Il bello del genere action è che piace un po’ a tutti, e che è in grado di inglobare in maniera naturale le influenze disparate risultando comunque godibile anche agli utenti meno esperti, come dimostrano i 5 migliori giochi d’azione che abbiamo selezionato per i nostri GameSoul Awards 2017. Ad ognuno di loro sta un po’ stretta l’etichetta, ma è innegabile che la base di partenza siano i combattimenti, l’esplorazione, l’avventura. E ognuno di loro ci ha colpito per via delle influenze che è riuscito ad assimilare senza snaturare la propria essenza.
Il nuovo corso di Assassin’s Creed, iniziato con Origins dopo una pausa dalla sfiancante (per il pubblico e per i team di sviluppo) pubblicazione a cadenza annuale, ci è piaciuto e per tanti motivi: la base è sempre la stessa, tra arrampicate, corse a perdifiato sui tetti, trama inzuppata di complotti e misticismo, ma stavolta la componente GDR è ancora più marcata, il combattimento è più profondo, e come si fa a resistere ad una simile ambientazione, il misterioso Egitto?
In quanti avrebbero scommesso su Uncharted: L’Eredità Perduta in lizza per un posto come miglior gioco PS4 e anche quello d’azione? Le espansioni, soprattutto standalone, non sono mai così ben viste, figurarsi quella di una serie così amata e importante che mescola e non poco le carte in tavola: struttura più aperta, un inedito (ma già noto) duo a rimpiazzare il carismatico e storico (e quindi intoccabile) protagonista. Eppure Naughty Dog ha fatto le cose per bene, regalandoci ancora momenti preziosi tratti dall’avventura di Nathan Drake e soci, rendendo ancora più amaro l’addio (sperando sia solo un arrivederci).
E ancora meno avrebbero scommesso su Yakuza 0. Che per carità, i suoi problemini li ha: eredita alcune meccaniche dal passato (remoto), è un po’ troppo “ingessato” in alcuni frangenti, e per essere un gioco d’azione è sin troppo “verboso”. Ma a noi è piaciuto anche per quello, perché non è un semplice gioco d’azione, ma una vera epopea criminale, un GTA tutto nipponico e in miniatura che rinuncia alla libertà estrema in favore di una narrazione semplicemente pazzesca. Con questo capitolo è ripartito letteralmente da zero: si tratta infatti di un prequel che anticipa la rimasterizzazione dei vecchi episodi (il primo, Kiwami, è già disponibile, mentre il secondo è in dirittura d’arrivo), in attesa del ritorno in grande stile.
Dobbiamo davvero giustificare la presenza di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e di Horizon: Zero Dawn? Seriamente? Le killer app delle rispettive console (Switch e PS4)? L’esplosione di pura libertà creativa che scardina i dettami di una serie (il primo), o quelli auto(?)-imposti di uno studio che fino ad allora sembrava potesse sfornare solo sparatutto a corridoio (il secondo)? Sono due titoli monumentali, vasti, impressionanti visivamente, ricchi di azione, ma anche profondi, con le loro missioni, i loro misteri, i loro splendidi mondi da esplorare in ogni anfratto. E perdonateci se vi stiamo costringendo a dover scegliere tra uno solo dei due.
And the Winner is…
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