I Pokémon se le danno di santa ragione: per davvero stavolta!
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Cosa succede quando si decide di unire tra di loro due videogiochi tanto differenti come Pokémon e Tekken? Il risultato di questo strano esperimento è Pokkén Tournament, un picchiaduro molto particoplare perché vede come protagonisti i celebri mostri collezionabili di Nintendo. Ma ancora più particolare è il fatto che a sviluppare il titolo non sia Nintendo, ma bensì proprio Bandai Namco e per la precisione il team del sopracitato Tekken. Avere un team del genere alla spalle del progetto cambia radicalmente le carte in tavola e innalza esponenzialmente l’interesse di tutti i giocatori (fan dei Pokémon o meno) nei confronti di questo gioco di lotta e, dopo la nostra prova, a ben vedere.
Le sfide che gli sviluppatori (per la precisione, parliamo proprio del team di Harada) hanno dovuto affrontare sono molteplici e non di poco conto: è la prima volta infatti che abbiamo l’occasione di vedere i Pokémon in una definizione così alta e così in movimento. Altrettanto complicato è stato scegliere creature che non fossero solo di tipo Lotta e che soprattutto avessero dimensioni molto differenti, ma che devono in qualche modo essere bilanciati per essere utilizzati ad armi pari: eppure, in qualche modo, potrete giocare a Pokkén Tournament con il piccolo Pikachu contro un mastodontico Charizard, che poi è un sogno che si realizza.
Pokkén Tournament è ambientato nella regione di Ferrum, dove si svolge il torneo di lotta del gioco. Nella modalità campionato potrete affrontare quattro leghe (più una segreta) ognuna delle quali con un numero crescente di concorrenti. La particolarità è che non dovrete affrontare ogni volta 20, 40 o 60 allenatori, ma bensì affrontare dei gironi all’interno dei quali vi scontrerete con altri allenatori e ogni vittoria o sconfitta vi farà posizionare più o meno in alto nella classifica, sino a quando non arriverete al primo posto e potrete affrontare il boss che vi farà accedere alla lega successiva.
La presenza dei Pokémon non è però l’unica peculiarità di Pokkén Tournament: un’altra caratteristica originale è la gestione dello stage. Come molti di voi sapranno, i combattimenti nei picchiaduro solitamente si svolgono in arene in cui è possibile spostarsi sulle tre dimensioni o altri casi solo su due assi, come accade ad esempio in Street Fighter e Pokkén Tournament propone una via di mezzo che comprende entrambi gli approcci: all’inizio dello scontro infatti si può esplorare liberamente lo stage e soltanto dopo alcuni colpi pesanti o critici lo scontro si fa ravvicinato e in 2D. Questo comporta un cambio di approccio durante lo stesso round, aumentando sicuramente la varietà degli scontri.
Con il passaggio dalla Field Phase (in 3D) alla Duel Phase (in 2D) cambiano anche le abilità e dei nostri Pokémon, raddioppiando quindi quasi le mosse a disposizione delle creature che stiamo allenando. Nella Field Phase ad esempio troveremo un tasto per l’attacco a distanza e uno per arrivinarci all’avversario, mentre nel passaggio alla Duel Phase gli stessi tasti saranno usati per i classici attacchi pesanti e leggeri. Ogni Pokémon è poi dotato di una forma potenziata (nel caso, ad esempio, di Charizard la sua megaevoluzione) che rende il personaggio più forte e gli permette di lanciare la sua super mossa. Prima di ogni incontro possiamo anche scegliere una coppia di Pokémon secondari da utilizzare come supporto. I Pokémon di supporto si possono evocare con un tasto, anche loro necessitano di essere “caricati” prima di poter essere evocati e hanno funzioni differenti, ad esempio possono curare, porre una distanza tra i due lottatori, attacare e così via. All’inizio di ogni round si può scegliere quale dei due pokémon di supporto si vuole usare.
In tutto ci sono 15 coppie di Pokémon di supporto e 14 lottatori, ai quali si vanno ad aggiungere come contenuto bonus Mewtwo e Shadow Mewtwo (sul quale torneremo più avanti). I lottatori non appartengono tutti alla classe lotta, ma spaziano, come specifiato in apertura, sia in dimensioni che abilità. Potremo quindi scegliere tra Blaziken (ispirato a Bruce Lee), l’immancabile Pikachu, Lucario, Gardevoir (che si può curare), Pikachu Libre (vestito da tenerissimo lottatore di wrestling), Braixen (disponibile solo Wii U e non nella versione arcade), Machamp (lento ma devastante), Gengar (che scompare e riappare, rivelandosi quindi non poco insidioso), Sceptile (velocissimo), Chandelure (lento e con braccia invisibili), Suicune (che attacca anche coi tentacoli posteriori), Weavile (piccolo, ma letale coi suoi artigli), l’amatissimo Charizard e Garchomp.
Se 14 lottatori vi sembrano pochi, bisogna però considerare che ognuno di loro sembra ben caratterizzato e dotato di mosse, abilità e attacchi completamente diversi dagli altri. Infine, come rivelato da Harada stesso, ogni Pokémon ha almeno una mossa o un’animazione ispirata ad uno dei personaggi di Tekken: ad esempio Pikachu ha una mossa che si conclude con l’uppercut tipico di Jin Kazama.
Per approfondire ulteriormente il gameplay esiste inoltre una componente che, in qualche modo, riprende la morra cinese degli elementi tipica dei pokémon: alcuni attacchi sono infatti contradistinti da un colore (blu, verde e rosso) e ognuno di questi para un altro ed è però debole al terzo. Per i maniaci della personalizzazione infine ci sono moltissimi elementi personalizzabili, dall’estetica degli allenatori alle abilità dei Pokémon che possono essere allenati tramite level up per la loro crescita.
Pokkén Tournament ha dunque molto da offrire, anche in termini di modalità: dal torneo, all’allenamento, dal multiplayer online a quello locale (disponibile in LAN o utilizzando lo schermo del GamePad e la tv, senza quindi lo split-screen) e per scoprire se riuscirà a tenerci impegnati a lungo (come sembra in grado di essere) non dovremo far altro che aspettare il prossimo 18 marzo. Un incentivo per giocarci dal day-one? Tutte le prime copie comprenderanno una carta amiibo che sblocca (una volta al giorno) Mewtwo Shadow nel vostro roster di personaggi.
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