Risale solo ad alcuni giorni fa la notizia secondo cui Nintendo avrebbe ufficialmente “promosso” Fire Emblem a sua saga di punta, al pari di Super Mario, Zelda e Pokémon. Si tratta di un traguardo mica da poco per una serie che fino a qualche generazione fa faticava a trovare il suo posto sugli scaffali occidentali e che con il precedente episodio ha addirittura rischiato di vedere il capolinea qualora non fossero stati raggiunti determinati standard di vendita. Fortunatamente i tempi cambiano!
A quasi un anno esatto dall’originale uscita nel paese del sol levante, giunge finalmente anche in Europa Fire Emblem Fates, per l’occasione suddiviso nelle due versione Retaggio e Conquista, le quali, contrariamente a quanto la logica comune vorrebbe, non sono lo stesso gioco in versione “Pokémon dai due colori” ma proprio due avventure distinte, due facce differenti della stessa, splendente, medaglia. Ma vediamo nel dettaglio i cosa consistono queste differenze e per la precisione cosa caratterizza la via del Retaggio e dell’Hoshido.
Presentando ancora una volta un mondo nuovo e totalmente slegato da qualsiasi altro episodio precedente, Fire Emblem Fates Retaggio narra le vicende del conflitto fra il despotico impero di Nohr e il pacifico regno di Hoshido, dal punto di vista di quest’ultimo. Al pari di Fire Emblem Awakening, al giocatore è data la piena capacità di plasmare da zero il proprio personaggio, Avatar che a inizio gioco si troverà confinato nel freddo e inospitale Nohr, impossibilitato dal lasciare il castello reale a causa delle politiche restrittive di Re Garon. Padre del nostro eroe fra le altre cose. La scusa ufficiale per iniziare l’avventura è tuttavia una missione di ricognizione presso il confine Hoshidiano, compito che porterà presto il nostro eroe a scoprire le sue reali origini e a prendere una volta per tutte la decisione di schierarsi contro la sua famiglia adottiva in favore di un bene maggiore: difendere Hoshido e i propri consanguinei ma soprattutto ristabilire la pace fra i due regni.
Senza andare troppo oltre su una trama che non lesinerà certamente su colpi di scena, i primi capitoli generali (comuni ad ambedue i giochi) e quelli passati schierati con l’Hoshido sono già un ottimo punto di partenza per analizzare la trama di Fire Emblem Fates Retaggio, una trama che come tradizione vuole verte principalmente su due temi molto cari alla serie: la difesa del proprio regno e dei propri cari. L’aria che si respira decidendo di parteggiare con l’Hoshido, infatti, non è molto diversa da anni e anni di avventure vissute nei panni di Marth, Eliwood, Ike e via discorrendo, il paradigma è sempre il medesimo di un regno in pericolo e un prescelto dai grandi poteri e il cuore d’oro in grado di sobbarcarsi, con il suo manipolo di fidati, l’intero esito della guerra. Nulla di particolarmente innovativo sotto questo punto di vista non fosse per gli occasionali scontri tra Corrin (questo il nome base del vostro personaggio) e i propri fratelli del Nohr che mirano a donare ad alcune missioni quel tocco di pathos in più dettato dal dover scendere a compromessi con le proprie scelte. Nel suo complesso comunque, la storia riesce a mantenere sempre vivo l’interesse e raccontarsi con modo, sopratutto se consideriamo che fra i due giochi, Fire Emblem Fates Retaggio è sicuramente quello meno innovativo e che più di tutti ci tiene rimanere in linea con i canoni di una tradizione a cui la serie risulta sempre molto ancorata.
