L’Overwatch League ha ufficialmente dato inizio alle danze e già glorie e infamie cominciano ad affiorare. Nella giornata di ieri, in particolare, la stampa si sarebbe lanciata in un’inchiesta riguardo i roster delle squadre partecipanti, come prevedibile completamente al maschile.
Il mondo degli e-sports, come del resto quello di tutte le altre discipline sportive, è nato come esclusivamente maschile e, sebbene le ragazze non siano estranee alla scena “pro”, sembra che la situazione nelle major league non sia destinata a cambiare a breve. Un nome tra tutti ha fatto il giro della Blizzard Arena ieri, quello della giocatrice Kim “Geguri” Se-yeon, che durante lo scorso anno si è fatta una reputazione tra i top-player con le sue performance nei panni di Zarya (che le sono valse anche svariate minacce di morte e accuse di cheating).
Geguri è la prima ragazza ad aver partecipato all’APEX league di Overwatch in Sud Corea, ma a quanto pare le abilità dimostrate in gioco non le sono valse un posto nella Overwatch League di Los Angeles. Quando i vari manager sono stati interpellati riguardo la scelta del loro roster, molti hanno asserito che stavano cercando un team che avesse esperienza nel gioco di squadra e, per quanto talentuosa, la giocatrice non rientrava nei parametri della loro ricerca. Altri però, come gli Spitfire, hanno semplicemente riunito i giocatori che reputavano migliori, senza troppa attenzione alla “sinergia”: dunque perché questi non hanno preso in considerazione Kim?
Sembra che una barriera invisibile abbia impedito alla giocatrice di entrare a fare parte del più importante torneo di Overwatch, a prescindere dalle sue abilità: infatti ogni manager la trova incredibilmente “talentuosa“, ma per qualche oscuro motivo inadatta alla propria squadra. Questa barriera è stata però notata da Cloud 9, un’organizzazione americana che conta numerose squadre nel mondo degli eSports (da Rocket League, a Hearthstone, a PUBG e molti altri), che sarebbe al lavoro per risolvere questo problema alla radice. Secondo loro questo mondo non è ancora pronto ad accogliere le donne nella scena competitiva di più alto livello, per questo starebbero costruendo una specie di “Primavera” degli eSports, dove i giovani possano competere in un ambiente più tranquillo e dare sfoggio delle loro capacità liberi da pregiudizi di sorta.
In conclusione ciò che percepiamo dalle parole di giocatori, manager e società è che non è ancora tempo per il genere femminile di far il suo debutto in società, ma il momento giusto arriverà presto: perciò forza giocatrici! Infine la meritocrazia avrà la meglio, bisogna solo continuare a lottare.
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