Editoriale 27 Lug 2017

Wolfenstein II: The New Colossus – 5 buoni motivi per non lasciarselo scappare

Wolfenstein II: The New Colossus lo stiamo attendendo in tanti un po’ come, tanti anni fa, si attendeva la mattina del Natale. Vuoi perché, passeranno pure gli anni, ma sbudellare Nazisti a destra e a manca ha sempre quel fascino retrò che non guasta mai, vuoi perché gli ultimi due capitoli del franchise (The New Order e The Old Blood) hanno tenuto alta l’egida di un franchise pluridecennale che non mostra segni di cedimento, ma il prossimo capitolo – targato, ancora una volta MachineGames – ha raggiunto delle vette di hype a pochi istanti dall’annuncio da far tremare persino le finestre di casa Merkel.
Dopo averlo provato nella ressa diabolica di E3 2017 e, con molta più calma, presso gli studi londinesi di Bethesda Softworks, possiamo confermarvi senza troppi indugi che sì, il nuovo capitolo delle gesta eroiche di Blazko ha tutte le carte in regola per farci passare un epilogo d’Ottobre memorabile. E che le due ore di gioco in cui ci siamo cimentati bastano abbondantemente a promuovere Wolfenstein II: The New Colossus a “probabile must buy” del prossimo autunno? Perché ne siamo così convinti? Beh, leggetevi questi cinque inoppugnabili motivi e anche voi, come chi vi scrive, finirete per soccombere all’eccesso di salivazione improvvisa. E chi non ci crede è un membro dell’Oberkommando.


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C’è Bethesda, e c’è pure MachineGames: no, dico, volete altro?
Andiamo con ordine. Bethesda, uno dei Publisher più vincenti, lungimiranti, geniali e di successo di quest’ultima generazione di console. Pensate a Dishonored 2, capace di bissare (a dir poco) il successo di uno dei titoli più interessanti ed acclamati della passata gen; pensate a PREY, un reboot atteso da milioni di giocatori sulle cui spalle gravitava un’aspettativa che definire schiacciante è quasi riduttivo. Potremmo citare persino le versioni VR di DOOM o Fallout, o una buona dozzina di altri titoli che difficilmente non avranno fatto visita al vostro salotto. Mettete Bethesda in una comoda ciotola e aggiungete lentamente l’esperienza e il know how di MachineGames, studio con quartier generale nella svedese Uppsala responsabile della creazione degli ultimi due Wolfenstein, a cui normalmente ci riferiamo con l’epiteto “di nuova generazione”.
Ora, ok che nella vita tutto può succedere e l’espressione “mai dire mai” se la poteva permettere solo quel belloccio di Sean Connery nei panni dell’Agente Segreto più sessualmente attivo di sempre, ma se mai dovessimo scommettere sulla bontà di un titolo ad occhi semi-chiusi, difficilmente opteremmo per un cavallo migliore. Certo, a meno di non assistere all’annuncio di Gioventù Ribelle 2: Terrore nel Reich, ma la vediamo poco probabile …

wolfenstein II the new colossus


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Blazko è vivo, e mo’ per i nazisti son razzi amari …
Se nel mondo della celluloide non esiste duro più duro di Kurt Russel nei panni di Jena Plissken, vi sfidiamo a trovare un bell’imbusto incazzato, rancoroso e morbosamente attratto dallo sbudellamento delle altrui membra più ganzo, videoludicamente parlando, di William “B.J.” Blazkowicz. Uno che ha smantellato tre quarti di Terzo Reich a suon di cazzotti e piombo, capace di mandare all’aria da oltre vent’anni a questa parte anche i piani migliori di Hitler & Friends e, persino quando gli esplode una granata a dieci centimetri dal grugno, di uscire da un coma per tutti irreversibile per riprendere il proprio lavoro esattamente da dove era rimasto. Uno yankee simpatico, il buon Terror-Billy, che a bordo di una sedia a rotelle dell’anteguerra e con più metallo che ossa all’interno del proprio corpo riesce a sfrecciare da una parte all’altra di una gigantesca nave americana elargendo ai Nazisti tonnellate di democrazia in versione 9 millimetri, pallettoni o quant’altro vi venga in mente. Non so voi, ma a me uno così sta simpatico per definizione…


