Avevamo lasciato i fratelli Wachowski dopo la deludente prova di Cloud Atlas e li ritroviamo oggi a porre una nuova pietra miliare per il cinema di Sci-Fi con Jupiter – Il Destino Dell’Universo, saldamente al comando di una storia che tocca più generi e solletica le corde della memoria nei cinefili e negli appassionati del Fantastico.
Vi ricordate di Neo, il giovane programmatore del film Matrix che improvvisamente viene catapultato in una doppia realtà e deve salvare il mondo? Ecco, il dinamico duo Wachowski, capace di infondere nuova linfa vitale al mondo fantastico/fantascientifico generando nuovi metodi di narrazione visionaria, ma creando molto spesso prodotti talmente vuoti e inconcludenti da essere divorati dal temibile mostro “Noia”, è tornato e ci propone finalmente qualcosa di veramente valido e imperdibile che avrà senza dubbio un seguito nei prossimi anni.
Jupiter Jones è una giovane e bella ragazza di origine russa la cui famiglia è emigrata negli Stati Uniti dopo un drammatico fatto di sangue. La ragazza si guadagna da vivere lavorando con la madre nella piccola impresa di pulizie dell’ambiguo cugino, costretta a tour de force in ville e aziende dove finisce sempre per svolgere la mansione più umile: quella di pulire, a fondo, i gabinetti. Ma a molte migliaia di chilometri da lei, lassù nello spazio siderale infinito, si è appena aperta una faida ereditaria fra tre fratelli della potentissima famiglia reale Abraxas. Il contendere? La Terra. L’ostacolo? Jupiter Jones e i suoi geni. La missione, per alcuni, è cercarla e distruggerla, per altri è salvarla e utilizzarla per vincere la guerra.
Confesso che mentre prendevo visione del film ero molto dubbioso circa la nuova fatica dei Wachowski, visto quello che in questi anni avevano prodotto, ma via via che le immagini scorrevano mi sono ritrovato piacevolmente avvolto dalla storia, dalla superba capacità dei registi di narrarla con stoccate tecniche mai fine a se stesse ma finalizzate a un progetto in cui la vecchia vita di Jupiter viene disgregata per far posto all’ascesa di una nuova realtà (da qui il titolo originale “Jupiter – Ascending”, subito prontamente massacrato in Italia con il banalissimo “Il Destino dell’Universo”… quale Universo, poi? Nella storia ce n’è più di uno!, ndr).
Jupiter – Il Destino Dell’Universo è un sottile gioco di specchi che viene mosso sullo schermo. I registi hanno creato un “matrix” mentale per lo spettatore, in cui le varie trame percepite attraverso le fiabe, la letteratura di genere, il cinema, i videogames, i fumetti e persino i giochi di ruolo, vorticano furiosamente in un maelstrom affascinante, supportato dalle splendide scenografie di Hugh Bateup così vicine agli eccessi dei mondi resi celebri dal pennello di Austin Briggs e John Mayo nei fumetti di Flash Gordon, e dalla fotografia mozzafiato del premio oscar John Toll (Vento di Passioni – Braveheart) in grado di sottolineare con la luce momenti assolutamente fiabeschi, come di farci precipitare nella disperazione con toni cupi e metallici degni del più estremo Cyberpunk.
Il film dei Wachowski non è solo la storia di una ragazza che ascende a ruolo di novello Atlante, ma il percorso morphizzato di fiabe come Cenerentola (la caduta in disgrazia e la vessazione nel lavoro), Cappuccetto Rosso ( il pericolo dietro l’angolo, l’inganno, la salvezza grazie ad un cacciatore, ma in questo caso egli stesso è un uomo/lupo geneticamente modificato, un Licatante), Alice Nel Paese Delle Meraviglie (il dipanarsi davanti a sé di una nuova realtà spaventosa, affascinante, misteriosa).
E in questo percorso lastricato dalle favole della nostra infanzia incontriamo sempre più richiami alle saghe fantascientifiche più epiche come Dune (l’intrigo e la faida politica tra famiglie e nella famiglia Atreides è estremamente vicina alle rivelazioni che Jupiter riceverà nel suo viaggio) e a richiami visuali e precisi dal mondo del cinema di fantascienza, quali lo sfarzo nelle cerimonie di rappresentazione come in Star Wars o la base spaziale di 2001 parcheggiata sullo sfondo di un mondo sintetico orbitante e la presenza fisica in uno spettacolare “cameo” di Terry Gilliam immerso nel mondo burocratico che cita il suo Brazil o l’accenno agli antichi miti degli Dei e di Dio stesso (la Creazione, l’Apocalisse).
Gli esseri che incontriamo sono figure presenti nel mondo fantasy, ma filtrate dalla loro trasposizione nei giochi di ruolo o nei videogames, come i Draconici di D&D che compongono uno degli eserciti sul campo indossando però il chiodo, tipico giubotto da motociclista ribelle al posto della corazza, l’impostazione filosofica degli Dei distruttori di mondi di Might&Magic o il folle volo fra i cieli e gli edifici di Chicago mentre si è inseguiti dai caccia alieni (con i Grigi al comando) che distruggono qualsiasi cosa per poi ricostruire e “sparaflashare” gli umani che assistono all’evento (Man in Black docet!). Una sequenza che riporterà molti videogiocatori a confrontarsi con il déjà vu dell’episodio di una saga videoludica particolarmente scanzonata (Saints Row IV).
Nonostante l’enorme massa di informazioni che Jupiter – Il Destino dell’Universo ci propone, non pensate nemmeno per un momento che esso sia caotico o fracassone come I Guardiani della Galassia: al contrario di esso è infatti assolutamente “serio”, con una recitazione perfetta e attori calati nella parte; non c’è alcun orsetto parlante o uomoalbero che lancia frasi virali pronte ad inondare Facebook e questo ci viene ricordato quando, grazie ad un 3D utilizzato per dare allo spettatore un vero punto di vista alternativo e mai da baraccone, ci specchiamo nei grandi occhi di Mila Kunis, realmente affascinata da quello che è intorno a lei, o nella malinconica espressione di Sean Bean, vecchio soldato modificato con il DNA delle api, o nelle letali azioni da commando di Channing Tatum, l’interprete del licatante Caine Wise, in cerca di un riscatto dal proprio passato.
I Wachowski questa volta colpiscono il centro e se la filosofia di questo film è racchiusa nella frase di uno dei malvagi fratelli in lotta per la Terra, ovvero:”Una volta superato tutto lo sfarzo e il lusso, l’unica cosa veramente importante nell’universo è il Tempo“, andando a vedere questo film non lo sprecherete di certo!
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[hr]A noi ricorda…
A noi ricorda tutto l’universo fantascientifico, da Jules Verne a Matrix, ma dovendolo paragonare ad un videogames lo facciamo con Saints Row IV in cui le sorti del pianeta sono messe nelle mani di personaggi improbabili, ma in grado di riscrivere l’intero destino della Terra e della Galassia.
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