Sabato 22 settembre: un giorno tranquillo, come tanti altri sabati dell’industria videoludica. Sia il sabato che la domenica non sono giorni ricchi di avvenimenti, ma stavolta no: stavolta la quiete viene frantumata da una notizia che su tutti i siti specializzati ha più o meno lo stesso titolo:
“Telltale Games si trova in stato di bancarotta: lo studio è vicinissimo alla chiusura”
Appena sentita, ho pensato a uno scherzo o ad un ingrandimento della vicenda. Il mio pensiero è stato “Ehi, mi volete davvero dire che uno studio di sviluppo che solo 6 anni fa ha preso le avventure grafiche, le ha riportate di prepotenza al centro della scena con la grandiosa prima stagione di The Walking Dead, sta per chiudere i battenti? Senza contare tutti i progetti dal 2012 in avanti, e quelli futuri già annunciati… no, no, qualcosa non mi torna”.
Ed invece sono stato fin troppo ottimista. Da un giorno all’altro oltre 200 licenziamenti, tutti i giochi in lavorazione cancellati e tanti saluti ad una software house gloriosa, che ha scritto pagine importanti della storia moderna dei videogiochi.
Ma com’è stato possibile? Cosa ci perderemo? E cosa vuol dire questo brutale fallimento per l’industria? Andiamo per gradi, perché c’è una risposta per ognuna di queste domande.
1 – Tanto tuonò che alla fine piovve (e di brutto!)
Andiamo a vedere i giochi sui quali hanno lavorato i ragazzi di Telltale dal 2012 ad oggi. Preparatevi perché c’è talmente tanta carne al fuoco da lasciarvi con la mascella a terra, e vi sfidiamo a non essere fan di almeno una delle loro opere.
The Walking Dead; Game of Thrones; Batman; Borderlands; The Wolf Among Us; I Guardiani della Galassia; Minecraft. Ognuna di queste proprietà intellettuali ha almeno (ALMENO) cinque milioni di appassionati che la seguono ininterrottamente da anni, e non ci soffermiamo oltre perché in alcuni casi questa stima viene abbondantemente superata.
Per decenni sono stati prodotti videogiochi che non hanno esattamente entusiasmato il pubblico, ma che avevano dalla loro la cosiddetta “potenza del marchio”: basati su un supereroe, su un libro famoso, su una serie TV… Insomma, un qualcosa che li faceva essere già conosciuti al grande pubblico e, quindi, anche ad una larga parte del pubblico videoludico.
Eppure, l’unico gioco dal quale Telltale è riuscita a ricavare dei guadagni sostanziosi è stato proprio The Walking Dead, con la sua prima stagione. Un dato che mi ha altamente sorpreso ma che, ragionandoci sopra, ci conduce ad una difficile verità.
2 – Cattivo management? No: una formula che non funziona
In queste ore molte persone stanno dando la colpa del fallimento ai dirigenti del team, rei di non aver compreso bene come spendere i soldi a loro disposizione. Ma è davvero così? A parere di chi scrive, questa motivazione spiega al massimo il 10% dei problemi che ha avuto lo studio.
Il restante 90% del problema è dato da una formula o, per meglio dire, da un modello di business che non ha funzionato. Telltale ha sempre messo i propri titoli in vendita a 30 euro, facendoli uscire un episodio alla volta. Vuoi comprarti un solo episodio? Ok, spendi 5 euro e sarà tuo; vuoi già prenderti l’intera stagione? Accomodati, con un prezzo tra i 25 ed i 30 euro avrai tutto quello che uscirà d’ora in avanti e potrai viverti l’intera storia senza star lì a comprare un capitolo dopo l’altro.
Già, storia. Lo dice il nome stesso del team, che tradotto in italiano significa “raccontare una storia“: il grande insegnamento che tutta questa vicenda ci lascia è che il pubblico videoludico è appassionato, oserei dire affamato di storie, ma che al tempo stesso vuole anche altro.
Questo “qualcos’altro” poteva essere rappresentato dal sistema di scelte, e da una continua tensione studiata per spingere il giocatore ad interrogarsi sul come, se e quando agire per tentare di far evolvere la situazione nel modo migliore possibile. Ma il sistema di scelte si è rivelato ben presto illusorio, togliendo uno dei grandi motivi di interesse a qualsiasi progetto realizzato da Telltale.
Ed il fatto che i vari giochi venissero scontati pesantemente già a pochi mesi (se non settimane) dal lancio indicava qualcosa in tal senso. E dire che quando vedevo i tantissimi saldi riguardanti le avventure realizzate dal team pensavo che avessero già ampiamente raggiunto i propri obiettivi commerciali! E invece no.
“La storia è importante, ma non essenziale: noi cerchiamo anche ben altro in un videogame!”, questo sembra il messaggio forte e chiaro che emerge dalla community dopo questa chiusura.
E nel momento in cui i tuoi videogame sono praticamente solo storia, capiamo bene che si viene a creare un cortocircuito difficilmente superabile.
3 – Tutto giusto, eppure… stiamo perdendo qualcosa
Telltale chiude, dunque. E per quanto potesse sembrare paradossale tutta la vicenda, abbiamo visto che ci sono dietro delle motivazioni reali. A questo punto noi, che indossiamo la maglietta di videogiocatori, possiamo chiederci se questa chiusura avrà ripercussioni negative sull’intera industria dei videogiochi.
Intanto una delle saghe più famose degli ultimi anni, The Walking Dead appunto, rischia clamorosamente di non finire. Il gioco su Stranger Things verrà accantonato, anche se Netflix ha comunque intenzione di produrre un videogioco sulla famosissima serie, mentre la seconda stagione di The Wolf Among Us, che tanto ritmo e carisma aveva espresso nella sua prima iterazione, è stata anch’essa stroncata sul nascere.
Al di là di questo, la domanda più importante che viene da chiederci è: “le avventure grafiche sono lì lì per sparire? E quanti sforzi verranno profusi d’ora in poi sul comparto narrativo dei vari giochi, visto che il team che ha dato vita ad alcune delle trame migliori degli ultimi 5 anni è finito gambe all’aria da un giorno all’altro?”.
Forse questo è l’unico aspetto rassicurante dell’intera vicenda. D’ora in poi, chi lavorerà ad un’avventura grafica saprà che affidarsi ad una (costosa) licenza potrebbe non pagare dei dividendi, e quindi si concentrerà su storie nuove.
Per quanto riguarda gli altri sviluppatori di videogiochi, quelli che per intenderci lavorano su generi diversi, difficilmente smetteranno di curare la trama dei propri prodotti, visto che la vicenda Telltale non ci insegna che il comparto narrativo è inutile, ma semmai che esso deve essere accompagnato da tanti altri elementi che il team ha trascurato fin troppo a lungo.
Un comparto grafico mai evoluto, un gameplay molto limitato, la localizzazione mancante dei prodotti, tempi troppo lunghi tra un episodio e l’altro… queste sono solo alcune delle “critiche” che si potrebbero fare ai vari The Walking Dead, Game of Thrones, Batman e compagnia.
Critiche che, sia ben chiaro, non cancellano i tanti momenti emozionanti che esse ci hanno regalato. Nonostante tutto grazie Telltale, hai provato a proporre qualcosa di diverso e non è andata come speravi, ma le sensazioni provate vivendo le tue storie rimarranno scolpite per sempre nella memoria dei tuoi, comunque numerosi, fan.
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