Evangelion
News 28 Nov 2018

Perché il ritorno di Neon Genesis Evangelion è importante

Tutto è cominciato ieri, quando di colpo uno degli account Twitter di Netflix ha svelato che Neon Genesis Evangelion sarebbe arrivato sulla piattaforma di streaming più famosa del mondo nell’arco della primavera del 2019. La rete è successivamente esplosa di gioia. Comprendere il perché è estremamente facile: Evangelion non è un anime come tanti, ma una di quelle opere d’animazione che ha fatto la storia, cambiando radicalmente il volto degli anime giapponesi e lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva, un po’ come ha fatto Akira di Katsuhiro Ōtomo.

Partorito dalla mente di Hideaki Anno e creato in collaborazione con lo studio Gainax (che coinvolse nella produzione anche Studio Ghibli), Neon Genesis Evangelion è un vero e proprio pezzo di storia, una serie animata d’autore che chiunque dovrebbe vedere. Ma partiamo dal principio: era il 1995, esattamente la metà degli anni ’90; l’incredibile spinta creativa della decade precedente andava ad esaurirsi e il Giappone era in piena deflazione dopo lo scoppio della bolla speculativa che aveva segnato la fine del boom economico del dopoguerra. Il paese affrontava una lenta ma inesorabile recessione, e questa oscura decadenza iniziava a riflettersi nelle produzioni artistiche dell’epoca, anime compresi.

In questo complesso quadro sociale arrivò Neon Genesis Evangelion, un’opera visionaria, profonda e complessa, che affrontava temi oscuri quanto interessanti, considerati spesso tabù dai giapponesi. Non solo; Evangelion era (ed è tuttora) un prodotto dai contenuti maturi e poliedrici, che passava velocemente dal mostrare quello che c’è nella psiche di un adolescente a parlare di cabala ebraica, esoterismo e religione cristiana. Tutto amalgamato sapientemente e condito da uno stile grafico per l’epoca stupefacente e avveneristico. Ma la storia di Evangelion non inizia certo con il piede giusto: nonostante i primissimi episodi furono accolti positivamente, il creatore Hideaki Anno decise di modificare il suo anime in corso d’opera, complice un attentato alla metropolitana di Tokyo ad opera di un gruppo religioso estremista.

Per evitare parallelismi col mondo reale Evangelion iniziò a diventare man mano più introspettivo e ancora più complesso, seguendo la coscienza del protagonista e delle sue comprimarie. A contribuire a questo cambiamento fu proprio Anno stesso, che manifestò un sempre più crescente interesse per la psicologia e il mondo delle malattie mentali. La storia di Evangelion divenne quindi in costante evoluzione, e molte persone iniziarono ad accorgersi che non si trattava più di una storia fatta di mere battaglie con i robottoni, ma di un vero e proprio trattato sulla comunicazione interpersonale che affrontava i temi più complessi della psicologia moderna.

Una di quelle opere d’animazione che ha fatto la storia

Purtroppo per Anno, studio Gainax andrò incontro a difficoltà finanziarie per tenere il passo con la tabella di marcia eccessivamente rigorosa di Evangelion: verso la fine della serie, l’anime iniziò a perdere un po’ di qualità nelle animazioni, mentre diversi spezzoni tratti da episodi precedenti vennero riutilizzati per dare un contesto ai discorsi introspettivi dei personaggi principali, i quali affrontavano rabbia, paura e smarrimento. Gli ultimi episodi della serie lasciarono confusi e storditi gli spettatori: molti non capirono la portata di quello che avevano visto, mentre altri si sentivano semplicemente traditi da un finale che lasciava troppe storie e sottotrame aperte.

Insomma, le ultime puntate generarono il caos fra i fan. Ma questa controversia, assieme all’arrivo dell’anime sul mercato home video, contribuì a portare Evangelion in tutto il mondo, il quale se ne innamorò perdutamente. E come dargli torto? Neon Genesis Evangelion è un’opera unica, sfaccettata, spesso incomprensibile ma incredibilmente affascinante. Così tanto che Hideaki Anno stesso decise di produrre due film per dare ancora più profondità al finale che lui aveva immaginato. Tutto questo arriverà su Netflix in primavera, ma perché è importante?

Perché prima d’ora nessun servizio di streaming ha mai avuto “l’onore” di avere Evangelion fra le sue fila. L’unico modo per godersi questo capolavoro era rintracciare i vecchi DVD. Una cosa che in pochissimi fanno, e che relegava Eva a prodotto di nicchia per appassionati. Ma finalmente una delle opere più influenti degli anni ’90 sta per arrivare alla portata di tutti, alla brevissima distanza di un clic. E muoio dalla curiosità di sapere cosa succederà dopo.


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