Rockstar Games ci ha sempre abituati a prodotti di un certo livello, curati in ogni minimo dettaglio, splendidi da guardare ma soprattutto belli e divertentissimi da giocare. Se c’è poi un brand capace di identificare inconfutabilmente la “Grande R“, quello è sicuramente Grand Theft Auto.
Il senso di libertà trasmesso fin dal primo capitolo (con visuale dall’alto) ha fatto storia, e di generazione in generazione ha inchiodato milioni di persone davanti allo schermo, pad (o tastiera) alla mano.
GTA V non è stato da meno, anzi: una grandissima fetta di pubblico (e critica) lo ha definito come la massima espressione dell’estro creativo dei ragazzi di Rockstar Games.
Nonostante sia approdato su console di vecchia e nuova generazione, vestire i panni di Michael, Trevor e Franklin è sempre qualcosa di inebriante e lisergico, e in un batter d’occhio vi ritroverete (per l’ennesima volta) a rimirare il tramonto di Los Santos su una barca vicino alle spiagge di Paleto Bay.
Ma in tutto ciò, la versione PC dove era stata tenuta nascosta sino ad ora? Ma soprattutto, sarà valsa l’interminabile attesa di ben due rinvii?
Siamo qui per dirvelo!
Grand Theft Auto V
Piattaforma: PC, PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360
Genere: Action – Adventure, Open World, First/Third Person Shooter
Sviluppatore: Rockstar North
Publisher: Rockstar Games
Giocatori: 1
Online: Fino a 30 nella stessa sessione
Lingua: Testi in italiano / Audio in inglese
La trama di gioco rimane quel concentrato di spettacolare follia, azione e ironico cinismo che tutti abbiamo apprezzato su PS3, PS4, Xbox One e Xbox 360. Le 25/30 ore necessarie per arrivare ai titoli di coda sono dense di humor, una “vellutata” critica alla società moderna e tanta, tanta azione. Non sono state fatte aggiunte di sorta alla storyline, e questo ci ha lasciato l’amaro in bocca come già espresso per le versioni PS4 e Xbox One; ma al netto di ciò, la sceneggiatura rimane coinvolgente, variegata e longeva.
La storyline narrata da 3 punti di vista differenti, rispettivamente di Michael Townley, Franklin Clinton e Trevor Phillips, ancora oggi è vincente e costituisce uno dei punti forti della produzione. Se voleste poi approfondire vi rimandiamo alla review del gioco originale, per avere una visione più organica e completa su trama e character design.
Grazie alla (non sfruttatissima) possibilità di scegliere il tipo di approccio da utilizzare in alcune missioni e i finali multipli, il fattore rigiocabilità acquista quel quid in più su cui Rockstar sembra essersi cullata, e forse, proprio per questo, non ha sentito il bisogno di fare un’aggiunta contenutistica in questi termini e riservarsi delle probabili espansioni single player per il futuro.
C’è stato invece un incremento degli NPC sparsi nella mappa di gioco, e la varietà delle missioni secondarie è stata aumentata, arrivando a toccare cime francamente stellari per un videogame così grande e denso di attività. Anche gli eventi casuali adesso sono aumentati fino ad una sessantina, in modo da rendere ancora più frizzante e inaspettata l’esperienza di gioco.
La trama di gioco rimane quel concentrato di spettacolare follia, azione e ironico cinismo che tutti abbiamo apprezzato su PS3, PS4, Xbox One e Xbox 360
GTA Online si conferma ancora come una delle modalità multigiocatore cooperativa/competitiva più completa e divertente sulla piazza, complice anche la possibilità di spassarsela per tutta Los Santos in compagnia dei propria amici, della propria Crew o semplicemente con dei perfetti sconosciuti incontrati lungo il cammino. Le sessioni online passano da 16 a 30 giocatori, aumentando proporzionalmente divertimento, varietà, imprevedibilità e… frustrazione. Spesso e volentieri capita infatti di venire uccisi da altri player durante le missioni più delicate e difficili, rendendo vano il duro lavoro svolto fino a quel momento. Infine, i Colpi rappresentano un plusvalore non indifferente per la produzione targata Rockstar e una delle aggiunte post-lancio più richieste e gradite dalla vastissima community di fan.
Una volta raggiunto il dodicesimo livello e dopo aver acquistato una casa di lusso, vedremo il (graditissimo) ritorno della controversa e psicopatica figura di Lester, che ci darà l’opportunità di mettere a segno una serie di intricatissimi Colpi per guadagnare soldi e rispetto, e scalare gradualmente le classifiche mondiali.
