Deus Ex Mankind Divided
08 Giu 2016

Deus Ex: Mankind Divided – Anteprima

Il futuro non è scritto, ed ha centinaia di possibili sfaccettature. Una di queste è rappresentata sicuramente dalla riuscitissima ambientazione distopica color nero ed oro di Deus Ex: Human Revolution, titolo di Eidos Montreal uscito nell’oramai lontano 2011. Il gioco ha segnato una tappa fondamentale per gli amanti dei giochi di ruolo cyberpunk, che hanno trovato nel protagonista Adam Jensen una figura carismatica e credibile, destinata irrimediabilmente alla popolarità videoludica. Quel mondo così realisticamente affascinante sta per tornare questa estate, con l’arrivo di Deus Ex: Mankind Divided. Ci siamo ritrovati a Milano, nella bellissima location allestita presso D-Loft, per provare questo nuovo gioco assieme al game director Jean-François Dugas.

Il Mechanical Apartheid

L’anno è il 2029, e gli eventi accaduti in Human Revolution hanno lasciato un profondo segno sulla storia del mondo. Una setta di oscuri figuri nota come “Illuminati” manovra governi ed economia mondiale all’insaputa di tutti. Alcuni di questi potenti burattinai hanno causato un incidente su scala mondiale, abusando di un chip di controllo inserito nelle protesi cibernetiche per costringere gli esseri umani potenziati ad attaccare ciecamente le persone “normali”. Il risultato è un disastro che è costato parecchie vite umane; tuttavia gli illuminati sono riusciti ad insabbiare il loro coinvolgimento, riversando la colpa esclusivamente sui possessori di arti artificiali.

Due anni dopo gli eventi narrati in Human Revolution, l’umanità è divisa. La speranza ed il sogno di un futuro migliore e prospero sono stati distrutti dalla paura e dall’emarginazione sociale. Le persone potenziate sono rinchiuse in ghetti, circondate solo da odio e dipendenti da una costosa droga (la neuropozyna) che evita che il corpo rigetti le protesi. ‘Essere un potenziato [in Mankind Divided] significa essere un emarginato, una persona esclusa in un mondo che la esclude.’ ci ha raccontato Jean-François Dugas, game director del gioco ‘Per strada le persone ti insultano, ti urlano contro o ti ignorano. È una specie di razzismo istituzionalizzato’. L’età dell’oro del miglioramento umano è finita con un incubo, e ci approcciamo a iniziare i nostri primi minuti di Mankind Divided con una generale sensazione di oppressione.

A tu per tu con il nuovo Deus Ex

Uno degli stage che ci ha colpito di più è senza dubbio quello ambientato a Golem City, una location poco fuori Praga, rifugio di Talos Rucker, leader dell’Augmented Rights Coalition, un’organizzazione pacifica per i diritti delle persone con protesi artificiali. Tuttavia l’ARC è stato screditato e strumentalizzato a causa di attacchi terroristici compiuti a suo nome. Rucker sa bene di essere un capro espiatorio al centro di una grossa cospirazione, e che il suo tempo è quasi scaduto. Infatti la Task Force 29, squadra di operazioni speciali anti-terrorismo dove milita Adam Jensen, viene mandata a prenderlo.

Deus Ex Mankind Divided
L’ARC era una associazione pacifica per i diritti delle persone potenziate, prima di essere bollata come gruppo terroristico.

Jensen è l’unico membro della Task Force 29 ad essere potenziato da protesi cibernetiche, perché le sue peculiari abilità lo rendono una macchina da infiltrazione e guerra perfetta. A proposito delle capacità del nostro protagonista, pare che le Sarif Industries (corporazione responsabile della trasformazione in cyborg di Jensen) abbiano nascosto incredibili tecnologie nelle sue protesi, che gli donerebbero abilità incredibili di cui non era a conoscenza in precedenza. Ci mettiamo subito all’opera per infiltrarci nella base ARC, prendendo dimestichezza con la oramai classica ruota delle armi, con la visuale in prima persona e con il sistema di coperture (ancora un poco macchinoso). L’ambientazione colpisce ancora una volta, la cura per i dettagli è notevole e Deus Ex: Mankin Divided promette di essere un’esperienza fantastica per gli amanti del cyberpunk. L’approccio alla missione da noi scelto è stato quello non letale, per evitare inutili perdite e scontri a fuoco fra i militanti.

