questa innovazione. Più reattivi e dinamici, si comportano in un certo modo a seconda dell’andamento globale della squadra, esortando i compagni o indicando loro posizioni in cui stare per difendere meglio la porta.
Ultimo, ma non meno importante, è il comparto multiplayer regalato dalla modalità co-operativa, che offre soprattutto una nuovissima modalità 3v3 o 3vCPU. In entrambi i casi non è necessario solo segnare gol, ma occorre anche aiutare i compagni, effettuare passaggi corretti e lavorare per la squadra. PES 2018 assegna infatti un punteggio per ogni azione, controllabile poi in una classifica a fine partita, ma presente anche in modalità live durante il match. La performance dei tre giocatori viene analizzata in base alle decisioni intraprese e poi utilizzata per creare una classifica dei migliori. Non potevamo dunque andarcene senza provare a fondo anche questa modalità, che si è rivelata l’assoluta perfezione per del sano divertimento. Bisogna infatti comunicare come se si fosse sul campo per indicare spazi aperti, inserimenti e movimenti da seguire.
Per le nostre impressioni su PES 2018, che abbiamo provato a Los Angeles durante l’E3 2017, potete leggere l’anteprima dedicata, ma non perdetevi anche l’intervista a Kei Masuda, assistant producer del gioco, che ci ha dato qualche dettaglio in più sul futuro della serie e su quali siano stati i punti fondamentali dello sviluppo.
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