Alzi la mano chi non ha mai sacrificato intere ore di gioco passandole, invece che con il titolo vero e proprio, con il Photo Mode integrato in un (purtroppo) ristretto numero di esperienze videoludiche. Un vero e proprio meta-gioco, che permette al giocatore di piazzarsi dietro la macchina da presa, scardinare le rotaie entro cui si muove/può muoversi la telecamera imposta dagli sviluppatori e vivere il proprio videogioco preferito da un altro punto di vista. Per certi versi, scendendo addirittura nel filosofico, è uno di quei rari momenti in cui l’utente può sentirsi realmente libero e scavalcare le pareti entro cui viene sempre più spesso confinato: sta a lui decidere come e da dove osservare l’azione, e magari trasformare un FPS, anche solo per un secondo, in uno shooter a visuale isometrica, o perché no, in uno a scorrimento, in 2D; ma anche stravolgere luci e colori, sperimentare con le inquadrature, con filtri che plasmano la realtà e ce la ripropongono con su una patina nuova di zecca.
Perdonate il panegirico, ma per chi scrive, il Photo Mode è stata una delle intuizioni e implementazioni più brillanti degli ultimi anni, e dovrebbe diventare uno standard. Ce lo ha sdoganato Sony con le sue produzioni più incensate (The Last of Us e Uncharted 4 su tutti), ma il progetto di NVIDIA è ancor più ambizioso: la tecnologia Ansel, gratuita e integrata nella suite GeForce Experience, è attivabile con una semplice combinazione di tasti (Alt+F2), e l’idea è di trasformare quella che, a conti fatti, è un lussuoso plus (ma la possibilità di esprimersi attraverso la fotografia, seppur digitale in tutto e per tutto, non ha prezzo), in una funzionalità all’ordine del giorno, comune, e perché no, imprescindibile.
Al momento, le uniche cose che servono sono una scheda video GeForce GTX con i driver più recenti installati (dalle ultime, potentissime arrivate, fino alla ben più vetusta 680, M inclusa – qui l’elenco completo), il già citato software GeForce Experience (anch’esso gratuito e semplicissimo da usare) e un gioco che le supporti: per ora non così nutrita, la lista è in continua espansione, e tiene in considerazione una vasta gamma di generi. C’è l’azione esagerata di Agents of Mayhem, l’immensa desolazione di Conan Exiles, i vicoli claustrofobici di Dishonored 2, i luoghi incantati di The Witcher 3: Wild Hunt, la San Francisco di Watch Dogs 2, grandi produzioni che si sono prestate alla partnership con il colosso delle schede video, per permettere ai giocatori di vivere avventure indimenticabili, ma anche di indossare i panni del “fotografo videoludico”, passateci la definizione, anche (e soprattutto) dove non era originariamente stata concepita.
Con Ansel è possibile interrompere l’azione in qualsiasi istante, sia in-game che durante le cut-scenes (ma non sempre: in PES 2018, ad esempio, bisogna necessariamente mettere in pausa e avviare il replay) e prendere le redini dell’inquadratura: si passa dal posizionamento della telecamera (grazie alla Free Camera) nei punti più impensabili dell’ambiente di gioco (utile anche, perché no, a scrutarlo nella sua interezza, e chissà, a catturare dettagli nascosti e mai notati) all’aumento (o riduzione) del campo visivo, passando per rotazione ed effetti (vignettatura, ottimizzazione colori e definizione), applicazione di filtri (Bianco e Nero, Mezzitoni, Retro – stile vecchie fotografie – e Seppia) e perfino scegliere di estrapolare l’immagine in formato Raw (non ancora presente nella totalità dei giochi supportati), una soluzione pensata per gli utenti più esperti, che potranno lavorare al file EXR attraverso software ad hoc (come Adobe Camera RAW) e trasformare semplici screenshot in capolavori, avendo maggior libertà di azione in fase di editing.
