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News 07 Feb 2016

Story of Seasons – Recensione

Io coltivo forte

Uno degli aspetti che hanno reso il medium videoludico il fenomeno che è (e per cui leggete queste pagine), è la sua capacità di far vivere al giocatore storie ed esperienze che nell’odierna quotidianità difficilmente uno potrebbe sperimentare. Che si tratti di salvare la principessa, l’umanità o l’universo, i videogames da sempre ci permettono di immergerci in vere e proprie vite parallele dove siamo noi, con le nostre azioni, a influenzarne l’andamento.

Eppure certe volte capita di voler staccare anche da tutto ciò, capita di volersi prendere una pausa dall’ennesimo conflitto fantapolitico, capita di dire “basta” all’ennesima chiamata di chissà quale profezia antica. Certe volte, capita che uno voglia semplicemente staccare dalla vita di tutti i giorni, sia essa quella dell’eroe. E cosa c’è di meglio per staccare dalla solita vita se non una bella vacanza a contatto con la natura e l’aria pura? MaStory of Seasons, naturalmente!

Story of Seasons

Piattaforma: 3DS

Genere: Simulatore di fattoria

Sviluppatore: Marvelous Entertainment

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1-2

Online: si

Lingua: Italiano

Figlio del divorzio fra Natsume Company e Marvelous Entertainment, Story of Seasons altro non è se non l’ennesimo Harvest Moon in incognito, nato della voglia di Marvelous di poter continuare a lavorare sul simulatore agricolo più famoso al mondo, tanto che chiunque abbia già provato i precedenti capitoli di questa saga non tarderà a trovarsi subito a suo agio fra traslochi, mucche, zappe e campi da coltivare. Come tradizione vuole, infatti, il gioco si apre ancora una volta con un trasloco verso una nuova casa, trasloco che vedrà il nostro personaggio creato ad hoc trasferirsi da una non meglio specificata trafficata cittadina ai verdi pascoli di Querciallegra con lo scopo di ritrovare il contatto ormai perduto con la natura e, si spera, un po’ di sana tranquillità. Niente più, niente meno.

Sulla falsa riga dei simulatori/gestionali più famosi, la storia di Story of Seasons è poco più che un pretesto, un mero escamotage per mettere fra le mani del giocatore un piccolo mondo di cui prendersi cura e far crescere come meglio si ritiene. Sulla scia del ben più noto Animal Crossing, dunque, al nostro alter ego viene dato il pieno potere decisionale su come gestire all’interno della propria nuova vita, con la differenza, rispetto a quest’ultimo, di un maggior senso di completezza garantito da tutta una serie di obbiettivi che sarà possibile portare a termine lungo tutto il corso dell’avventura.

la storia di Story of Seasons è poco più che un pretesto, un mero escamotage per mettere fra le mani del giocatore un piccolo mondo di cui prendersi cura e far crescere come meglio si ritiene

La peculiarità di Story of Seasons rispetto ad altri prodotti analoghi risiede infatti nella sua peculiare gestione del tempo di gioco e del ciclo delle stagioni che danno il nome al gioco. Diversamente da quanto avviene nel gestionale Nintendo, le giornate non saranno gestite dall’orologio interno del 3DS bensì scandite attraverso le attività del proprio personaggio all’interno della fattoria. Un giorno dura in media una decina di minuti con la possibilità di passare al successivo semplicemente andando a riposarsi. Questo non vuol dire che potremo bighellonare beatamente e darci all’agricoltura intensiva come dei draghi a intervalli regolari di pisolini. Nossignore.

Proprio come un vero e proprio giardino Zen, Story of Seasons prevede che fra lui e il giocatore vi sia un tacito accordo di reciproco rispetto: ecco quindi che giocare con calma e seguire i ritmi di un buon fattore non è solo il modo migliore per godersi questa seconda vita, ma anche il più proficuo visto l’incessante calare della barra della fatica quando si è alle prese con i più ardui lavori manuali. Riposarsi a intervalli regolari, ristorarsi con i cibi coltivati e andare a letto presto per svegliarsi di buon’ora diventano quindi tanto dei buoni consigli forniti dalla gentile Eda quanto il modo migliore per affrontare la propria giornata lavorativa. Ma capire quando è tempo di mettersi a lavoro e quando invece bighellonare in riva al fiume alla ricerca di collezionabili assortiti con cui trastullarsi è solo il livello di lettura più superficiale che contraddistinguono un buon fattore, visto tutte le attività secondarie da svolgere che il gioco propone.

Fra gli oggetti coltivabili ve ne sono alcuni veramente particolari…

Superato il solito ingombrante Tutorial e apprese queste e altre nozioni di base, Story of Seasons si presenta sin da subito il più snello e forse appetibile Harvest Moon di sempre, merito principalmente dell’intuitivo inventario tattile (sempre consultabile nello schermo inferiore) ma anche di tante piccole e interessanti novità come quella di poter lavorare su griglie da nove riquadri anziché agire su un solo alla volta. Senza parlare del fatto che ora molte attività come la semina e innaffiare possono essere eseguite con un solo semplice comando anziché premere forsennatamente sullo stesso tasto come in passato.