Cercando di fare pieno onore al sottotitolo che porta dunque, Fire Emblem Fates Retaggio si propone come il capitolo ideale per tutti quei giocatori che hanno apprezzato il precedente Awakening per il suo narrare una trama aperta a tutti e al contempo cercare di avvicinare il maggior numero di utenti possibili a un genere da sempre ritenuto di nicchia, questo anche grazie alla semplificazione di alcune meccaniche di gioco che, col senno di poi, si sono rivelate ben più che riuscite.
la storia riesce a mantenere sempre vivo l’interesse e raccontarsi con modo, sopratutto se consideriamo che fra i due giochi, Fire Emblem Fates Retaggio è sicuramente quello meno innovativo
Abbandonato qualsiasi preconcetto di sadismo e bastardaggine, Fire Emblem Fates Retaggio si presenta come uno strategico a turni con una curva di apprendimento chiara e ben definita, caratterizzata da tutta una serie di novità in grado di renderlo un titolo appetibile a chiunque, alcune mutate direttamente dal capitolo precedente, altre completamente inedite. Una volta sul campo di battaglia, innanzitutto, è sempre bene ricordare che ogni truppa è unica e insostituibile: non esistono fanti, arcieri o maghi. Esistono persone, esiste Hinoka la cavaliera alata, Takumi l’arciere, Kagero la Ninja, Azama il Mago e via discorrendo. Ogni personaggio può vantare delle statistiche uniche, pregi, difetti ma soprattutto storie personali che andranno a intrecciarsi fra di loro e potranno concretizzarsi in un matrimonio in grado di generare nuove unità dotate delle migliori caratteristiche di ambedue i genitori.
Tradizione vuole che ogni unità persa fosse persa per sempre, ma come in Awakening prima di lui, Fire Emblem Fates Retaggio prevede la possibilità di poter giocare disattivando la morte permanentemente dei propri personaggi in modo da poter rientrare in possesso delle proprie unità perdute a fine capitolo o addirittura nel giro di pochi turni (la nuovissima “Phoenix Mode”). Un’opzione utilissima che permetterà anche a chiunque voglia godersi l’avventura in tranquillità ma che personalmente sconsigliamo per godere al meglio dell’esperienza di gioco così come è stata originariamente pensata. Affezionarsi ai propri compagni è già di per se un ottimo deterrente per non mandare alla sbaraglio le proprie truppe, ma se consideriamo inoltre che Retaggio propone un livello di difficoltà più che abbordabile, ecco che giocare a modalità classica diventa più di un consiglio: è un imperativo.
Infine, proprio in nome di questa accessibilità a tutti i costi, una caratteristica unica di Fire Emblem Fates Retaggio assente invece in Conquista è quella di offrire ai giocatori tutta una serie di scontri opzionali capaci di rifornire il proprio esercito con crediti ed esperienza extra in maniera analoga a quanto accadeva in Fire Emblem Awakening e The Sacred Stones.
Imparati ad apprezzare i pro e i contro delle varie unità anche in base alle circostanze, la varietà è come sempre assicurata da anni e anni di esperienza di Intelligent Systems sul campo. Laddove gli obbiettivi delle 20 e più missioni principali spaziano tutte dal classico conquista la base nemica, sconfiggi il loro capo o fai piazza pulita di tutte le unità nemiche, a cambiare è invece il modo in cui essi andranno portate a termine. La novità principale di Fire Emblem Fates Retaggio in quest’ottica riguarda l’introduzione di un nuovo tipo di caselle sulla griglia di gioco denominate “vene del drago”, le quali potranno essere azionate soltanto dal protagonista principale e permetteranno di stravolgere l’esito dello scontro mutando la morfologia del terreno o innescando particolari eventi come l’arrivo di elementi atmosferici da utilizzare a proprio vantaggio in base alle occasioni.