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Io la Seconda Guerra Mondiale me la ricordavo un po’ diversa però …
Quelli con più di qualche pelo bianco nella barba ricorderanno sicuramente come, tante generazioni fa, uno dei leit motiv dello sparatutto era: “spara a qualsiasi cosa si muova, le domande fattele dopo“. Risparmiandovi il pippone tecnico su come Half Life sovvertì questa “regola non scritta” dello sparatutto, insegnando come sceneggiatura vincente e proiettili in ogni dove possano andare incredibilmente d’accordo, fa piacere osservare come in Wolfenstein II: The New Colossus la creazione di un ordito narrativo avvincente ed appassionante rappresenti uno degli aspetti più importanti per il team di sviluppo.
Questo non significa certo che Terror-Billy cercherà di abbattere i nemici recitando poesie di Goethe, per carità, ma nel tripudio orgasmatico di piombo incandescente che descriveremo a breve c’è spazio per una sceneggiatura atipica ed incredibilmente coinvolgente, ricca di personaggi uno più fuori di testa dell’altro, che vede gli Stati Uniti letteralmente invasi dai Nazisti e la creazione di un Reich intercontinentale contro cui, all’apparenza, nemmeno i Rettiliani hanno mezza chance di vittoria. Wolfenstein II, in sintesi, racconta un improbabile scenario alternativo del secondo conflitto mondiale, re-immaginando in un modo peculiare (e dannatamente curioso) la Guerra d’Indipendenza degli USA. Non più contro quei fighetti con la puzza sotto il naso mandati dalla regina, stavolta, ma dalla super-potenza più terribile dell’Europa del novecento. Ripensando al primo, indimenticabile Wolfenstein, dove la trama era grossomodo “Hey, ci sono i Nazisti, ammazzali tutti!“, viene quasi da sorridere …

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Se puzza di kartoffeln, spara.
Che ve lo diciamo a fare… Wolfenstein II: The New Colossus è qualcosa di così divertente ed appassionante da giocare che difficilmente, una volta stretto il pad tra le mani, troverete molto tempo per fare altro. Nulla da dire sul lavoro dei designer di MachineGames, capaci di rinnovare un gameplay storicamente ancorato alla formula “spara spara ca**o spara ancora!” evolvendolo in qualcosa di più complesso ed articolato, in grado di regalare al giocatore quel giusto compromesso di frenesia e libertà decisionale. Dalle sezioni stealth ad elementi dal leggero retrogusto rolistico, come lo skill tree di Blazko e l’utilizzo di perk speciali per amplificare il damage inferto, passando per il nuovo sistema di dual wielding e l’AI decisamente impegnativa anche a livelli di difficoltà normalmente “tranquilli”, di cose interessanti in questo attesissimo sequel ce ne sono a bizzeffe. Così tante che le abbiamo scritte tutte nella nostra anteprima – che avrete sicuramente letto, cari fratelli dell’esercito della Resistenza.
Al netto di tutte queste belle cose, l’aspetto più bello di Wolfenstein II: The New Colossus è che, dopotutto, ammazzare Nazisti è un po’ come andare in bicicletta: magari vi serviranno un paio di minuti per riprendere la velocità del tempo, ma è una di quelle cose che non si scorda mai. E che, quando la conta dei cadaveri sbudellati sale all’infinito, regala sempre enormi soddisfazioni.

 


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È Wolfenstein, e se non vi basta siete peggio dei Nazisti.
Come da tradizione, chiudiamo col momento Nostalgia. Perché chi vi scrive, come molti di voi che state leggendo, è un vecchietto rancoroso che ricorda ancora a memoria i livelli di Wolfenstein 3D giocato su uno scattante 486, che maledice quel dannatissimo Robo-Hitler corrazzato per averne condannato l’anima ai più bassi gironi dell’Inferno dopo l’ennesima morte ad un passo dalla vittoria… Perché poco da fare, stiamo parlando di un Wolfenstein fatto con tutti i crismi del caso, cazzuto al 100% e con lo stesso spirito assurdo, sfrontato, violentemente sadico e senza peli sulla lingua del concept originale sviluppato eoni fa da una squadra di leggende che risponde al nome di Id Software.
Certo, i tempi sono cambiati e l’evoluzione (in positivo, stavolta, non come nell’omonima versione del 2009 che in molti hanno digerito a fatica) ha permesso di raggiungere nuovi livelli di magnificenza: una direzione artistica azzeccatissima ed ispirata, un enemy design vario e con una cura del dettaglio quasi certosina, una caratterizzazione dei personaggi così dirompente da far impallidire decenni di celluloide a tema Nazismo. Ve la mettiamo giù facile: due prove sul campo, poco più di tre ore in compagnia del supereroe meno ragionevole dello showbiz, e per noi Wolfenstein II: The New Order è una delle possibili killer app più devastanti del prossimo autunno. Se poi siete convinti del contrario beh, potrete sempre presentare le vostre rimostranze al tenero Terror-Billy.


 

 

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