Ciò che però rende Story of Seasons un titolo unico e lo distingue dai suoi predecessori è la gestione del borgo di Querciallegra a pochi passi dalla propria fattoria. Fra una chiacchiera di cortesia e un corteggiamento della ragazza/o delle nostre mire è possibile infatti anche intraprendere tutta una serie di attività inedite fra cui la più importante è quella legata al commercio con i borghi limitrofi. Laddove risulta impossibile vivere di sole barbabietole e derivati di mucca in tutte le salse, Story of Seasons propone per la prima volta nella serie un embrionale sistema di scambi che replica in tutto e per tutto (seppur con le dovute semplificazioni del caso) un sistema economico basato sullo scambio di beni di prima necessità.

Story of Seasons propone per la prima volta nella serie un embrionale sistema di scambi che replica in tutto e per tutto un sistema economico basato sullo scambio di beni di prima necessità

Parlando con gli abitanti del villaggio e segnandosi le date più importanti nel calendario è possibile venire in possesso di semi, animali e perfino oggetti d’arredamento che sarebbero altrimenti irreperibili nell’ecosistema di Querciallegra, il tutto giustamente regolamentato da un sistema di domanda e offerta che non fa che rendere il commercio più intrigante e ponderato in fase di coltivazione e/o allevamento. Considerando che in alcune stagioni è impossibile coltivare determinati prodotti e che inondare il mercato con ingenti quantità dello stesso tipo non farà che diminuirne la domanda e il prezzo d’acquisto, ecco quindi che imparare a capire quando coltivare, quando allevare e quando vendere diventa un inedito elemento di sfida in grado di portare grandi soddisfazioni ai fattori più accorti.

Permangono inalterate invece attività classiche come la pesca, l’allevamento, le modalità di matrimonio con svariati elementi in prestito dai sim-dating nonchè la possibilità costruire pezzi d’arredo con cui addobbare la propria fattoria ma anche le piazze presenti del paese.

Ovviamente decidere chi corteggiare rappresenta una delle fasi più importanti all’interno della propria vita virtuale. Ecco Fritz, dopo una bella lavata e tutto in ghingheri, quasi stentiamo a riconoscerlo!

Virtualmente infinito come la tradizione dei simulatori vuole, Story of Seasons può essere comunque affrontato come un viaggio con un inizio e una fine, quasi come la vacanza di cui parlavamo inizialmente se vogliamo. La presenza di svariati obbiettivi da portare a termine ma sopratutto la diversa gestione del tempo che non richiede di stargli continuamente dietro rendono il titolo Marvelous ad oggi, uno dei migliori giochi nel suo ambito. A patto di riuscire a soprassedere alle fasi iniziali un po’ lente a ingranare e di apprezzarne il genere, sia chiaro.

A rendere la portata principale un po’ più intrigante ci pensano poi tutta una serie di opzioni legate al multiplayer e le peculiarità “social” del Nintendo 3DS come la possibilità di poter invitare nella propria fattoria altri giocatori in carne ed ossa grazie alle funzionalità Streetpass e Online della console. In linea con lo spirito naif del gioco si tratta prevalentemente di aiutare e farsi aiutare dai propri amici nelle attività più di tutti i giorni, ma niente vieta di sfidarsi in una gara di tuffi giù al fiume e via discorrendo. Nulla di particolarmente complesso o elaborato, ma nell’insieme comunque più che gradito e piacevole.

Story of Seasons può essere comunque affrontato come un viaggio con un inizio e una fine, quasi come una vacanza se vogliamo

Nonostante la gestazione travagliata legata ai diritti del brand, Story of Seasons si è rivelato un più che solido prodotto e contraddistinto da una personalità tutta sua che ben lo differenzia da un “Animal Crossing” in campagna qualunque. L’unico neo che lo penalizza è forse quello legato alla realizzazione tecnica generale, decisamente sottotono rispetto al resto della produzione. Per quanto caratterizzato da uno stile grafico tutto sommato piacevole, l’unico elemento realmente curato su questo fronte sono gli artwork che accompagnano i dialoghi fra personaggi, soffrendo il resto di una generale mancanza di cura che rende alcuni movimenti decisamente brutti da guardare e che in più di un’occasione portano anche il gioco a rallentare vistosamente per un’esperienza generale tutt’altro che piacevole.

Sottotono anche la colonna sonora, contraddistinta da soli quattro motivetti principali (uno a stagione) sul ripetitivo andante e che rendono alcuni compiti, già di loro non propriamente entusiasmanti, ancora più difficili da mandar giù.

In conclusione…

Nonostante il cambio di nome, Harvest Moon rimane sempre Harvest Moon e, fedele alle sue origini,Story of Seasons prosegue sul solco della tradizione con un prodotto pensato principalmente per i propri fan rimasti scottati dall’esperienza Natsune di Harvest Moon: The Lost Valley.

Mancano reali novità e forse bisognerebbe fare qualcosa per snellire ulteriormente alcuni tempi morti che in più di un’occasione mortificano un gameplay ricco comunque di cose da fare e da vedere, ma è anche vero che, così facendo, si andrebbe sicuramente a perdere quell’unicità nella vita di campagna che il gioco vuole ricreare a tutti i costi.

Nel dubbio quindi non ci resta che godere di questa piccola parentesi bucolica in tutta spensieratezzae lasciarci trasportare dalla bellezza di una vita agreste a contatto con la natura seppur fittizia, contando i giorni che mancano all’arrivo della bella stagione. In attesa di ripartire alla volta dell’ennesima principessa o mondo da salvare…

Voto: 7/10

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