I 4X vantano una storia antichissima e permangono nei corsi e ricorsi della storia videoludica come un comparto solido dei simulatori strategici a turni. Rimasto sostanzialmente invariato sin dal principio, il sistema dei 4X porta il giocatore a vestire i panni di un uomo di potere che dovrà esplorare l’ambiente (eXplore), espandere il proprio territorio (eXpand), sfruttare le colonie (eXploit) e sterminare gli oppositori (eXterminate). Le variazioni principali tra un 4X e l’altro vengono rappresentate dal cambio del nome delle risorse e dalla sceneggiatura.
C’è chi propone un’ambientazione futuristica come il recente Civilization: Beyond Earth o Endless Space, chi invece si dedica al fantasy come Endless Legend. Non mancano, tra l’altro, anche esempi di titoli strategici pseudo-storici che, pur non facendone una caratteristica principale, contengono comunque elementi da 4X come i vari Total War. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e da molti anni ormai sugli scaffali reali e digitali si affollano cloni più o meno riusciti del genere nato con Cosmic Balance nel lontano 1983 e portato al grande pubblico da Sid Meier con il primissimo Civilization. Dunque, in modo più approfondito, cosa rende diverso un 4X da un altro? Analizzando a fondo uno tra gli ultimi arrivati della famiglia, StarDrive 2, viene da pensare che a rendere particolare un titolo di questo tipo è sicuramente l’impronta, quella molecola capace di dare il tocco personale ad un gioco e nel caso di questo lavoro di Zero Sum Games si può dire che la firma in parte c’è. Ma basta solo questa a fare di StarDrive 2 un pezzo da far entrare nella nostra collezione? Andiamo a vedere insieme cosa propone come portata principale questo esempio di strategico a turni.
StarDrive 2 non ha una grande introduzione, salvo un pannello testuale in cui, a seconda della razza scelta tra le nove disponibili, ci viene raccontato il primo approccio di quella civiltà alla tecnologia dello StarDrive, un meccanismo straordinario che ha piegato la Teoria della Relatività di Einstein trovando il modo di viaggiare oltre la velocità della luce sfruttando una sorta di quarta dimensione. Se questo incipit vi sembra abbastanza carente, in realtà l’introduzione serve esclusivamente come espediente per immettervi direttamente a capo di un impero che ha rivolto il suo sguardo alle stelle. La storia, infatti, ve la costruirete da soli, a seconda delle scelte che farete sia in campo militare che in campo diplomatico.
Il primo tête-à-tête con la vostra capacità decisionale, lo avrete quando sceglierete di affrontare la campagna principale. Nella nostra avventura, ad esempio, abbiamo deciso di prendere le redini dell’umanità all’interno di una galassia enorme. Una volta impostato il livello di difficoltà su Normale abbiamo oltremodo constatato che l’editor del New Game non offre tantissime possibilità di personalizzazione della galassia così come lo fanno, ad esempio, un Endless Space o un Galactic Civilization. Questa mancanza di profondità, tuttavia, non risulta compromettente, tant’è che possiamo pur sempre decidere i dettagli base del nostro gioco tra cui i tratti della razza protagonista, la frequenza con cui accadono degli eventi speciali, la presenza o meno di anomalie, pirati e così via. Tra tutti questi elementi da decidere, riteniamo che i più importanti siano proprio i tratti della razza che daranno bonus o malus talvolta anche invalidanti. I nostri umani, ad esempio, son parecchio intelligenti e vanno alla grande nella ricerca, ma sono corruttibili e ciò è risultato in un malus sulle entrate economiche.
Comunque sia, una volta decise tutte queste cose si entrerà nel cuore di StarDrive 2, ma tutti coloro che hanno partecipato al crowd-funding per la produzione del primo StarDrive dimenticheranno ben presto con cosa hanno avuto già a che fare, poiché questo “sequel” sconvolge le dinamiche del primo capitolo e le propone in una salsa mista, mescolando strategia a turni con quella in tempo reale a seconda dei momenti. Sostanzialmente, in StarDrive 2 ad ogni turno dovrete riassumere tutte le vostre azioni in due grandi gruppi: guidare la flotta e badare alle colonie. L’elemento della turnazione permea principalmente l’aspetto strategico degli spostamenti della flotta sulla mappa galattica e quello della gestione delle risorse per la produzione. Nei primissimi turni, si avrà a disposizione una nave colonizzatrice, qualche nave da combattimento, il pianeta natale della vostra razza ed un paio di costruzioni planetarie utili alla sopravvivenza iniziale. Sui vari pianeti si potranno costruire diverse strutture, ognuna capace di offrire un bonus particolare alla produzione ad un prezzo più o meno consistente. In StarDrive 2 dovrete perciò curarvi soltanto di ottenere i punti cibo necessari per la crescita della popolazione planetaria, i punti produzione fondamentali per produrre velocemente strutture e navi, i punti ricerca che verranno usati per mandare avanti il carrozzone scientifico della propria razza e, infine, il denaro che in questo caso sarà semplificato in Miliardi di Crediti (BC). Non c’è una risorsa più importante dell’altra, poiché tutte sono vitali per mandare avanti l’economia della civiltà. Proprio a voler essere “fiscali”, i BC sono il motore principale in quanto vi permetteranno anche di velocizzare la costruzione qualora non doveste avere molti punti produzione. Ed è proprio la produzione che, in questo specifico gioco, può comportare la presenza di inquinamento capace di dimezzare la soddisfazione dei vostri cittadini, nonché la loro salute. Ebbene, accanto alle quattro risorse fondamentali, c’è la soddisfazione a cui bisogna prestare non poca attenzione, dato che un popolo depresso o insoddisfatto è un popolo improduttivo e per un impero è quanto di più fastidioso ci possa essere. Altri tipi di risorse, le “rare”, non servono direttamente al fabbisogno della popolazione, ma contribuiscono ad aumentare le ricchezze.
