News 24 Ott 2015

Deep Flare: Explorer – Anteprima GamesWeek 2015

MilanoNel 2015 c’è chi vede l’esplorazione dello spazio come soldi inutili, dubitando dell’effettiva utilità della scoperta di “qualche goccia d’acqua” su Marte. Nel futuro prossimo e decisamente alternativo di Deep Flare: Explorer, la popolazione terreste del 2025 avrà invece accolto positivamente l’idea di spendere qualche spicciolo per la spedizione di William S. Anderson, incaricato di scoprire la provenienza di un misterioso bagliore apparso all’improvviso all’interno del nostro sistema solare. Quando poi le sue ricerche e le sue scoperte lo porteranno verso le tracce di un’antica civiltà aliena, il fascino degli amanti della fantascienza dell’epoca nei confronti di quella stessa spedizione sarà probabilmente salito alle stelle, una gioia mista a stupore spazzata però via da un’atroce dubbio: e se quell’antica civiltà aliena è ancora in vita, pronta a distruggerci?

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Quella è forse solo una delle tante paure, e degli ostacoli mentali e fisici che il nostro eroe, a bordo della sua navicella, dovrà affrontare.

Ci siamo avventurati su Europa, luna di Giove, uno degli oscuri tasselli che compongono il vasto e misterioso puzzle di Deep Flare, che fa dell’esplorazione e del recupero di risorse il suo punto di forza, oltre che dell’estremo realismo di cui è impregnato, nonostante la grafica dal forte sapore retro e la visuale in 2D non sembrino testimoniare a suo favore. E invece, parlando con gli sviluppatori, ci saranno pianeti e satelliti da esplorare, avanzando liberamente nel sistema solare, ovvero scegliendo dove approdare senza seguire un filo logico ben preciso, se non gli indizi e i documenti sparsi qua e là, oltre che a delle missioni portate avanti a suon di dati e informazioni, con tanto di cambiamenti della posizione dei mondi di gioco in base alla loro rotazione, e persino con le fonti di luce che permettono di distinguere il Sole da questo o quel pianeta.

Ci saranno eventi atmosferici come l’aurora a mandare in avaria le apparecchiature (e persino a manomettere i controlli, o almeno è quel che hanno in mente i ragazzi di BTSeven), il controllo della nave stessa richiede estrema attenzione e precisione, dosando a dovere i propulsori per non rischiare di schiantarsi al suolo (meglio, in quel casso, attivare gli scudi, alcuni dei power up presenti, oltre al laser per perforare determinate superfici) e la forza di gravità appesantirà sempre più la nave, potenziabile e migliorabile tramite il crafting, man mano che si raggiungerà il nucleo del pianeta, andando nel profondo e scovando caverne e strutture aliene. Persino le risorse scovate analizzando e trivellando il terreno, in base al loro peso, influenzeranno il viaggio della navetta verso delle stazioni, sorta di checkpoint dove il giocatore potrà depositarle in un modo decisamente scomodo, e si spera pronto ad essere cambiato, facendo letteralmente canestro e disattivando il raggio traente, necessario e potenziabile anch’esso per trasportarle qua e là, al punto giusto. È solo una di tante piccole ingenuità che minano in parte l’esperienza di gioco, dall’UI non proprio intuitiva alla necessità di dover setacciare in maniera un po’ casuale, salvo strutture palesemente “sospette”, il suolo alieno, ma un altro tipo di “bagliore”, quello negli occhi dei ragazzi che stanno faticosamente lavorando a questo progetto, lascia ben sperare in qualcosa di davvero unico e coraggioso, che non deve e non può permettersi di scoraggiare l’utenza con ritmi di gioco troppo lenti e meccaniche inutilmente machiavelliche.

 

Le buone idee ci sono, ma ora viene il difficile: renderlo un’esperienza unica e godibile, che punta dritta alle stelle

 

Deep Flare: Explorer non è il No Man’s Sky italiano, ma può essere considerato una sorta di rivisitazione sul tema sicuramente da tenere d’occhio. Il gioco è ancora in pieno sviluppo, con tanto di Kickstarter annesso, e le ingenuità non mancano, ma in questo caso, quantomeno, eventuali fallimenti (assolutamente da scongiurare) non potranno essere imputati ai calcoli della generazione procedurale, in quanto ogni pixel è stato posizionato con perizia e con un’idea ambiziosa in mente. Esplorazione, crafting, e misteri da risolvere: le buone idee ci sono, ma ora viene il difficile, ovvero renderlo un’esperienza unica e godibile, che punta dritta alle stelle.

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