News 08 Feb 2016

Assassin’s Creed Chronicles Russia – Recensione

Dalla Russia con amore (o quasi) 

Siamo infine arrivati all’ultimo capitolo della trilogia spin-off di Assassin’s Creed, uno dei franchise più apprezzati degli ultimi anni. Come ormai ben saprete, Chronicles ci mette nei panni di tre assassini, ognuno dei quali è impegnato ad affrontare la minaccia templare in precisi periodi storici. Il terzo ed ultimo atto di questa saga si ambienta in Russia, precisamente all’inizio del XX secolo e ci vede nei panni dell’confratello Nikolai Andreievich Orelov durante la sua ultima e più importante missione, con lo scopo di sottrarre dalle mani nemiche un prezioso artefatto dell’Eden.

Come in precedenza, AC Chronicles Russia non si discosta molto dalle meccaniche di gioco classiche della mini-saga, pur implementandole attraverso l’utilizzo di nuovi gadget e la possibilità controllare un secondo personaggio oltre quello principale, dotato di capacità uniche. Nonostante l’impennata del livello di difficoltà renda il titolo decisamente più stimolante dei capitoli passati il level design non particolarmente ispirato, il bilanciamento inadeguato ed una trama piuttosto scialba, fanno di Assassin’s Creed Chronicles Russia il tassello più debole di tutta la trilogia.

 Assasssin’s Creed Chronicles Russia

Piattaforma: Xbox One/PS4/PC

Genere: Stealth

Sviluppatore: Climax

Publisher: Ubisoft

Giocatori: 1

Online: No

Lingua: Inglese con sottotitoli in italiano

Versione provata: Xbox One

Il titolo ci catapulta nel 1919, mentre imperversa la guerra civile russa a seguito della presa di potere da parte dei bolscevichi: impersoneremo uno degli ultimi assassini rimasti in patria, che attende pazientemente di tornare dalla famiglia e portarla via prima che sia troppo tardi. Sfortunatamente l’Ordine ha un’ultima missione per Nikolai Orelov, anziano membro della setta degli Assassini: trovare la famiglia dello Zar prima che venga eliminata e recuperare un misterioso manufatto che ha destato anche l’interesse dei templari.
Le cose si complicano quando Nikolai, trovata la figlia dello Zar sopravvissuta al massacro perpetrato dagli agenti templari russi, Anastasia Romanova, scopre che quest’ultima possiede una naturale connessione con lo spirito diShao Jun, spietata assassina cinese già protagonista del prima capitolo della saga sviluppata da Climax. Questo porta alla prima novità del titolo, ossia la possibilità di controllare saltuariamente Anastasia, dotata di straordinari poteri legati principalmente ai glitch del sistema Helix. Una volta insieme, i due dovranno cercare di mettersi in salvo, sfuggendo alla morsa nemica sempre più opprimente.
Anche in questo caso, il plot del gioco non regala particolari emozioni, complice un sistema narrativo non proprio convincente, seppur bello da vedere, ed il carisma dei protagonisti del tutto assente.

In Assassin’s Creed Chronicles Russia il quoziente di difficoltà è così elevato da rendere alcuni passaggi addirittura snervanti

Il gameplay è simile a quello già visto nei precedenti episodi, ossia uno stealth-game in due dimensioni, che fonde alcune caratteristiche principali del brand Assassin’s Creed con gli elementi tipici di un gioco a scorrimento laterale: Nikolai ha a disposizione un equipaggiamento molto ridotto, composto principalmente da un rampino, bombe fumogene, il fischio come diversivo ed un fucile, utile per eliminare i nemici più agguerriti, ma tremendamente rumoroso. Anastasia invece, non potendo sfruttare molte delle abilità tipiche degli assassini, si affida esclusivamente alle eliminazioni furtive e alle già citate capacità legate all’Helix, che le permettono di passare velocemente tra le varie coperture oppure di rendersi invisibile ai nemici, per un periodo di tempo limitato.

Sembrerebbe quindi che i nostri eroi abbiamo tutto il necessario e forse anche più, per trionfare sulla minaccia templare. Peccato che in Assassin’s Creed Chronicles Russia il quoziente di difficoltà sia così elevato da rendere alcuni passaggi addirittura snervanti. Da una parte infatti, si da per scontato che il giocatore abbia già dimestichezza con i comandi (cosa tutt’altro che ovvia, dato che i singoli capitoli della saga sono anche venduti separatamente), dall’altra lo si mette spesso davanti a obiettivi a tempo, sessioni acrobatiche da percorrere con precisione millimetrica e ostacoli da evitare con un tempismo da manuale, altrimenti la pena sarà sempre e solo la morte.

Se ciò potrebbe ingolosire i più avvezzi alle sfide “trial&error”, il bilanciamento altalenante della difficoltà e la generale imprecisione dei comandi di gioco sfiniranno anche il più tenace dei giocatori. Senza contare che in determinati momenti risulta alquanto vaga la destinazione da intraprendere, cosa che di certo non fomenta il senso di coinvolgimento.
Anche i potenziamenti, che nei precedenti capitoli si guadagnavano premiando le singole capacità elusive, in Chronicles Russia si basano esclusivamente sul tempo impiegato per completare i livelli. Potreste quindi non ottenere neanche un solo miglioramento se ve la prendete comoda. Cosa più che plausibile.

il gioco vanta di una longevità più che discreta, che vi porterà via ben più di 7-8 ore, contando anche i collezionabili ed il completamento degli obiettivi secondari

Fortunatamente il gioco vanta di una longevità più che discreta, che vi porterà via ben più di 7-8 ore, contando anche i collezionabili ed il completamento degli obiettivi secondari, presenti in tutte le missioni, ma non sempre così evidenti come in passato. Il divertimento ed il senso di appagamento deriva quasi sempre dalle sessioni più canoniche, ossia quelle più in linea con il gameplay degli altri due episodi: restare nell’ombra, eliminazione dei bersagli, raggiungimento dell’obiettivo.
I momenti più frenetici, come le arrampicate a tempo, il pedinamento o la copertura tramite cecchinaggio degli spostamenti di Anastasia, sono piuttosto forzati e il dover ripetere tutto anche nel caso di un singolo errore, non va a supporto di queste variazioni.
Non aiutano le ambientazioni scialbe e senza caratterizzazione, non solo smorzate da una palette cromatica inesistente, se non per qualche tinta di rosso giustificato come scelta stilistica, ma troppo simili le une con le altre e prive dei guizzi artistici appena intravisti in China o India e che quindi ci saremmo aspettati anche qui. Gli effetti visivi e vari tecnicismi sono ridotti al minimo e per questo il gioco fila liscio a 60fps, se non durante i momenti più concitati, dove, almeno su Xbox One, la fluidità cala leggermente.

In conclusione…

Assassin’s Creed Chronicles Russia è l’epilogo che non ci saremmo voluti aspettare, ma che purtroppo affossa quella che senza dubbio è una trilogia videoludica valida, soprattutto per le peculiarità del genere.

Russia è il peggior episodio dei tre, irragionevolmente più difficile dei predecessori e privo di vivacità narrativa. Nulla cambia la possibilità di controllare un secondo personaggio, peraltro privo delle fondamentali abilità da assassino, se non a spezzare il coinvolgimento con il protagonista principale. Si salva un gameplay piuttosto solido e la consueta soddisfazione nel completare sezioni molto ardue, ma l’acquisto rimane consigliato agli irriducibili fan della saga.

Voto: 5,5/10

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