Editoriale 28 Feb 2019

Pokémon Spada e Scudo – Presente e Futuro dei nuovi Pokémon

L’annuncio di un nuovo gioco Pokémon è sempre elettrizzante, soprattutto quando di mezzo non c’è Pikachu (e Eevee). Questa battuta un po’ cinica riferita a Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee non viene senza un paio di considerazioni. Se questi ultimi titoli si sono rivelati infatti piuttosto divertenti e onesti, (nell’ottica di un remake dei giochi di prima generazione) è anche vero che per i fan più navigati della serie Nintendo c’è stato ben poco su cui gioire.

La nostalgia del resto ha gli occhi grandi e le gambe corte e l’entusiasmo iniziale è andato via via scemando: gli occhi erano tutti puntati sul prossimo, vero titolo Pokémon in arrivo su Nintendo Switch. Perché noi videogiocatori siamo insaziabili creature infernali.

Dopo un paio di mesi, sono effettivamente arrivati: Pokémon Spada e Scudo, perché chiamarli in modi inaspettati sembra essere diventata prerogativa di Game Freak e Nintendo. Avrei preferito qualcosa come Gianni e Pinotto, ma sto divagando e ci sono delle cose importanti da dire.

Dopo aver metabolizzato i nomi buffi di questi nuovi giochi, è giunto il momento di fare i conti con la prima cosa che salta all’occhio: la presentazione grafica ed estetica. Nintendo Switch, nonostante possa considerarsi una console portatile, è sicuramente un bel gioiellino. Sono tanti i titoli approdati sulla piattaforma che su 3DS o PlayStation Vita ci saremmo solo sognati.

Ecco quindi che il primo impatto con Pokémon Spada e Scudo lascia positivamente impressionati: lussureggianti campi di grano, un’ampia vista sulle ambientazioni del gioco ci danno realmente la sensazione di trovarci in qualcosa più grande di noi. Siepi, discese e colline ci mostrano quello che sarà probabilmente l’inizio del nostro viaggio, da una piacevole villetta che si affaccia su questo piccolo e bucolico paese.

La Regione di Galar

Le inquadrature sono ampie e spaziano tra diverse angolazioni, come ci avevano abituato Sole e Luna, ma stavolta l’impatto è completamente diverso. Vediamo nell’arco di pochi secondi ambientazioni nevose, tunnel rocciosi che sembrano usciti da un action-rpg e città che si estendono su più livelli. Da un punto di vista puramente emotivo e per nulla oggettivo, la regione di Galar, questo il suo nome, mi ha già conquistato da questo piccolo assaggio. Del resto, una regione ispirata all’Inghilterra non può che avere un certo fascino.

Campagne, foreste e paesaggi innevati che si fondono con la potenza industriale di una grande città, il cui campanile si erge imponente sull’orizzonte. Una vera e propria Londra a tema Pokémon, con tanto di Ruota Panoramica che strizza l’occhio al London Eye. Come, non l’avete vista? Provate a dare uno sguardo più attento al bellissimo artwork della mappa di Galar! Insomma, un vero e proprio sogno, soprattutto considerando la mancanza di un corrispettivo nel mondo Pokémon della Brexit.

Con un ulteriore sguardo alla mappa, potrei anche azzardare che potremmo trovarci di fronte alla regione Pokémon più interessante a livello puramente geografico. Un po’ come per Alola, gli sviluppatori sembra stiano abbandonando l’idea di un percorso lineare, quasi disegnato da un bambino, ed abbracciando la complessità e il fascino che può avere un’ambientazione in una rappresentazione più realistica degli spazi.

A cosa mi riferisco? Alla diversità degli scenari proposti, ma soprattutto alla mancanza di un continuo susseguirsi di città e città: in uno spazio digitale che riesca a restituire realmente la sensazione di essere una grande e complessa regione (si è visto uno stadio: dobbiamo aspettarci qualcosa a tema calcistico?); e non semplicemente una sequela di città divise da corridoi d’erba e grotte. Chissà che la mia speranza non poggi su fondamenta solide, ci rimarrei male se Game Freak dovesse tradire le mie aspettative. Però, dopo aver visto la versione Pokémon del Gigante di Cerne Abbas, voglio crederci.

Nuova regione, nuovi Pokémon.

L’ottava generazione è finalmente tra noi, nonostante si siano visti solamente gli starter. Mh, tema piuttosto caldo per ogni appassionato Pokémon. Ed infatti, i commenti in rete si sprecano. L’apparizione di Grookey, Scorbunny e Sobble è sicuramente dolcissima (Sobble soffre d’ansia sociale, mi sembra chiaro che sia rivolto a noi Millenials), ma qualcosa nel design di queste nuove creature mi ha dato la sensazione di già visto.

Scorbunny ricorda un po’ Bunnelby, mentre gli altri non si distanziano particolarmente dal classico stereotipo di tipo erba e acqua. Dopo 800 Pokémon, mi sembra chiaro che ci sia un po’ di difficoltà a creare qualcosa di realmente nuovo, senza tradire lo spirito che ha accompagnato tanti dei design che amiamo: la semplicità. Sia chiaro, vederli saltellare mi ha riempito di gioia come poche altre cose al mondo, e sono sicuro che una volta viste le evoluzioni potremo tirare le somme in modo più consapevole.

Piuttosto interessante è stata però la dichiarazione del producer di Pokémon Spada e Scudo, che ha suggerito come questi siano i titoli più grandi e complessi mai prodotti dalla compagnia. Non solo, perché il team è intenzionato a sperimentare e ad introdurre cose nuove, senza tradire lo spirito di un vero gioco di ruolo pokémon.

Io non posso che esserne entusiasta, perché l’evoluzione è naturale ed è necessaria affinché un franchise amato come quello Pokémon resti rilevante. L’erba alta con gli incontri casuali l’abbiamo riavuta, e sono sicuro che il competitivo non mancherà ad arrivare. Incrociamo le dita, dunque.


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