Una volta concluso con il post-processing, si passa alla cattura vera e propria, non prima però di aver selezionato una delle cinque diverse tipologie di immagini che è possibile estrapolare tramite Ansel: c’è il classico screenshot, puro e semplice; la cattura in alta risoluzione, ribattezzata “Super Resolution” perché si può arrivare a cifre mostruosi, come 64000X27000 (ma occhio a non far esplodere l’hard disk, e preparatevi a qualche mezz’ora di attesa, in quei casi al limite), grazie alla quale sarà impossibile perdere anche il più infimo dei dettagli, e infine le tre opzioni per gustarsi in modi del tutto nuovi le immagini, ovvero stereoscopico (3D), stereoscopico (3D) a 360° e 360°, visualizzabili muovendosi all’interno della foto con il proprio dito, il mouse, o visori di vario genere, dal semplice Google Cardboard (tramite il VR Viewer proprietario di NVIDIA) fino a i ben più complessi HTC Vive e Oculus Rift (qui ci sono le istruzioni).
E una volta finito, basta fare un salto nella cartella scela per accogliere tutte le proprie creazioni, oppure condividere le immagini per mezzo di GeForce Experience sui 4 social/piattaforme integrate nel software: Facebook, Google Foto, Imgur e Weibo. Che si tratti di applicare il wallpaper dei propri sogni, lo sfondo per il proprio smartphone, o semplicemente di lasciare di sasso gli amici “consolari”, bastano letteralmente due click per condividere con il mondo intero le proprie opere. E perché no, dar vita ad una mostra (virtuale) su forum, gruppi e quant’altro.
In attesa che la lista dei titoli supportati venga rimpolpata, lo abbiamo messo a dura prova con due giochi, appartenenti a due generi diametralmente opposti: un peculiare action/adventure, Hellblade: Senua’s Sacrifice, e un simulatore calcistico, PES 2018. Ci teniamo a precisare che non ci è stato possibile caricare le immagini alle super-risoluzioni a cui erano state acquisite, ma abbiamo messo una galleria che ci auguriamo vi possa dare un’idea delle possibilità che Ansel offre. Inoltre qui sotto trovate due immagini a 360°, realizzate rispettivamente con Hellblade e PES 2018.
Uno screenshot a 360° fatto con NVIDIA Ansel su Hellblade: Senua's Sacrifice
Posted by GameSoul.it on Tuesday, September 26, 2017
Una grande rovesciata di Luis Suarez, a 360° con NVIDIA Ansel e Pro Evolution Soccer 2018
Posted by GameSoul.it on Tuesday, September 26, 2017
Hellblade: Senua’s Sacrifice
Il viaggio nei meandri della mente della protagonista, Senua, ad opera di Ninja Theory (Heavenly Sword, Enslaved: Odyssey to the West e il reboot di Devil May Cry, per citare alcuni dei loro lavori più amati), è un concentrato di atmosfera e visione artistica potente, un tuffo nell’oscurità della natura umana, ma anche in un altro tipo di natura, quella nordeuropea, che fa eco alla maestosa mitologia scandinava di cui è intrisa la trama del gioco. Alla luce della genesi e della modalità di lancio di Hellblade (concettualmente, una sorta di ibrido tra AAA e indie lanciato a 30€ e solo in formato digitale), a stupire più di ogni altra cosa è il suo comparto squisitamente tecnico: la qualità del motion capture grazie al quale è stata realizzata la protagonista, basata su fattezze, espressioni e movimenti dell’attrice Melina Juergens, è impressionante, per non parlare della pura e semplice grafica. Perfetto, insomma, per mettere alla dura prova Ansel, con NVIDIA che non poteva non lasciarsi sfuggire un simile esercizio di stile e tecnica: ci siamo divertiti a congelare l’azione non solo nei suggestivi momenti di esplorazione, tra boschi, spiagge desolate e le atroci visioni della protagonista, ma anche e soprattutto durante i combattimenti con i potenti (e concreti) spiriti a difesa del Regno degli Inferi. La furia della battaglia negli occhi di Senua, lo strenuo sforzo del duello, le smorfie di dolore dopo un duro colpo subito, il ghigno malefico dopo uno inferto, ma anche le scintille, e perché no, persino le foglie che svolazzano tra un fendente e l’altro. Nel caso specifico, in quanto la stessa Ninja Theory aveva già di default previsto un Photo Mode con tanto di vasta scelta di filtri (maggiore rispetto al software di NVIDIA) e la possibilità di intervenire anche sul fuoco (regolando esposizione, apertura e distanza focale), abbiamo potuto notare alcuni dei limiti di Ansel. Al contempo però, nulla vi vieterà, anche in altri casi simili, di utilizzare i due Photo Mode, quello integrato e Ansel, e trarre il massimo da entrambi, lavorando con il primo di post-processing, e sfruttare il secondo per la creazione di immagini a 360° o per la sua formidabile Super Risoluzione.
