23 Feb 2016

Rocket League – Recensione

Da utilizzatore frenetico di Xbox One, l’attesa di avere Rocket League tra le mani ha finalmente ripagato. Avendo conquistato da subito le piattaforme PC e PS4, il successo sulla console di Microsoft era praticamente già annunciato, specialmente grazie all’enorme voglia da parte dei fan di vedere il gioco anche su Xbox One. Rocket League è una splendida vittoria, non solo per gli sviluppatori e per i giocatori, ma anche per il mondo underground degli sviluppatori indipendenti, che ora possono avere un idolo da adorare ed inseguire.

Lo sbarco su Xbox One è stato affidato al programma ID@Xbox, che permette da tempo ormai ai piccoli sviluppatori di avere i mezzi necessari per portare le proprie idee innovative su Xbox One e proporre i propri giochi ad una platea ancora più grande di giocatori. Un titolo come Rocket League non ha bisogno di essere un AAA, non ha bisogno di avere un prezzo esorbitante ed una grossa società alle spalle. Sono bastate la dedizione e la voglia di far bene a portare sul mercato un prodotto completo, estremamente divertente ed in continua evoluzione con nuovi aggiornamenti e una vasta gamma di personalizzazioni. Chiunque, anche colui che non può sopportare il calcio, è rimasto stregato dall’azione di queste velocissime macchinine, facili da comprendere, per un gameplay immediato, immersivo, divertente e mai noioso.

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Per chi ancora non conoscesse Rocket League, si tratta di un gioco in cui il calcio viene giocato in arene circondate da varie ambientazioni, dove però le protagoniste sono macchinine ampiamente personalizzabili, dotate di turbo e di sospensioni in grado di farle roteare in aria per svolgere le evoluzioni più fantasiose e mettere la palla in porta con la stessa fantasia di Maradona. Comprendere le basi del gioco è talmente facile che il divertimento parte subito e ci porta nel pieno dell’azione, grazie anche ai vari tutorial che spiegano il tutto, aumentando passo passo il tasso di difficoltà.

Macchinine che giocano a calcio: l’idea è talmente stramba, ma così ben realizzata che Rocket League è entrato di diritto nel cuore dei giocatori, arrivando anche vicino a vincere il nostro award come Miglior Gioco Sportivo del 2015. Un peccato che sia arrivato proprio FIFA 16 a spodestarlo, ma del resto è difficile battere un colosso del genere con una fanbase così radicata in Italia. Comunque, Rocket League si è aggiudicato con un distacco formidabile il premio di Miglior Gioco Indie del 2015.

Nonostante l’anima del gioco sia prettamente multiplayer, Rocket League propone fin da subito la sua controparte single player, perfetta per accumulare esperienza e imparare quali siano le mosse più efficaci per correre nelle arene. Avere a che fare con l’intelligenza artificiale è ovviamente meno entusiasmante rispetto al gioco contro avversari umani, ma permette di intraprendere un percorso di apprendimento fondato soprattutto sul tempismo dei salti e sulle tattiche da seguire. Le prime sessioni sono infatti monopolizzate da lisci clamorosi, vari autogol e l’imminente sensazione della sconfitta, ma è proprio qui che Rocket League tira fuori il primo asso dalla manica: perdere non è il massimo in un videogioco e spesso è davvero frustrante, ma in Rocket League la sconfitta regala ancora più voglia di giocare.

Macchinine che giocano a calcio: l’idea è talmente stramba, ma così ben realizzata da far entrare Rocket League di diritto nel cuore dei giocatori

Perderete il conto delle volte che penserete “Ok, questa è l’ultima, poi smetto.”. Sia in caso di continue vittorie che di immani sconfitte, la bramosia di una rivincita o di un nuovo match continua a salire, portando i vostri bulbi oculari alla cataratta giovanile.

Una volta capito come muoversi all’interno delle arene, il gioco potrà evolversi per avere anche un buon amico al proprio fianco. La modalità cooperativa in split screen fino a 4 giocatori è una specie ad alto rischio d’estinzione, ma che regala ancora attimi di puro divertimento, contornati da strategie poco efficaci, insulti gratuiti, colpi di fortuna ed esultanze poco raffinate. Giocare a Rocket League con un amico, o, più generalmente, con la possibilità di comunicare coi propri compagni, rende il tutto molto più immersivo, poiché si tenderà ad ostacolarsi di meno durante le azioni e a coordinarsi tra attacco e difesa.

Entrando in modalità multiplayer, è comunque possibile piombare nel gioco sempre con lo split screen attivato, quindi portando il proprio team già costruito alla ricerca del match compatibile. Una partita 4v4 è l’autentico caos, parola che appunto regala il proprio nome alla playlist: in questo caso la velocità dell’azione cresce esponenzialmente, ma è più facile delineare i ruoli di ogni giocatore come se fosse una vera partita di calcio. Restano ovviamente le altre modalità, da 1 a 4 giocatori per squadra. Se invece si vuole aggiungere un po’ di sana competizione al puro divertimento, sono disponibili anche playlist più avanzate, dove solo i veri professionisti sanno sopravvivere alle azioni devastanti degli avversari.

