Vi avevamo già parlato del difficile rapporto tra PUBG e l’India, e questo nuovo caso sta aprendo nuovamente la discussione nel paese.
In alcune regioni il gioco è già stato bandito e i “trasgressori” che si ostinano a giocare addirittura arrestati, mentre in altre il divieto non è ancora attivo ma potrebbe diventarlo a breve.
In queste ore infatti i media locali hanno riportato il suicidio di un ragazzo di 16 anni dopo il divieto dei genitori di giocare a PUBG per concentrarsi sull’esame di Inglese, e la distrazione dallo studio è proprio una delle principali accuse rivolte al gioco oltre alla dipendenza sulle menti più fragili.
Il giovane infatti è letteralmente impazzito tanto da compiere il gesto più estremo, e naturalmente i genitori non si aspettavano una reazione così folle. Il padre del ragazzo ora chiede il ban totale del gioco per evitare casi simili, e nonotante il numero di giocatori sempre più elevato l’opinione pubblica continua a dividersi sull’argomento.
Il mercato asiatico è in continua espansione ma i governi stanno prendendo la situazione sempre più seriamente con diversi limiti, ad esempio oltre al già citato ban del gioco in alcune regioni dell’India in Cina invece ci sono restrizioni di età per accedere a PUBG e limiti di tempo per Fortnite.
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