Oltre a ciò, a donare maggiore profondità all’azione ci pensa anche il rinnovato “Dual System” già apparso in Fire Emblem Awakening, opportunamente rivisto e modificato per l’occasione. Sovrapponendo due unità sarà ancora possibile muoverle all’unisono e con ciò godere di tutta una serie di bonus alle statistiche, solo che questa volta essi saranno prettamente difensivi e tali da non poter più permettere tattiche “simil Rambo” nelle quali un cavaliere con alto affiatamento con una maga potesse attirare e incenerire chiunque gli si parasse dinnanzi. Ora, affinché due truppe attacchino assieme è necessario che esse siano affiancate anziché sovrapposte, con tutte le conseguenze del caso qualora nel far ciò un fianco dovesse rimanere scoperto. Si tratta di un piccolo aggiustamento che permette di scatenare veri e propri assalti di gruppo sfruttando la reciprocità delle posizione dei personaggi, ma che di fatto costringe a pianificare al meglio i propri spostamenti sopratutto in vista del fatto che anche i nemici possono disporsi in coppie offensive e sovrapporsi (quest’ultima novità assoluta per la serie) laddove prima tendevano semplicemente ad accalcarsi senza senso logico.
considerando inoltre che Retaggio propone un livello di difficoltà più che abbordabile, ecco che giocare a modalità classica diventa più di un consiglio: è un imperativo
Al comando dell’Hoshido, la più grande novità di Fire Emblem Fates Retaggio, e Retaggio soltanto, sono le truppe inedite messe a punto dal team di sviluppo per questa versione, truppe che per una volta abbandonano i cliché tipici dell’Europa medievale per per abbracciare invece una più fresca e originale rosa di Samurai, Ninja e incantatori tipici del Giappone feudale; un toccasana non indifferente per una serie da sempre imbrigliata nei soliti stereotipi di cavalieri, barbari e chierici. Invero molte classi si rifanno ad equivalenti precedenti come il ninja che è praticamente un ladro potenziato o il samurai che si rifà al vecchio maestro di spada, nondimeno ciò ha comunque permesso a Intelligent Systems di diversificare ulteriormente i due eserciti, ma soprattutto i due giochi. Oltre a vantare un aspetto differente, le truppe Hoshidiane possono contare anche su tutta una serie di abilità apposite, alcune create ex-novo, altre riprese dai giochi precedenti che permettono loro di avvelenare lentamente le truppe nemiche (Ninja), diminuire la difesa avversaria dopo aver ingaggiato il nemico (Lanciere) o aumentare la propria capacità di schivata in fase di attacco (Samurai).
Conseguenza diretta dell’aumento delle classi totali è stato poi dover ridisegnare completamente il triangolo delle armi, dagli albori a oggi il primo e unico dogma di ogni Fire Emblem. Onde evitare di dove ridurre molte classi a semplici reskin di altre preesistenti, Fire Emblem Fates Retaggio introduce una nuova tipologia di arma e su di essa rielabora il vecchio circolo “spada batte ascia, ascia vince lancia e lancia trionfa su spada”. Stiamo parlando degli shuriken, le iconiche stelline Ninja utilizzabili da svariate classi Hoshidesi e che permettono di attaccare tanto a corpo a corpo quanto a distanza ma a costo di una potenza d’attacco generale inferiore.
Anziché rielaborare il triangolo delle debolezze alla luce delle nuovi armi, l’introduzione degli shuriken ha permesso di accorpare anche archi e tomi alla formula (che prima erano gestite separatamente), andando a costruire un ecosistema bellico tutto nuovo nel quale le magie non sono più deboli fra di loro ma, insieme alle spade, prevalgono sulle asce e gli archi, questi ultimi prevalgono sulle lance e gli shuriken che a loro volto risultano più efficaci contro le due armi del primo gruppo. Dopo anni passati a brutalizzare maghi a colpi d’ascia, si tratta di una novità difficile da assimilare, soprattutto per i più nostalgici, ma anche grazie alle chiare indicazioni a schermo in grado di riassumere perfettamente l’esito degli scontri e le prossime mosse che andremo ad effettuare, siamo sicuri che quella del team di sviluppo sia stata una scelta ben pensata al fine di regolare ulteriormente i combattimenti in vista di un utilizzo fin troppo aleatorio delle armi a distanza.