Fino all’ultimo abbiamo sperato nella presenza di server dedicati per una maggiore stabilità ed affidabilità del reparto multiplayer, ma la dura realtà conferma la loro assenza ed i lunghi tempi di caricamento per accedere ad una stanza online si fanno sentire. L’integrazione dei server avrebbe evitato le problematiche di instabilità presenti tuttora, come casi di ping e lag eccessivi, che potrebbero fare capolino con frequenza rovinando la fruibilità di GTA Online.
L’approdo di GTA su PC porta in dote molte novità intrinseche di una piattaforma (storicamente la preferita dalla software house) potenzialmente più performante e “open…” prima tra tutte per la diversificazione dei controlli. Mouse e tastiera si sposano alla perfezione con le fasi in cui si guida e intanto si crivella di colpi qualcuno non mancando di efficienza anche durante le sparatorie più intense.
Complici i 60 fps e la visuale in prima persona, sembrerà di avere a che fare con un normalissimo Battlefield piuttosto che un Call of Duty… divertimento assicurato! Dal canto nostro abbiamo faticato un pochino ad adattarci ai nuovi comandi, ma una volta presa la mano sarà difficile utilizzare nuovamente il pad.
Tra i benefici immediatamente riscontrabili c’è l’eliminazione della mira automatica e una migliore gestione della telecamera. La prima persona, così come su PS4 e Xbox One, porta una ventata d’aria fresca e permette di “vivere” il gioco in maniera differente. Le sparatorie, come detto prima, acquistano tutto un altro senso e anche Los Santos si lascia guardare con rinnovata meraviglia per quei dettagli che, inevitabilmente, non sono facilmente apprezzabili in terza persona.
Persiste un certo fastidio dovuto alla lentezza dei movimenti, frutto di un adattamento della visuale soggettiva alle animazioni preesistenti, ma fortunatamente i 60 frame nascondono l’input lag dovuto a questo inconveniente. Il gamepad è pienamente supportato e va incontro a coloro che preferiscono le sezioni di guida, maggiormente fruibili grazie agli analogici, ma a scapito dello shooting.
Scordatevi poi i caricamenti apocalittici che affliggevano tutte le altre versioni: con un normale hard disk non si supereranno i 25 secondi. Se poi disponete anche voi di un disco a stato solido, entrare in gioco richiederà poco più di 10 secondi!
Complici i 60 fps e la visuale in prima persona, sembrerà di avere a che fare con un normalissimo Battlefield, piuttosto che un Call of Duty… divertimento assicurato!
Feature di grandissimo rilievo, soprattutto per l’enorme creatività espressa dalla community, Rockstar Editor si impegna ad esaudire qualunque desiderio registico alberghi in ognuno di noi (chi più, chi meno). Alla stregua di quanto accade con PS4 e Xbox One, il gioco “bufferizza” costantemente clip di gioco che, tenendo premuto Alt+F2, è possibile salvare come Replay.
Con la combinaziona Alt+F1 si da il via alla Registrazione vera e propria, fino ad un massimo di 30/40 secondi, aprendo la possibilità ad un ventaglio di modifiche susseguenti praticamente infinito.
L’editor video è completo di tutto ciò che viene comunemente offerto da programmi più blasonati: si possono impostare varie visuali con massima libertà e posizionarle sulla timeline mediante dei comodi mark; mixare filmati e sfruttare le musiche delle stazioni radio che, grazie ad un accordo con YouTube, non avranno problemi di copyright una volta caricate sulla piattaforma video di Google.
Gli utenti potranno inoltre sbizzarrirsi con effetti grafici di tutti i tipi: scritte in sovraimpressione, veri e propri filtri e dei micro-movimenti della camera, come se il video fosse girato da una persona reale.
La vera chicca è però rappresentata dalla Modalità Regista, con la quale potremo ricreare situazioni di gioco (e non solo) impersonando qualsivoglia essere vivente all’interno del gioco, sia esso un passante, un bodybuilder, un’aquila o un alieno, a patto di averli sbloccati nella modalità Storia. Si possono settare liberamente le situazioni dalle quali far cominciare le riprese: il meteo, l’ora del giorno e altri valori parametrici come il livello di sospetto, l’invincibilità e molto, molto altro, che vi lasciamo il piacere di scoprire.
Dal punto di vista puramente grafico Grand Theft Auto V è un gioco che sa come brillare: lo ha fatto su PS3 e 360, si è ripetuto su next gen, e anche su Personal Computer il gioco mostra i muscoli, ma si denotano problemi di natura tecnica ed è palese la sua genesi old gen per quel che riguarda una conta poligonale non all’altezza degli standard delle produzioni più recenti o, per lo meno, pari al livello delle textures UHD ingame.
Le impostazioni grafiche abbondano e ce ne sono per tutti i gusti, coadiuvate da una comoda barra in alto che rappresenta la quantità di VRAM disponibile, che ci permetterà di configurare al meglio il gioco, relativamente al pc posseduto. La densità del traffico e della popolazione è a totale discrezione del giocatore e non mancano feature Nvidia e AMD specifiche come la morbidezza delle ombre o il TXAA.
