Ci sono volte in cui i remake HD di Steam si rivelano dei piccoli capolavori, come nel caso di Homeworld HD Remastered Collection, altre volte in cui, al contrario, deludono o non lasciano nulla di rilevante al giocatore. Eppure, per la conversione HD di Space Colony la situazione è un pochino più complessa da valutare, in quanto nonostante il titolo dei Firefly Studios si sia ripresentato nei nostri computer a più di 11 anni dall’uscita originale, è davvero riuscito a mettersi al pari con i tempi offrendo un’alta definizione che si rispetti? E soprattutto, perché riproporre un videogioco così vecchio?
È innegabile che ultimamente la passione verso la fantascienza e lo spazio si stia riaffermando prepotentemente nel mondo videoludico, ammesso che sia mai scemata. Tuttavia, il terreno della colonizzazione spaziale è molto florido negli ultimi anni ed ha dato vita a non pochi giochi meritevoli: si passa dai simulatori spaziali come Elite: Dangerous a strategici come Civilization: Beyond Earth, toccando ogni genere che spazia dagli RTS ai TPS con Destiny. I gestionali non sono da meno e la riedizione di Space Colony è una prova di questa nuova attenzione per lo spazio e di tutto ciò che si trova fuori dal nostro pianeta. Con Space Colony possiamo vivere i panni di un equipaggio sconclusionato e variopinto composto da personaggi con personalità diverse e ben caratterizzate: la missione principale sarà sempre quella di creare delle colonie autosufficienti sui pianeti più remoti, il tutto per conto della Blackwater Industries, società che firmerà gli assegni di fine mese per i nostri coloni.
L’esperienza con Space Colony si traduce in una somma di dinamiche da gestionale con punte di simulazione di vita sociale. In pratica, è come se il gioco di Firefly Studios fondesse alcuni elementi di The Sims con titoli della serie Tycoon. Anche se la gestione della colonia spaziale rimane il punto cardine di tutto il concept del gameplay, nella suddetta rientra anche la capacità dell’equipaggio di coloni nel saper collaborare. Tale collaborazione può arrivare solo con un’intensa attività di socializzazione svolta in determinate aree in cui è possibile interagire. Eppure, il rendimento delle risorse umane addette ai lavori più svariati nella neo-colonia non si limita solo a qualche chiacchiera ed allo svolgimento delle abituali mansioni lavorative routinarie, ma viene influenzato anche dai bisogni basati sul concetto di piramide maslowiana: bisogni fisiologici, bisogni di sicurezza e senso di realizzazione. In primis, l’equipaggio dovrà pensare ai bisogni primari come, ad esempio, nutrirsi e dormire nei loro appositi letti; successivamente dovranno premurarsi di mantere un livello igienico ottimale, parlare con qualcuno per sentirsi meno soli nello spazio, di divertirsi in aree relax o di fare attività fisica al fine di non perdere il tono muscolare ed ingrassare. Ogni necessità viene soddisfatta da una categoria specifica di oggetti o costruzioni da posizionare opportunamente nella base.
Infatti, contemporaneamente alla cura fisica e mentale dei lavoratori, dovremo ampliare la colonia costruendo un ambiente confortevole e compatto. I tool di costruzione sono suddivisi in categorie e sono di facile utilizzo, con delle icone semplici da interpretare. Tendenzialmente, il range di categorie non varia dai più classici gestionali, con un set di strutture utili per la produzione continua di risorse, un altro set che raccoglie le aree di base per l’ampliamento della colonia come per il caso delle le Biocupole, zone quadrate in cui potremo collcare i vari oggetti utili alla sopravvivenza. Ancora, si può trovare la categoria che raccoglie gli oggetti utili per il benessere psicologico dei lavoratori, una per quello fisico e così via. La strategia per costruire la base è una ed una sola: economizzare lo spazio. Essendo una colonia siamo lontani dal poter effettivamente avere spazi ampi e libertà estrema nell’edificabilità. Entra qui in gioco la razionalizzazione dello spazio a disposizione che prevede l’applicazione della logica nel dover creare una base dotata di ogni comfort, ma piccola e ben strutturata, in modo tale che i coloni non perdano troppo tempo a girare per lunghi o intricati corridoi. La sfida, dunque, è generare una colonia che si adatti in qualche modo all’ambiente circostante, che ne prenda la forma negli spazi liberi offerti. Pian piano si potrà vedere la colonia crescere sempre più, ampliandosi con tante stanze e cunicoli che richiederanno attenzione costante. In fondo, la vita nello spazio non è roba per tutti e Space Colony non pretende che sia semplice. Fortunatamente, per rompere il ghiaccio, il gioco di Firefly Studios possiede uno humor ben accentuato ed onnipresente, capace di strapparvi un sorriso in più di un’occasione. Tale ilarità è più facilmente riscontrabile nei dialoghi tra colleghi della base, talvolta davvero ostili e ridicoli. Memorabile è il personaggio di Tami, una dei coloni, perennemente sbronza ed incapace di relazionarsi con classe o tatto. Vi invito a prestare molta attenzione ai momenti di socializzazione non solo perché sono importanti per il rendimento della risorsa, ma anche perché vi regaleranno diverse simpatiche perle di comicità.
