News 11 Nov 2015

Anno 2205 – Recensione

La serie Anno rappresenta per Ubisoft la punta di diamante dei city-building, poiché da sempre i ragazzi di Ubisoft BlueByte son riusciti a produrre dei titoli che mescolano in modo sapiente elementi di microeconomia strategica con la costruzione di città riccamente dettagliate e piene di vita. Il penultimo capitolo ci aveva lasciato con l’umanità alle prese col riscaldamento globale e l’inquinamento nell’anno 2070, ma ora in Anno 2205 gli esseri umani si sono pienamente adattati alla nuova Terra e volgono il proprio sguardo alla Luna, satellite ricco di risorse sfruttabili dalle megacorporazioni che impazzano sul pianeta blu. L’abbandono degli scenari pseudo-storici in favore di ambientazioni futuristiche ed irrealistiche rende Anno 2205 molto più simile al suo predecessore Anno 2070 che al resto della serie, ma i BlueByte son stati capaci di creare un distopia alternativa coerente ed affascinante da un punto di vista fantastorico. Il giocatore viene introdotto al nuovo mondo nei primi minuti di gioco e successivamente è catapultato in un sistema economico retto dalle Big Five, cinque grandi corporazioni che dominano l’attuale assetto geopolitico del pianeta. Lo scopo del gioco che ci accompagnerà lungo le varie sequenze che lo compongono è quello di divenire da astro nascente dell’economia a vero e proprio riferimento per tutte le altre aziende e, visto che Roma non è stata costruita in un giorno, vi assicuro che la strada per divenire un magnate è difficile e molto lunga. Il ruolo di leader ci chiederà una costante attenzione nell’aggiustare millimetricamente l’outcome del nostro intero sistema produttivo, poiché ad ogni nuovo appartamento o ad ogni nuova industria, il sistema si bilancerà con nuove richieste alle quali dovremo far fronte con rapidità.
Nei primi momenti alle prese col nuovo Anno 2205 una schermata ci chiederà in quale punto della Terra vorremo fondare la nostra metropoli principale. Naturalmente, si partirà da un setting con un clima temperato, il quale non ci darà rogne almeno per ciò che riguarda il tempo meteorologico. La popolazione crescerà esponenzialmente ad ogni nuovo appartamento posto sullo scenario, ma un consiglio spassionato è quello di rendervi immediatamente conto dello spazio a vostra disposizione: le isole non saranno mai eccessivamente grandi e l’ampiezza degli scenari non sarà nemmeno lontanamente gentile come quella di un Cities: Skyline. Differentemente da Anno 2070, le mappe non saranno più casuali, ma predefinite ed in esse dovrete sempre immaginare come e dove porre gli oggetti, quasi fino a diventare maniacali nel costruire una città squadrata e perfettamente regolare. Siccome i vostri cittadini saranno pedanti con le loro richieste, assicuratevi di tenere sotto controllo dapprima la fornitura di cibo ed acqua, per poi passare agli elementi un po’ più elitari. In tutto, ci sono quattro ceti sociali che si alterneranno a seconda di come saprete gestire la fame di bisogni del vostro popolo. Proprio come i precedenti Anno, si parte dagli operai per giungere fino agli investitori, un ceto estremamente ricco che vi porterà crediti nel vostro account bancario, ma vi drenerà le risorse prodotte con tanta fatica.
Uno degli elementi rivisitati in Anno 2205 vitali per la gestione della produzione e per la salvaguardia dei pochi spazi per far fiorire la vostra città è l’aspetto della ‘modularità’, ovvero l’introduzione dei moduli da poter costruire accanto ad ogni industria. I moduli, come ad esempio in SimCity, non solo potranno raddoppiare il tasso di produzione senza aver la necessità di creare una nuova fabbrica da zero, ma daranno anche dei bonus sui costi energetici, logistici e di manodopera. In pratica, se avrete bisogno di un maggiore quantitativo di materiali da costruzione, oltre che ad aumentare la produzione aggiungendo un modulo estrattivo, potrete inserire svariati moduli per ammortizzare i costi e migliorarne l’efficienza. Tuttavia, i moduli non sono gratis e costano risorse rare ottenibili solo attraverso il completamento delle missioni o grazie all’app companion Anno 2205: Asteroid Miner. C’è da sottolineare, però, che la modularità avrebbe dovuto avere una maggiore accortezza in fase di progettazione, in quanto i piccoli moduli mal di adattano alla grandezza delle fabbriche: vi capiterà di dover inserire moduli in numero dispari in posti che non saprete più come riempire e ciò creerà dello spazio inutilizzato sulla mappa, quest’ultimo davvero molto fastidioso da vedere.
