Dopo la fine della trilogia di Dark Souls, era chiaro che Bandai Namco avesse avuto bisogno di un nuovo brand che fosse in grado di raccogliere anche solo idealmente l’eredità dei lavori di Miyazaki e del suo team. Così è nato Code Vein, già etichettato come la versione “anime” di Dark Souls, sviluppato internamente da Bandai Namco stessi con l’aiuto del team che ha dato i natali alla serie God Eater, i nipponici Shift. Dalle ceneri di un mondo post apocalittico sorge una nuova società di revenant (redivivi in italiano) che ha sacrificato la propria personalità fatta di ricordi ed emozioni per ottenere alcuni poteri e capacità sovrannaturali. Agli altri sopravvissuti è andata decisamente peggio: sono diventati dei mostri che prendono il nome di Corrotti, e durante la nostra ricerca della verità in un mondo fatto di dimenticati e senza memoria, saranno i nostri antagonisti principali.
Alla Milan Games Week di quest’anno, lo stand di Bandai Namco ha dedicato una piccola postazione a Code Vein. Seguendo la teoria della botte piccola e del vino buono, mi avvicino senza esitazione al controller ed inizio la mia (breve) esperienza con il souls-like più chiacchierato del momento.
La versione dimostrativa portata alla Games Week era localizzata totalmente in lingua giapponese, pertanto non possiamo esprimere giudizi sulla trama o sulla caratterizzazione dei personaggi. Comunque, è chiaro che Code Vein permetterà al giocatore di creare il proprio revenant personalizzato, con il quale iniziare l’avventura esplorando qualche oscuro dungeon pieno di insidie. Infatti, a differenza della serie Souls, questo titolo sarà completamente lineare e non avrà sezioni open world. Ogni sessione di gioco si dividerà infatti in una prima parte dedicata al roaming all’interno del dungeon, con schermaglie con i mostri e la conseguente ricerca di tesori, ed una seconda parte che ci vedrà impegnati nello scontro con un boss di fine livello.
Durante la nostra prima run, ci è subito chiaro che consumare il sangue avversario è una necessità. Dovremo infatti usare questa risorsa per aver accesso alle capacità sovrannaturali (doni) del nostro personaggio. Lo schema di controllo è piuttosto variegato: quadrato e triangolo servono rispettivamente per scatenare l’attacco leggero o pesante, la x ci permetterà di effettuare una capriola ed il cerchio è dedicato all’assorbimento del sangue. La guardia e la parata sono gestiti da L1 ed L2, mentre R1 ed R1 sono dedicati alla gestione dei poteri del nostro personaggio. Il lock-on sui nemici è attivabile premendo la levetta sinistra, mentre per l’inventario dovremo premere il pulsante del touch pad. La croce direzionale avrà la funzione di cambiare le armi e utilizzare i (pochi) consumabili.
Code Vein è già etichettato come la versione “anime” di Dark Souls
Il level design sembra essere di buona fattura, e la grotta da noi esplorata era ricca di segreti e di creature orrende. Parlando di quest’ultime, abbiamo affrontato sostanzialmente tre classi di mostri antropomorfi: una serie di soldati oscuri armati di grezze spade, alcuni carceri ed una specie di troll albino particolarmente imbruttito dalla situazione. A completare il quadro ci ha pensato un boss piuttosto ostico e di dimensioni ancora più generose. Il feeling del combattimento ricorda molto da vicino la serie Souls, anche se manca della stessa precisione durante il movimento del personaggio, per non parlare delle hit box che non sono ancora minimamente paragonabili al lavoro di Miyazaki e compagnia.
Anche le barre da tenere d’occhio ricordano vagamente quelle viste in Dark Souls: la salute e la stamina sono elementi familiari per parecchi giocatori, che si troveranno immediatamente a loro agio nel mondo post apocalittico di Code Vein. Inoltre sono presenti a schermo tutti i nostri poteri (doni) e la barra dedicata al focus. I nostri minuti assieme al titolo di Bandai Namco sono andati via molto velocemente, così come la nostra vita: siamo morti parecchie volte, ma non è solo merito della difficoltà del gioco. Il titolo soffre infatti di parecchi bug ed incertezze tecniche che andranno sicuramente affrontate prima del lancio, che è previsto nel 2018.
L’ultimo lavoro di Bandai Namco è ancora acerbo, ma decisamente interessante. Il concept è molto particolare e non mancherà di suscitare un certo appeal a tutti gli amanti dei soulslike. Con un buon comparto artistico e sonoro, sicuramente Code Vein è uno di quei titoli da tenere d’occhio, anche se siamo ancora ben lontani dalla maestria dei prodotti di From Software. L’appuntamento è quindi fissato al prossimo anno, sperando di poter mettere le mani su di una versione più matura e completa di Code Vein prima della sua uscita.
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