Ad ogni modo, in Space Colony potrete quindi decidere se giocare liberamente agli imprenditori spaziali con una modalità libera, oppure potrete scegliere di intrarprendere la campagna principale in cui i protagonisti – 20 in tutto – saranno presentati uno ad uno ed inizialmente, in modo graduale, vi verranno introdotti i concetti primari del gioco attraverso missioni propedeutiche. Se vorrete conoscere meglio il backgroud di ogni personaggio, è opportuno fare la campagna, anche perché a questo modo è più semplice apprendere tutte le dinamiche presenti nel titolo. Space Colony presenta missioni di difficoltà variabile in cui difficilmente ad un livello basso otterrete degli obiettivi complessi o duri da raggiungere. All’inizio di ogni missione, un breve briefing vi fornirà dettagli su cosa dovrete compiere. Se nelle fasi iniziali della campagna tali obiettivi sono relegati alle funzioni basilari della costruzione e all’autosufficienza della colonia, più in avanti si arriverà a doversela vedere con la fauna locale, a dover estrarre metallo in zone pericolose o a dover badare costantemente ai livelli di ossigeno ed energia elettrica in calo. Ebbene, ossigeno ed energia elettrica sono elementi vitali per il sostenamento della base. Dovrete sempre assegnare qualcuno alle console di comando che gestiscono la rete di distribuzione di aria ed elettricità, per evitare un calo di potenza ed un conseguente peggioramento delle condizioni generali della base e dell’equipaggio. Proprio mentre vi occuperete di assegnare mansioni lavorative specifiche ai vari membri dell’equipaggio, noterete che alcuni sono completamente inutili, mentre altri sono molto versatili: certi protagonisti si potranno occupare soltanto di poche attività, mentre la più completa Venus, protagonista principale ed induscussa, potrà fare praticamente tutto, senza eccellere in un campo particolare.
Volendo esclusivamente considerare Space Colony in base alla sua giocabilità, è capace di offrirci non poche ore di intrattenimento, senza darci mai alcun tipo di frustrazione. I livelli di difficoltà son sempre adeguati, ma mai estremi, perciò il titolo è adatto sia a chi vuol perdere solo un po’ di tempo in modo casuale, sia per chi, progredendo con le missioni, si aspetta un qualcosa di impegnativo. Tuttavia, dovendo considerare anche l’aspetto grafico e sottolineando come questa riedizione per Steam sia una versione in alta definizione, si può dire che l’impatto con la grafica è davvero pesante. Sia il design degli oggetti che da quello degli ambienti o degli stessi personaggi principali è pur sempre caratteristico, ma troppo permeato dagli anni 2000, con modelli poligonali molto scarni, statici e disegnati con una visione del futuro diversa da quella che abbiamo attualmente noi nel 2015.
Nessuno, al momento, si sognerebbe di pensare ad un colono con le labbra siliconate tinte di un rosso cafonissimo ed una tutina alla liceale paragonabile a quella di Britney Spears in “Baby one more time”. Lo stile, perciò, è tipico di un passato ormai rivisitato e che difficilmente ora può essere acclamato come lo fu all’epoca della sua prima uscita. Se questo Space Colony non fosse, appunto, una riedizione, lo stile adottato sarebbe anacronistico e criticabile, ma dato che è esclusivamente una versione HD, non è escluso che i più nostalgici possano chiudere un occhio su alcuni elementi un po’ pacchiani o approssimativi e godersi a pieno anche questo aspetto, nonostante le texture – in teoria in alta definizione – non brillino nel firmamento delle opzioni grafiche.
E come se non bastasse, anche l’audio, ad esempio, ricalca in pieno la corrente di quell’epoca, con dei brani d’accompagnamento techno-futuristico che personalmente ho trovato un po’ fastidiosi a lungo andare.
In conclusione…
Traendo le somme, Space Colony HD è un gioco divertente, capace di farvi perdere qualche ora del vostro tempo sia che abbiate un approccio casual, sia nel momento in cui vogliate cimentarvi in un gioco che richiede la vostra attenzione nel gestire le numerose variabili. In più, non si può dire che l’appeal per la vita nello spazio non sia sempre un punto a favore, in questo periodo. Se siete disposti a sorvolare su alcune imperfezioni audio e video, fate i vostri bagagli e mandate il vostro curriculum alla Blackwater: i prossimi coloni potreste essere proprio voi.
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