Ciò che manca però è la buona scalabilità che ci aspettavamo dal team di sviluppo che, invece di pensare alle macchine meno performanti, ha deciso di premiare i possessori di PC High-End. Spingere troppo in là la propria scheda video, rimanendo comunque all’interno dei limiti di VRAM mostrati dalla sopraccitata barra di riferimento, causa instabilità e ci è capitato spesso di dover riavviare il PC nonostante avessimo equipaggiato un i5 4440 a 3.3 GHz, 8 GB di RAM e una GTX 970 OC, rientrando abbondantemente quindi nei requisiti consigliati.
Si è presentato anche un bug che “mangiava” letteralmente tutta la RAM a disposizione, portando alla chiusura forzata del gioco, ed il software di benchmarking, invece di permetterci una valutazione inerente l’impatto delle modifiche effettuate sulla velocità del gioco, non svolge correttamente il suo dovere, risultando molto poco affidabile e fonte di costanti freeze. Il V-Sync e le ombre in alta risoluzione inoltre si confermano ancora come le feature capaci di mettere a dura prova la maggior parte delle configurazioni medio-basse, evidenziando palesi limiti di ottimizzazione del codice in presenza di macchine non high-end.
Dal punto di vista puramente grafico Grand Theft Auto V è un gioco che sa come brillare, ma si denotano problemi di natura tecnica ed è palese la sua genesi old gen.
Le cose nuove “da giocare” sono poche, è vero. È vero anche che l’ottimizzazione non raggiunge livelli da maestri e la stabilità del codice non è il massimo, ma dannazione, questo GTA V è bello come non mai. Lo sterminato orizzonte visivo si estende per miglia e miglia, eliminando totalmente quella fastidiosa nebbiolina di fondo e glorificando l’imponenza e la mastodonticità della mappa di gioco, caricata completamente in streaming in real time.
La nuova Los Santos è una città viva, pulsante e con una propria storia, le proprie ipocrisie e contraddizioni, riuscendo nel difficilissimo compito di convincere il giocatore che potrebbe benissimo fare a meno di lui. L’eterogeneità viene assicurata da un aumento della popolazione e della sua varietà, totalmente randomica, come in una normalissima metropoli americana.
Grazie al filtro anisotropico, le texture risultano decisamente nitide a distanze maggiori, e la quantità e qualità di dettagli degli shader, dell’acqua e della vegetazione mantengono un’ottima solidità in tutte le situazioni che ci si pareranno dinanzi. Il motore grafico che muove le animazioni, l’Euphoria Engine, ha finalmente raggiunto la piena maturità, permettendo quindi agli sviluppatori di aggiungere animazioni facciali più credibili e movimenti meno legnosi.
Le opzioni grafiche avanzate, poi, non mancano: la Tesselation, l’Ambient Occlusion, le ombre in 4K e il texturing basato sulla fisica riescono a dare un senso all’acquisto di GPU di alto livello… rendendo però le differenze con le versioni Xbox One/Ps4 meno marcate in mancanza di configurazioni di medio-alto livello.
In conclusione…
L’obiettivo che Rockstar si era preposta di raggiungere con la versione PC di Grand Theft Auto V era tanto ambizioso quanto arduo da centrare. L’ossessione morbosa di raggiungere il 4K e i 60 fps per strabiliare si è rivelata un boomerang lamellare che come contraccolpo porta un’instabilità del codice su macchine meno performanti, premiando di fatto i possessori di configurazioni ninja.
Al netto di qualche sbavatura, l’impatto grafico e stilistico di GTA V rimane comunque sconvolgente, capace di brillare di luce propria: Los Santos è, ad oggi, una delle città virtuali più belle mai realizzate e, grazie al Rockstar Editor ed al supporto alle MOD, confidiamo che avrà ancora qualcosa da dire nel panorama videoludico moderno.
Un GTA Online potenziato ed arricchito dei Colpi avrebbe fatto il “botto” se non fosse per l’assenza di server dedicati che ne mina (a volte) la godibilità con tempi di attesa molto lunghi e qualche inciampo nel netcode.
La sensazione è che si potesse fare di più per ottimizzare il codice e portare una vera novità da giocareche non fosse il mero aggiornamento grafico, ma abbiamo moltissima fiducia in Rockstar North, che sicuramente saprà come stupirci con qualche bomba post-lancio… magari una bella espansione! *wink wink*
GTA V rimane quindi una perla rara, di quelle che si vedono una volta su 1000 e che ha segnato (e segnerà) l’attuale generazione di console e quelle future. Un titolo capace di ridisegnare molti canoni, consacrato all’unanimità come paradigma da seguire, insomma… il Grand Theft Auto definitivo!
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