Non è necessario comunque fare i salti mortali per sbloccare le varie personalizzazioni delle auto. In base alla propria esperienza, mano a mano saranno disponibili sempre più vetture, con una quantità tale di accessori da abbinare che è praticamente impossibile trovare qualcuno con la stessa configurazione. Adesivi, vernici, cerchioni, cappelli e bandiere costituiscono il cuore della personalizzazione, talmente vasta da rendere difficile capire quale sia il capo d’abbigliamento più fashion per il proprio bolide.

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Il comparto tecnico di Rocket League era già ottimo e ben collaudato, sia per la splendida grafica che per la fisica delle auto e del pallone. Ogni scontro è registrato in modo ottimo e offre il proprio feedback visivo e sul controller in maniera impeccabile: solo nel caso in cui la connessione internet soffra di lag potremmo incontrare momenti di confusione, ma dal punto di vista esclusivamente tecnico non c’è nulla che Rocket League invidi agli altri giochi che fanno della fisica il loro punto forte.

La scocca lucente delle auto è riprodotta in modo da far rimbalzare tutte le luci che circondano l’arena di gioco, sempre e comunque in base al tipo di verniciatura scelta per il proprio bolide. Immancabili sono poi i fili d’erba sul campo di gioco, che lo rendono più dinamico e distruggono l’impressione di essere semplicemente su una lastra di metallo. Tutti gli elementi 3D e il gioco in generale sono insomma costruiti in modo da fare l’occhiolino a giochi più complessi e più costosi, magari addirittura meno divertenti.

La versione Xbox One, essendo l’ultima arrivata, gode inoltre di tutte le migliorie che PC e PS4 hanno ricevuto dal momento del lancio ufficiale: i server reggono bene la mole di giocatori e trovare una partita disponibile è questione di pochissimi secondi. Anche all’interno del match la connessione è molto stabile: rari sono i momenti in cui la partita viene rallentata da un’incertezza del server, escludendo ovviamente alcuni momenti di lag causati da giocatori con un ping talmente alto da far venire il dubbio che vivano su Plutone.

Rocket League è costruito in modo da fare l’occhiolino a giochi più complessi e più costosi, magari addirittura meno divertenti

Inevitabile è il confronto tra la nuova versione Xbox One e quelle PS4 e PC, dotate innanzitutto di cross-play per fare in modo che i giocatori possano giocare sulla piattaforma preferita. Xbox One resta purtroppo da sola, per il semplice motivo che non può esserci cross-play tra la console di Microsoft e quella di Sony: i giocatori hanno chiesto a gran voce di dare almeno la possibilità di giocare con gli utenti PC, ma anche questo è impossibile perché gli sviluppatori dovrebbero a quel punto includere in Rocket League due diverse gestioni del multiplayer online.

Tuttavia, questa versione di Rocket League non ha nulla da invidiare per quanto riguarda il comparto tecnico: come su PS4, il gioco gira ad una risoluzione 1080p per 60fps costanti, che scendono fino a 50 solo nel caso di una specifica arena, Utopia Coliseum. Rispetto alle immagini su PC, scompare l’anti-aliasing per dare maggiore stabilità al gioco, ma rimane la possibilità di inserire o disinserire il V-sync in base alle proprie necessità: togliendolo, il frame-rate risulta più stabile anche nell’arena dove il gioco ha qualche sobbalzo, ma il miglioramento è veramente impercettibile. Del resto, nell’azione del gioco, notare l’abbassamento del frame-rate da 60fps a 50fps è praticamente impossibile, sia su Xbox One che su PS4.

Arrivare ad una simile grafica anche su Xbox One è una buonissima notizia per la console di Microsoft, che dunque dimostra come gli sviluppatori possano, quando vogliono, svolgere lo stesso lavoro e le stesse migliorie su due console così diverse, senza però raggiungere ovviamente la potenza di un PC da gaming. Xbox Onetuttavia entra in gioco con due bonus rispetto alle altre versioni, poiché nel prezzo sono inclusi tutti i DLC usciti finora e, soprattutto, due auto esclusive tratte da Halo e Gears of War. Da non dimenticare è anche la personalizzazione del turbo in stile Sunset Overdrive, altra esclusiva Xbox One che ha inciso sugli elementi singolari di Rocket League.

Conclusioni

Rocket League è una così bella vittoria per il gaming in generale che è difficilissimo trovare qualcosa di negativo in un gioco così divertente e facile da comprendere. Anche dato in mano a persone che non hanno alcuna esperienza, bastano pochi minuti per lasciarsi assorbire dal fantastico gameplay diRocket League, fatto apposta per creare nel giocatore sempre più voglia di continuare.Mancava da tempo un gioco che si basasse interamente sul divertimento, senza andare a ricercare tecnologie troppo elaborate o metodi subdoli per strappare ancora più soldi dalle mani dei giocatori. Risulta arduo pensare ad un gioco recente che abbia saputo coinvolgere così tanto le persone e proporre partite sempre fresche e piene d’azione.

Il traguardo più importante per Rocket League è probabilmente il suo arrivo anche negli eSports, dove può veramente essere consacrato come uno dei giochi più amati del momento e portato ai vertici del professionismo. Rocket League è anche una validissima lezione per i veri big dell’industria videoludica, che spesso hanno lasciato da parte il divertimento per fare spazio alla sola bellezza del progetto.

Insomma, se proprio serve fare un paragone per capirlo, troppi giochi stanno diventando solo costosi e minuti piatti di cucina francese, mentre Rocket League è quella gloriosa ciotola di amatriciana che vi attende fumante in tavola, senza mai stancarvi.

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