Il booth migliore dell’E3 era fuori dall’E3 stesso e questa è solo la prima caratteristica stramba dell’esperienza fatta da quei pazzi dei ragazzi di Devolver Digital. I publisher di Hotline Miami hanno infatti affittato un parcheggio dietro Hooters (locale noto per le dimensioni generose dei seni delle cameriere) e lungo tutto il perimetro hanno disposto delle roulotte dove era possibile provare all’interno i titoli portati in fiera. Al centro dell’area ci si poteva sedere per mangiare uno dei fantastici panini preparati sul momento (e con immensa simpatia) da una signora di cui non ricordo il nome: troppo caldo, troppo cibo.
All’ingresso mi ha accolto una ragazza bionda che ho riconosciuto non essere Salima, la PR con la quale siamo in contatto, ma siccome è l”E3 e il tempo stringe mi faccio comunque trascinare verso la prima roulotte dove assisto ad una presentazione hands-off di Shadow Warrior 2: potete leggere l’anteprima voltando pagina. Il tempo stringe e sul più bello la ragazza bionda mi vuole far uscire, ma i ragazzi di Shadow Warrior 2 devono ancora farmi vedere il mid-boss di cui vanno molto fieri e così con uno speedrun degno di una news volano verso di lui, lo affrontano e mi lasciano andare.
La tappa successiva è stata Crossing Souls e subito mi sono reso conto di un aspetto fantastico dei giochi Devolver, ovvero la loro variegata provenienza: si passa da un gioco ambientato in un Giappone fantastico e sviluppato da polacchi ad uno ambientato nelle suburbs americane, sviluppato da ragazzi spagnoli. Considerazioni a parte l’anteprima di Crossing Souls è qui, mentre in questo momento di racconto dell’esperienza Devolver è importante che vi riporti di come la prova è stata interrotta improvvisamente da una porta che si è aperta all’improvviso: è Salima, mi ha trovato! Mi chiede chi mi ha fatto entrare e quando realizza che è stata la ragazza bionda di cui sopra non è molto contenta: sono nel posto giusto al momento giusto, ma a quanto pare Salima non apprezza le ragazze bionde californiane. Il succo della questione è che è completamente matta e io la amo: mi lega al polso un braccialetto (col quale ho ufficialmente accesso all’area) e mi lascia coi ragazzi di Crossing Souls. Loro mi fanno giocare, ma non riesco a completare la demo, troppo difficile la sequenza finale. Spero di non averli delusi, ma devo fuggire. Alla prossima roulotte è quindi Salima ad accompagnarmi e l’ultima prova è su EITR, un titolo sviluppato da due ragazzi con una passione per Bloodborne a dir poco lampante: per scoprire i punti di contatto tra Bloodborne e EITR c’è l’anteprima, qui vi sottolineo soltanto come avere a che fare con sviluppatori così appassionati riempe sempre il cuore. E poi sono (a detta loro) uno dei pochi ad esser riuscito a fare determinate cose nel gioco, sarà per la mia “confidenza” col capolavoro di Hidetaka Miyazaki.
EITR era l’ultimo gioco in programma per la giornata così saluto e me ne vado, non prima però di aver assaggiato uno dei gloriosi panini messi a disposizione da Devolver: il tempo a mia disposizione per mangiare è così poco che non ho altra scelta se non portarmelo via e mangiarlo per strada, ma almeno quel giorno sono riuscito a mangiare a pranzo (cosa che invece il giorno prima è stato impossibile fare e manco me ne ero accorto).
Il racconto dell’esperienza Devolver non finisce però qui: considerando infatti l’epicità dei panini e la simpatia folle di Salima decidiamo di dare loro il premio come Best Booth della fiera. Peccato che in quel momento la nostra PR preferita stesse bevendo tequila insieme ai ragazzi di Crossing Souls e proprio in quel momento dei rappresentanti di Ubisoft erano lì per parlare con loro (chissà perché!). Salima quindi ci accoglie e ci fa sedere riuscendo incredibilmente a gestire tutto. Alla fine cediamo e mangiamo altri panini, impossibile dire di no alla nostra amica e alla bontà dello stand. Mentre godiamo profondamente di tutto quel che ci è stato preparato, accade qualcosa del tutto imprevisto se non fossimo al booth più particolare dell’E3: due ragazzi indossano dei pattini e cominciano a gareggiare intorno ai tavoli, creando un attimo di surreale spensieratezza nel delirio della fiera di Los Angeles.
A parte la simpatia delle situazioni e delle persone incontrate, quel che ci ha stupito era in generale l’accoglienza dimostrata e la creazione di un concept particolare per tutta la zona, un fatto che dentro il convention centre si riduce a chi ce l’ha più grosso (lo stand, s’intende) con giusto qualche sforzo in più profuso da Bethesda (che quest’anno ha fatto davvero le cose in grande) con un booth davvero molto ben caratterizzato grazie alla stanza vittoriana di Dishonored 2 e al Vault di Fallout 4. Noi comunque alla fine abbiamo deciso di premiare i ragazzi di Devolver Digital perché in fin dei conti dei panini così non li abbiamo mangiati da nessun’altra parte.
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