Nel caso voleste decidere di ottenere una vittoria militare e voleste invadere un pianeta succulento e ricco di risorse, sappiate che in StarDrive 2 le battaglie non saranno solo spaziali, ma potranno svolgersi anche su pianeti e laboratori. Ancora qui la strategia a turni fa da padrona, tant’è che una volta iniziata la sessione di combattimento terrestre per l’invasione o l’incursione ci troveremo avanti ad una mappa – graficamente non eccelsa – suddivisa in quadrati e a delle truppe con un numero definito di punti azioni, un po’ ricordando X-Com Enemy Within. L’esito delle battaglie, quindi, non dipenderà solo dal numero di soldati schierati da voi o dal nemico, ma anche dalla capacità di muoverli adeguatamente. Per giungere all’elemento RTS, invece, dobbiamo parlare delle battaglie stellari in orbita ai vari pianeti: è qui che troveremo il ponte tra il primo ed il secondo capitolo di StarDrive ed è proprio in questo genere di battaglie che StarDrive 2 si presenta come un titolo dalla struttura mista. Lo scontro tra flotte sarà dinamico e potrete decidere di comandare le vostre navi una ad una ed ognuna avrà le sue abilità specifiche. Se volete fare un po’ di esperienza nel gestire in tempo reale la flotta, sappiate che il gioco, oltre ad offrirvi la modalità Campagna, vi dona la possibilità di cimentarvi nella Battle Arena selezionabile dal menù iniziale: quest’area altro non è che un simulatore di battaglie e vi permetterà di prendere dimestichezza con questo genere di scontri tra astronavi. I giocatori potranno divertirsi tantissimo a personalizzare i propri vascelli grazie ad un editor in-game accessibile dal pannello di controllo del cantiere navale. Forza e vanto di StarDrive 2, infatti, è proprio questo editor profondissimo che ci lascia scegliere come riempire le nostre navi con una minuziosa perizia votata ad economizzare gli spazi. Ogni nave avrà un certo numero di spazi liberi da riempire e i vari blocchi che andremo ad inserire avranno grandezze diverse: esattamente come un puzzle, bisognerà incastrare i vari moduli nella maniera migliore, riempire gli spazi vuoti con qualcosa di utile, così da avere l’astronave più potente della galassia.
Fin qui, nulla di nuovo sotto al sole, poiché StarDrive 2 si presenta come un normalissimo 4X che non eccelle da nessun aspetto tecnico, salvo appunto per l’editor di navi che ci ha particolarmente colpito. Il vero cavallo di battaglia del gioco non è quello di proporsi come salvatore del genere o come nuova pietra di paragone, ma quello di amalgamare al tutto uno humor caricaturale che accompagna il giocatore lungo tutta la sua avventura. Ed ecco che fin dalla scelta delle razze iniziali avremo degli orsi parlanti, o dei canidi stupidissimi e violenti che ricordano un po’ i nemici di Kung Fu Panda. E questo humor va ancora oltre, poiché i “nemici” del gioco saranno i Masters of Orion e mentre sarete impegnati a colonizzare i pianeti della galassia, magari vi potrete imbattere in qualche colonia con problemi di Sharknados che vi dimezzeranno la produzione. Poi, c’è sicuramente da divertirsi nella lettura dei dialoghi degli eroi rifiutati in accademia o nel prendere nota di ogni citazione cinematografica più o meno velata – alcune creature spaziali ricordano tantissimo quelle di Starship Troopers – e, ultimo ma non ultimo, una delle razze è seguace di Cthulhu! Insomma, StarDrive 2 non si prende sul serio e vuole offrire un buon numero di ore spensierate al giocatore senza avere quel tono serioso e solenne delle altre produzioni.
Un punto debole abbastanza grave di StarDrive 2, invece, è l’assenza di una qualsivoglia modalità multiplayer e quindi l’impossibilità di scontrarsi con qualcosa che vada oltre i livelli di difficoltà impostati dell’AI, la quale non offre mai delle enormi sfide, specialmente per i veterani amanti del genere, ma si attesta principalmente come aggressiva ed incapace di finezze diplomatiche. Chi sostiene che gli strategici a turni debbano essere delle esperienze in solitaria, poiché drenano il fondo delle proprie capacità decisionali, non noterà nemmeno questa mancanza, ma c’è da dire che sono in molti gli studi di sviluppo ad essersi orientati verso un approccio più condiviso dell’esperienza di gioco e ci sentiamo di dire che il multiplayer, in questo caso, avrebbe sicuramente riempito il vuoto lasciato da una AI non particolarmente brillante.
In conclusione…
StarDrive 2 si inserisce a gattoni nel panorama già saturo degli strategici a turni con ambientazione spaziale, ma riesce a distinguersi grazie ad un taglio scanzonatissimo voluto dalla produzione, e da un editor di navi particolare. Sorvolando sull’assenza del multiplayer, su una AI non stimolante o sul dettaglio grafico non proprio eccelso, questo titolo è comunque capace di offrire una sfida media e gradevole ed è un buon gioco sia per i novizi del genere che per chi ha alle spalle anni ed anni di strategie e campagne militari.
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