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Pro Evolution Soccer 2018
Eravamo alla gamescom quando proprio davanti a noi, durante l’evento di NVIDIA, è stata annunciata la compatibilità con Ansel per PES 2018, gioco calcistico di cui qualche giorno fa abbiamo pubblicato la nostra recensione, che finalmente propone anche su PC una versione all’altezza di quelle console. E dopo aver provato Ansel fugacemente in Germania, finalmente abbiamo potuto metterci nuovamente le mani ed approfondirne la conoscenza. Se siete arrivati fin qui dovreste sapere più o meno tutto di questa tecnologia, magari anche il fatto che in alcuni giochi, proprio come in PES, va a braccetto con la modalità Replay. Questo vuol dire che non potrete fermare l’azione in qualsiasi momento per fare uno screenshot (anche perché i risultati sarebbero disastrosi) bensì quando riuscirete a compiere il dribbling, la rovesciata o quell’azione che tanto avevate provato, vi basterà mettere in pausa, guardare il replay, fermarlo al momento clou e poi premendo ALT+F2, avviare Ansel. Di primo acchito qualcuno potrebbe pensare che in questo caso Ansel non offra nulla di nuovo o interessante, visto che già i replay permettono di ruotare la camera a proprio piacimento, per poi togliere tutti i menù ed effettuare uno screenshot. E invece non è così, e ce ne siamo resi conto screenshot dopo screenshot. Innanzitutto potrete portare la telecamera davvero dove vorrete, fin sopra lo stadio per una suggestiva visuale dall’alto, che tra gli spalti ad esempio, per catturare l’azione come se foste lì a vedere la partita. I filtri forse rappresentano l’unico punto debole di Ansel (ne verranno presto implementati di nuovi), ma la possibilità di salvare a definizione altissima immagini dei vostri giocatori, vi permetterà addirittura di immortalare e stampare a dimensioni giganti l’azione che vi ha fatto vincere la Champions. Ma il fatto è che una volta che inizierete a prenderci la mano, vi verrà voglia di “screenshottare” ogni azione ed animazione, che vi ricordiamo rappresentano uno dei punti forti di PES 2018: a cominciare dai portieri, durante le partite i giocatori faranno dei movimenti che solo nella realtà abbiamo visto, e che vi stupiranno di volta in volta. Grazie ad Ansel potrete catturarle da ogni angolazione o distanza, così come le movenze o i dettagli del vostro giocatore preferito (alcuni giocatori sono stati riprodotti fin nei minimi dettagli, dal modo di indossare i calzettoni, fino alla capigliatura ed ai tatuaggi). Non dimenticate infine la possibilità di creare immagini a 360°, che potrete postare, nell’era dei social, direttamente su Facebook o Google+ dalla dashboard di NVIDIA, così come per tutte le altre immagini acquisite tramite Ansel.
(a cura di Pasquale Lello)
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Quando non c’è un Photo Mode di default a disposizione, Ansel è pura manna dal cielo, in quanto ci permette di dar sfogo alla nostra vena artistica, da fotografi e registi in erba (anche se sono molti gli artisti veri e propri a dedicarsi sempre più spesso a questa “nuova forma d’arte”), con la semplice pressione di due tasti (a patto, s’intende, di possedere una scheda video compatibile). Ma anche come semplice integrazione (come nel caso di Hellblade: Senua’s Sacrifice), il software di NVIDIA, pur facendo sentire la mancanza di alcune opzioni (come la messa a fuoco) e di filtri, riesce, grazie alle varie opzioni di acquisizione, a rendersi comunque utile. Non mancano gli errori di gioventù: ad esempio, con Hellblade, abbiamo avuto problemi a scattare foto in 360° con la risoluzione di default del nostro monitor 21:9, e per risolvere siamo dovuti passare ai più canonici 1920×1080. Ma se il progetto dell’azienda è quello di creare un “Photo Mode” universale, beh, non possiamo che augurargli di ampliare ulteriormente la lista dei titoli, ma soprattutto delle opzioni personalizzabili, e di realizzare il sogno bagnato di un bel po’ di giocatori.
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