Ho avuto l’occasione di partecipare all’evento dedicato ai titoli indie di Microsoft e, sebbene fossi partita con un po’ di dubbi in merito, mi è bastato metter mano sui diversi lavori proposti per cambiare idea e rivalutare la categoria degli indie, che solitamente attira poco la mia attenzione.
ID@Xbox è una di quelle iniziative che piacciono, che sanno dare il giusto spazio anche agli sviluppatori più piccoli (tra cui molti italiani), dandogli un chance di mostrare il proprio lavoro ad un’utenza più ampia e variegata. Ad eccezione di tutta questa grande passione per i Survival Horror da me attualmente incompresa – sebbene gli sforzi dedicati a questo genere siano molteplici e variegati – considerato che, dal mio punto di vista, lasciano il tempo che trovano e che dopo Left 4 Dead non troveranno spazio nella mia libreria. Il settore indie si dedica spesso e volentieri ad essi, ma fortunatamente, tra i molti, spiccano anche titoli diversi ed in un certo senso, unici.
Tralascerò dunque tutta la trafila che vede l’horror come protagonista, perché il titolo che più ha attirato la mia attenzione è Tunic, un action che vede come protagonista una piccola volpe. Nulla di “infantile”, ragazzi: il livello di difficoltà darà pane per i denti anche ai giocatori più hardcore. Sebbene l’aspetto regali sfumature poetiche, grazie ad una grafica accattivante e ad un comparto artistico davvero ispirato, non mi sono potuta distrarre durante nessuno scontro, i nemici mi hanno saputa mettere in difficoltà sin dall’inizio e il boss mi ha estrapolato un discreto numero di parolacce – ed è solo che un bene –
Dunque, passando da Tunic, scavalcando i survival e facendo uno slalom tra l’area ristoro e l’area relax, mi sono imbattuta in Warhammer Vermintide 2, che vede finalmente la sua giusta trasposizione anche su Xbox One. Ok, io sono una fan accanita del genere fantasy ed amo gli RPG, ma Warhammer si conferma come un titolo interessante, ma soprattutto denso, densissimo di elementi gore che mi hanno commossa. L’esperienza su Xbox One X in 4K nativo sarà in grado di dargli la spinta necessaria, considerate le ambientazioni mozzafiato. Il lato ulteriormente positivo si concentra nei combattimenti – sempre ostici e mai scontati – e nella scelta dei personaggi che in origine sono solo cinque, ma ognuno di essi vanta ben tre sotto-categorie giocabili in solitaria, oppure online con amici e conoscenti.
Botte, sangue, violenza in ambientazione fantasy? Piatto ricco, mi ci ficco! Perché John Romero è esistito, così come Cronemberg ha dato il suo apporto al genere horror su pellicola. Non sento la necessità di vivere un gioco horror, non nel 2018. Certo, potreste rispondermi che il fantasy vede spesso situazioni già viste e non nego che Warhammer segua questa scia, ma questo genere è il basilico sulla pizza: non può passare di moda.
Restando a tema “fantasy” con denotazioni souls-like, sul maxi schermo era possibile giocare Ashen, sviluppato dallo studio Aurora44, che ha attratto ben poco la mia attenzione, sebbene i miei colleghi lo avessero apprezzato durante quest’ultimo E3: non ho mai sostenuto che il character design fosse tutto in un videogame, ma non va nemmeno accantonato in maniera così evidente.
Lasciando il maxischermo ho notato Below, titolo che un po’ tutti attendiamo da ormai 5 anni dal suo annuncio. Dopo anni di attesa siamo finalmente in dirittura di arrivo, e l’indie sviluppato da Capybara Games mantiene tutte le sfumature dark che abbiamo potuto scorgere sin ora, rendendolo davvero accattivante, ma soprattutto diverso da tutto ciò a cui siamo stati abituati sin ora.
Scorgo anche DayZ, il cosiddetto “padre fondatore” dei Battle Royale, dalla cui costola nacque PUBG, e anche in questo caso la noia ha preso il sopravvento, con un paio di sobbalzi ogni cinque minuti, ossia il tempo necessario per scovare uno zombie disperso tra campagna e boschi. Insomma, ci vuole molta pazienza, e da giocatrice di FPS non è esattamente il mio forte.
In un angolo nascosto dell’evento ho potuto osservare l’italianissimo All Star Fruit Racing, tipo Mario Kart, ma con le angurie. Scherzi a parte, i racing game di questo tipo sono la base del gioco di gruppo, nel quale scontrarsi, divertirsi e concludere amicizie di vecchia data – storia vera –
In linea definitiva mi sarebbe davvero piaciuto vedere qualcosa di più “croccante” da parte di Microsoft, essendo l’unica dei pilastri del settore ad aver presentato diversi titoli davvero succosi durante il passato E3. Niente Halo Infinite, niente Gears 5 e niente Ori insomma, nemmeno un assaggino, di quelli che ti aprono lo stomaco e ti preparano al pasto.
Mi sento in ogni caso di elogiare iD@Xbox, perché sa aiutare il settore a 360 gradi, includendo tantissime case di sviluppo sparse in tutto il mondo. Certo, in questo ambiente ci saranno sempre vincitori e vinti, ma quantomeno ci si può mettere alla prova e, ogni tanto, stupire gli utenti con piccole perle videoludiche. È inoltre fantastico interagire con un settore italiano di sviluppatori così in fermento, così pieno di energie e pronto ad ogni sfida. Gli sviluppatori del nostro paese hanno sempre una luce negli occhi che brilla, credono in ciò che fanno e ne vanno fieri e questo è ciò che amo vedere nelle persone che incontro.
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