Facciamo la conoscenza dell’arma da braccio tesla, in grado di sparare dalla mano sinistra di Jensen fino a tre colpi paralizzanti contemporaneamente (ma possono essere di più, dovessimo decidere di migliorare quella determinata capacità). L’uso di ogni potenziamento cibernetico consuma celle di energia, preziose risorse consumabili che dovremo stare attenti a non esaurire durante il gioco, pena l’inutilizzabilità del nostro arsenale hi-tech. Grazie alle capacità di hacking di Adam ed al suo potenziamento stealth (che ci permette di diventare invisibili), riusciamo ad evitare parecchi scontri. Tuttavia rimane impossibile non fare affidamento su di un’arma, come il fucile da cecchino armato a tranquillanti e dai colpi parecchio limitati. Sistemi di sicurezza a laser, droni e torrette automatizzate ci bloccano il cammino, e l’hacking è oramai l’unica via di uscita. La nostra lentissima e dolorosa avanzata viene però premiata dall’incontro con Rucker, che non ci considererà degli spietati assassini ma bensì qualcuno con cui poter conversare, nonostante l’ingrato compito di Jensen.

Deus Ex: Mankind Divided promette di essere un’esperienza fantastica per gli amanti del cyberpunk

Durante il dialogo con il boss dell’ARC, facciamo per la prima volta uso del CASIE, un acronimo per Computer Assisted Social Interaction Enhancer, un sistema di miglioramento delle interazioni sociali che ci permette di leggere il linguaggio del corpo e gli stati d’ansia o d’ira del nostro interlocutore. Il potenziamento ci permetterà di analizzare le risposte per scegliere la migliore e convincerlo delle nostre buone ragioni. Non vi diciamo altro per evitare spoiler, ma l’approccio alle interazioni sociali si conferma sicuramente un punto forte di Deus Ex: Mankind Divided. Procedere ad armi spianate è un’altra delle opzioni possibili per portare a termine qualsiasi incarico. Anche sotto questo versante Jensen è dotato di diversi accorgimenti per adattarsi al nostro stile di gioco, come le nuove nano-blades che possono essere lanciate a distanza ed inchiodano letteralmente il bersaglio al muro, o il potenziamento Titan che ricopre con un’armatura dermica il corpo del nostro protagonista per farlo avanzare fra i proiettili come un carro armato umano. Tuttavia nonostante la bontà delle novità proposte abbiamo notato che il comparto prettamente shooter è ancora piuttosto rigido e necessita sicuramente di qualche rifinitura, specie nelle battaglie più concitate, dove il sistema mostra ancora il fianco a qualche critica. Nota positiva la presenza di un sistema di personalizzazione delle armi e degli accessori, che darà sicuramente più spessore e carattere al nostro stile di gioco.

Un altro stage che abbiamo avuto il piacere di provare è invece ambientato a Dubai, in un resort abbandonato qualche tempo dopo l’incidente di Human Revolution. In questo setting mediorientale faremo i conti con un tentativo di trafficare illecitamente casse di armi, da sventare prima che i terroristi possano concludere la transazione. Anche qui è fondamentale la scelta dell’approccio di gioco, anche se possiamo affermare con sufficiente certezza che non esiste una decisione migliore di un’altra: affrontare i cattivi ad armi spianate o intrufolarsi silenziosamente sono due scelte che dipendono esclusivamente dal nostro personale punto di vista e che andranno a influenzare pesantemente la nostra esperienza con Mankind Divided.