Ad ogni modo, vi accorgerete in breve tempo che il vostro ambiente iniziale non potrà soddisfare la necessità di materie prime utili per la produzione di materiali più elaborati ed è proprio così che si passa dal clima temperato al clima artico. Qui troverete gli eredi dei Tech di Anno 2070 che si sono adattati ai freddi e si sono autoeletti custodi del polo nord. Giganteschi condizionatori d’aria fredda mantengono il gelo in tutto l’artico, così da creare biodiversità e bilanciare il clima terrestre. Ma il gioco si fa parecchio duro nel momento in cui arriverete tra i ghiacci, poiché sulle varie isole innevate non avrete la possibilità di costruire ovunque voi vogliate e dovrete ricavarvi lo spazio intorno alle vostre fabbriche che genereranno sia prodotti che fonti di calore. Lontana dal calore, la vostra popolazione calerà drasticamente e vi lascerà un buco nel bilancio finanziario. Un consiglio spassionato è quello di andare con calma nella produzione e di non eccedere mai, poiché il commercio tra giocatori non è più il fulcro del sistema e difficilmente riverrete ricchi scambiando le risorse in eccesso con il mercato globale. Ebbene, a meno che non produciate quantità titaniche di materiali da poter rivendere, i costi per i convogli supereranno sempre i ricavi della vendita dello sparuto eccesso di risorse a vostra disposizione. Anno 2205 si concentra principalmente sulla auto-sostenibilità del vostro impero e vi chiederà di non dipendere dalle altre mega-corporazioni per il vostro successo. Se proprio ne avrete bisogno, potrete rivolgervi a qualche giocatore AI per acquistare dei materiali randomicamente scelti per la vendita.
Giunti infine sulla Luna, se sarete riusciti a mantenere positivo il bilancio di risorse, preparatevi ad andare in perdita, poiché il nostro satellite è tanto affascinante quanto pericoloso. Per impadronirvi delle risorse particolarissime presenti sulla luna, dovrete spendere davvero tanto tanto denaro e non aspettatevi che la vostra città lunare possa avere un bilancio in verde con molta semplicità. Vi conviene, perciò, avere un flusso di denaro positivo molto elevato nelle vostre altre città prima di cimentarvi nella colonizzazione della Luna. Anche qui non potrete costuire ovunque, ma dovrete porre le vostre aziende sotto la protezione dei generatori di scudo che impediranno agli sciami meteoritici di far piazza pulita delle costruzioni.
Tutta la nuova complessità di Anno 2205 data dai tre differenti ambienti impervi e dalla spropositata quantità di materiali differenti da produrre ci farà dimenticare ben presto il mondo sottomarino e le dinamiche tanto care di Anno 2070, ma i ragazzi di BlueByte non sono stati così crudeli da spazzare via il precedessore senza un adeguato ‘funerale’: nelle aree di gioco troverete, di tanto in tanto, missioni che vi faranno approcciare a reperti e relitti dell’antica era. Vi imbatterete, perciò, in Arche sommerse, dighe distrutte, donne misteriose che rievocano antichi credi aziendali e tutto il lascito di ciò che è stato Anno 2070. Vedere l’Arca di F.a.t.h.e.r. tra le onde del mare vi strapperà un sorriso amaro, ve lo assicuro.
Anno 2205 riuscirà a trasportarvi nel futuro per una decina di ore, ma la campagna principale o le missioni secondarie sono solo un orpello per ciò che il titolo rappresenta. Il gioco è in realtà virtualmente infinito, come ogni city-building che si rispetti. Giunti alla fase lunare, potrete svincolarvi dalla campagna e dedicarvi finalmente al sandbox. In effetti, in Anno 2205 non esiste più una modalità libera vera e propria, ma la campagna principale è obbligatoria fino al raggiungimento della terza fase, ovvero la colonizzazione della Luna. Giunti sul satellite, avrete accesso a qualsiasi feature proposta da quest’ultimo capitolo e potrete anche ignorare la missione principale. Le ore vi sembreranno fluire via con una velocità inaudita: potrete incantarvi a fissare l’enorme dettaglio di ogni singolo edificio, spaziare negli ambienti ricchi di vegetazione e con una grafica mozzafiato per un titolo di questo genere, edificare al millimetro una metropoli pulsante. Con un accompagnamento musicale davvero in sintonia col tema del gioco, Anno 2205 si manifesta come un ottimo city-building che ha abbandonato qualche dinamica amata nei precedenti capitoli, ridefinendola in qualcosa di differente.
Anno 2205 rappresenta attualmente l’apice della serie Anno e ci fa godere come non mai nel portarci a colonizzare la Luna. Il sogno del magnate definitivo, però, viene un po’ fermato da una modalità sandbox presente solo dopo aver affrontato obbligatoriamente la campagna principale. L’abbandono della randomizzazione delle mappe, tuttavia, viene superato dalla maggiore caratterizzazione della storia e degli ambienti in cui essa viene raccontata. Tralasciando questi due elementi che potrebbero far storcere il naso a qualche giocatore, l’enorme qualità dei dettagli di Anno 2205 lascia spesso a bocca aperta, insieme alla complessità del sistema economico, decisamente apprezzabile per un titolo del genere. Insomma, la strada è quella giusta.

Voto: 8/10

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