Molto discussa al suo annuncio ma ora molto più chiara è, infine, la decisione di eliminare la durabilità stessa delle armi. Anche in questo caso punto chiave attorno al quale si è sempre sviluppato il successo di Fire Emblem, l’utilizzo limitato delle armi è stato ora del tutto rimosso in favore di un più snello e vario sistema basato sui bonus e i malus delle singole: meglio scegliere una spada potente ma che abbassa la schivata o una dal maggior indice di doppio attacco che però è vulnerabile alle asce contro cui è normalmente forte? Questo fermo restando che per brandire le armi più potenti è sempre necessario prima imparare a destreggiarsi con quelle di grado minore e aumentare l’affinità dell’unità con esse.
Anziché rielaborare il triangolo delle debolezze alla luce delle nuovi armi, l’introduzione degli shuriken ha permesso di accorpare anche archi e tomi alla formula, andando a costruire un ecosistema bellico tutto nuovo
Rifinito e smussato praticamente sotto ogni suo aspetto, le novità introdotte in Fire Emblem Fates Retaggio non si fermano al solo sistema di gioco ma abbracciano a tutto tondo anche tutta una serie di elementi secondari che vanno ad arricchire ulteriormente l’offerta ludica anche fuori dal campo di battaglia. È questo il caso de “Il Mio Castello”, una funzionalità inedita che permetterà al nostro alter ego di costruirsi da zero la propria fortezza, vera e propria base operativa fra un capitolo e l’altro, all’interno della quale poter portare avanti i rapporti con i personaggi secondari, costruire negozi dove far compere, prigioni dove reclutare personaggi precedentemente sconfitti e ricevere tutta una serie bonus di varia natura al proseguire della storia principale. Il tutto liberamente adattabile al proprio gusto personale quasi a voler fare il verso a un piccolo Sim City in miniatura.
A rendere quest’ultima caratteristica ancora più interessante ci pensa inoltre la sua profonda integrazione con le funzionalità StreetPass della console, funzionalità grazie alla quale poter scambiare e visualizzare le informazioni relative agli altri castelli incontrati in modalità stand bye. Anche qui le opzioni disponibili sono molteplici: è possibile recarsi di persona presso gli altri castelli (in questo caso anche collegandosi alla rete) e fare acquisti, assoldare momentaneamente il personaggio di un amico, sfidarne le difese gestite dalla IA oppure ingaggiare una battaglia (solo in locale) alla vecchia maniera per decidere chi sia il più forte. Come se la campagna principale non fosse già abbastanza lunga, anche una volta visti i titoli di coda state pur certi che di cose da fare ce ne saranno eccome.
La cura infusa da Intelligent Systems nel rifinire ulteriormente un sistema di gioco già in grado di rasentare la perfezione ha dell’incredibile. E non tragga in inganno la semplificazione di alcuni elementi da sempre cardine della serie come il triangolo delle armi o l’usura delle stesse: tempo qualche ora per i campi da guerra dell’Hoshido ed essi vi sembreranno naturali come se ci fossero sempre stati. Per quanto riguarda il resto, invece, tutto sembra esser rimasto intonso e in linea con gli elevati standard qualitativi a cui Fire Emblem ci ha sempre abituati. L’attesa è stata indubbiamente lunga ma il risultato finale è stato in grado di ripagarla ampiamente: continuando sulla scia del rinnovamento della serie, Fire Emblem Fates Retaggio supera il suo predecessore sotto praticamente ogni punto di vista e consegna al giocatore un’avventura imperdibile. Siamo al cospetto di uno titolo imprescindibile per tutti i possessori di un Nintendo 3DS, talmente ben congegnato da riuscire fare breccia anche nel cuore di chiunque, anche chi ha sempre guardato con interesse al genere ma non vi si è mai avventurato convinto di non avere le doti o la pazienza necessarie da dedicargli. Bene, ora non avete più scuse: imbracciate le armi e preparatevi a difendere Hoshido, vi aspetta un viaggio appassionante in una terra lontana in compagnia di un manipolo di eroi unici che assieme vi faranno ridere, commuovere e riflettere per i mesi a venire. |