Deus Ex Mankind Divided
Talos Rucker, carismatico ma insicuro leader dell’Augmented Rights Coalition.

Non solo Task Force 29

In Mankind Divided non sarà soltanto Adam Jensen a farci passare ore di divertimento in salsa fantascientifica. Sarà infatti presente direttamente nel disco di gioco una nuova modalità chiamata BreachQuest’ultima è qualcosa di nettamente differente rispetto a quanto visto in precedenza nella serie: si tratta infatti di un opzione di gioco esterna alla campagna single player, selezionabile direttamente dal menù principale del titolo. All’interno di Breach prenderemo le sembianze di un Ripper, ovvero un hacker che proietta un avatar di sé stesso all’interno di un sistema informatico complesso, in modo da interfacciarsi fisicamente con i database che intende violare. Ed è proprio ciò che dovremo fare, infiltrandoci nei server di grosse aziende da veri netrunner per sottrarre dati sensibili dai database degli illuminati.

In termini di gioco, Breach perde la patina “nero e oro” che caratterizza le avventure di Adam Jensen a favore di uno spigoloso e più colorato ambiente virtuale. Il gameplay prende qualcosa in prestito da Mankind Divided, come il gunplay e la visuale in prima persona, ma si concentra su un approccio decisamente più arcade. In questa modalità dovremo estrarre dei dati da determinati blocchi mnemonici all’interno dei server nemici, e per farlo dovremo evitare trappole, abbattere programmi di sicurezza con l’aspetto di guardie e così via. Questo aspetto ricorda un puzzle game, ed ogni livello completato ci darà dei “Punti Praxis” da utilizzare in seguito per acquistare potenziamenti e migliorie all’equipaggiamento. Questa modalità potrà essere giocata anche in compagnia di amici, aggiungendo di fatto la componente multigiocatore, cosa che prima d’ora non era mai stata fatta all’interno di un capitolo della serie. Breach si prospetta quindi come una ventata di aria fresca all’interno del franchise, e siamo curiosi di vederne la versione finale entro questa estate.

Il futuro di Deux Ex

Mankind Divided saprà sicuramente richiamare tutti gli appassionati di cyberpunk e dei precedenti capitoli della serie. Spicca sicuramente l’eccezionale comparto narrativo, che per questo genere di titoli è un fattore determinante. La storia dell’originale Deus Ex è probabilmente la cosa che è rimasta più impressa nella memoria dei giocatori, e gli sviluppatori di Eidos lo sanno bene. Hanno però deciso di partire da un punto cronologicamente più distante rispetto a quanto fatto con il primo, oramai leggendario, capitolo della serie. “Noi [di Eidos] avevamo la nostra visione di cosa Deus Ex fosse, e per me era davvero importante portare qualcosa di fresco e originale, che avesse il feeling del primo capitolo ma che fosse allo stesso tempo differente” dichiara Jean-François Dugas, game director di Mankind Divided “[…] La nostra storia sarà la stessa per ognuno di voi, ma, in base alle proprie scelte, ogni giocatore avrà la sua versione. Ognuno scriverà la sua storia”. 

Ogni storia che valga la pena di essere raccontata ha il suo forte personaggio centrale, e anche quella di Deus Ex: Mankind Divided non fa eccezioni: Adam Jensen è divenuto uno dei più popolari ed iconici protagonisti del mondo videoludico recente. “Abbiamo avuto la fortuna di creare un personaggio forte, e non è una cosa che capita tutti i giorni. Abbiamo messo passione e cuore [nella creazione di Jensen]. […] Era chiaro che sarebbe dovuto tornare. Avevamo altre storie da raccontare su di lui”. Mankind Divided sarà un’esperienza che porterà la vita di Jensen attraverso un nuovo punto cruciale nella storia umana, e, dopo due ore di gameplay, promette già di essere il seguito perfetto che i fan stanno aspettando dal 2011.


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