Mi presento: sono Michela “Banshee” Sizzi, ho un passato come giocatrice professionista nel settore eSport di Call of Duty durato quasi una decade, durante il quale ho vissuto sulla pelle l’esperienza dei tornei online e dal vivo: ho gestito diversi team portandoli ad ottenere enormi risultati, ho visto e seguito il settore competitivo nella sua crescita, sin dai primi LAN party organizzati in stanze minuscole, fino ad arrivare ad eventi unici e spettacolari per il nostro paese, come le PG Finals tenutesi l’anno scorso durante la Milan Games Week.
Con l’espandersi di questo settore ho cercato di coinvolgere quante più donne possibili, incoraggiandole a dimostrare il loro valore, al punto che nel 2016 si è tenuto il primo campionato femminile di Call of Duty. Ma gli anni passano per tutti e dopo tanto tempo dedicato al gaming bisogna saper appendere il pad al chiodo. È grazie ad un periodo sabbatico dalle competizioni che mi sono interessata al lato editoriale degli eSport, ho iniziato a scrivere ed ho cercato di far sì che più persone possibili lo conoscessero e cercassero di apprezzarlo seppur si tratti di una grossa novità per il nostro paese.
Cosa ci faccio qui?
Ho iniziato l’avventura in GameSoul per potervi parlare di questo settore (ma non solo! ndr.), di questo mondo fatto di competizioni e agonismo e delle tante curiosità che vi ruotano attorno. Gli eSport sono un vero e proprio microcosmo rimasto ben nascosto in Italia, ed è arrivato il momento vedano la luce. Per resistere in questo ambiente e procedere passo dopo passo serve tantissima pazienza, costanza, volontà e resilienza, ma soprattutto un’enorme manciata di umiltà nel riconoscere i propri errori e superare i propri limiti giorno dopo giorno.
Gli eSport sono anzitutto passione, ed è proprio ciò che tenterò di trasmettervi nell’arco dei futuri articoli, sperando che un giorno tutti riescano a vedere questo settore per quello che realmente è: competizioni ad alto livello dietro alle quali ci sono giorni, mesi, anni di preparazione da parte di ogni elemento che costituisce questo ecosistema. Qui i videogame smettono di essere un hobby e diventano un business sorretto da tantissimi fattori.
Ma cosa sono esattamente gli eSport?
Le competizioni videoludiche sono ormai diventate un trending topic sui social, grazie anche ai numerosi influencer e testate giornalistiche che gradualmente si stanno interessando a questo settore che vanta introiti da 1,5 miliardi di dollari in tutto il mondo. Di cosa si tratta? Dare una spiegazione non è semplice in poche parole: tralasciando le diverse sfaccettature, per eSport si intende competizioni videoludiche a livello professionistico.
Varcando la soglia del settore delle competizioni, i cliché che vedono i “nerd” come ragazzi asociali, chiusi, senza obiettivi nella vita e magari in sovrappeso crollano. Il professionismo nel mondo dei videogiochi necessita infatti dello stesso impegno che un atleta mette in un qualsiasi sport.
Nell’ecosistema eSport coesistono titoli di diverso genere, dagli sparatutto agli strategici, dalle simulazioni calcistiche ai picchiaduro. Ognuno di essi vanta un campionato mondiale dedicato, il cui premio varia ovviamente dalla copertura a livello di community e dagli sponsor che decidono di investire.
I titoli più seguiti arrivano a toccare cifre da capogiro come premio e tengono impegnati i cyber-atleti per tutto l’anno, come per i campionati degli sport cosiddetti “tradizionali”.
Quali sono i titoli più seguiti?
League of Legends troneggia in merito a follower e fan attivi, che vede una media di 70 milioni di spettatori in tutto il mondo seguire la finale annuale, che solitamente ricalca e alle volte supera lo spettacolo di una Finale di Champions League, tra cerimonia di apertura e spettacolarizzazione dell’evento.
Per quel che riguarda gli sparatutto, Counter-Strike: Global Offensive si conferma ormai da anni come il titolo del genere che necessita di più skill di tutti. In occidente, ma soprattutto negli Stati Uniti, CS: GO è il titolo più seguito, che ha visto picchi di spettatori sopra i 60 milioni. Blizzard, di contro, non ama arrivare seconda a nessuno e nel 2016 ha deciso di lanciare Overwatch, uno sparatutto con dinamiche MOBA che ha sin da subito conquistato il grande pubblico grazie anche ad un lato estetico intrigante. Overwatch è in costante crescita e nel 2017 è stata inaugurata la prima League al mondo che va a seguire le scie dei diversi campionati sportivi americani: La Overwatch League è infatti costituita da squadre che portano il nome di diverse città in giro per il mondo. I team si sfidano settimanalmente nella Overwatch Arena a Los Angeles, in match seguitissimi dai fan di tutto il mondo.
Call of Duty (qui vi parlo di Black Ops 4) cerca di seguire la scia dei concorrenti su PC, strutturando un campionato annuale che va ad adattarsi ad ogni titolo in uscita annualmente. Grazie anche alla facilità d’accesso al settore delle competizioni su console, ad oggi CoD conta 200 team in tutto il mondo e centinaia di migliaia di giocatori che ogni anno cercano di migliorarsi per diventare professionisti. Insieme a FIFA, Call of Duty regna sugli eSport su console.
Il cerchio degli sparatutto si chiude con Rainbow Six: Siege, primo titolo competitivo di casa Ubisoft, che sta vedendo una crescita costante e graduale grazie anche ai numerosi investimenti compiuti dalla stessa casa di produzione, che hanno visto il picco massimo con l’Invitational di Montreal dal montepremi esorbitante, sebbene il record di montepremi al momento sia detenuto da Dota 2, con 24 milioni di dollari accumulati in una delle maniere più geniali di sempre: il crowdfunding.
L’oriente, infine, continua a primeggiare in Starcraft 2, uno strategico in tempo reale che richiede una skill di base impressionante, che i coreani sanno sviluppare in maniera unica nel suo genere.
Nel tempo cercherò di accompagnarvi in questo mondo, sperando che tutti voi vi troviate come a casa, come è stato e continuerà ad essere per la sottoscritta! E se volete, mi trovate anche su Instagram, Facebook e Twitter: seguitemi!!
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