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20 Giu 2016

Steep – Anteprima E3 2016

Los Angeles – Tra i tanti generi videoludici lasciati a marcire nei meandri della memoria, spiccano indubbiamente quelli a base di skateboard e di snowboard, che prevedono sostanzialmente meccaniche molto simili alle tavole quattro-ruote-munite, solo che al posto dell’asfalto rovente c’è della soffice e bianca neve. Ancor più grave è invece la situazione degli sport invernali, che fanno capolino di tanto in tanto, giusto in occasione delle Olimpiadi. Cari sviluppatori, ma cosa vi han fatto i trick, le ossa rotte, il punk rock e gli shorts (o le tute da sci, a seconda dei casi)? Rant insensato a parte, i grossi publisher hanno effettivamente abbandonato l’ebrezza della discesa da una montagna o di un marciapiede (facciamo che Tony Hawk’s Pro Skater 5 non esista, almeno per un momento), EA non sembra volerne più sapere di un nuovo Skate, e salvo qualche software house indipendente (come i ragazzi di Poppermost Productions con il loro SNOW), anche sci e compagnia varia non vengono più considerati.

A colmare il vuoto lasciato da SSX e similia ci pensa Ubisoft con una IP nuova di zecca, mostrata sorprendentemente in pompa magna durante la sua conferenza E3 2016 come last but not least, al pari di un Watch_Dogs o un The Division: Steep rappresenta però, almeno nei piani del publisher, un notevole passo avanti nel genere, uno sguardo realmente next-gen alla concezione di sport estremi, il tutto nel nome della totale e completa libertà.

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Tra i punti di forza di Steep spicca infatti il suo mondo di gioco: le Alpi, con le loro vaste cime, le discese a perdita d’occhio coperte di neve, preziosa come l’oro per gli invasati di sci e snowboard, imponenti alberi e dune di ogni genere sulle quali sfoggiare la propria tecnica sopraffina. Un open-world in tutto e per tutto, ormai una vera e propria “mania” del publisher d’Oltralpe, ma che proprio con Steep promette di dettare i nuovi ritmi dei giochi sportivi. Invece di collegare un buon numero di piste tutte uguali, accessibili tramite noiosi menu e sottomenu, i ragazzi di Ubisoft Annecy hanno ben pensato di offrire un’esperienza a base di freeroaming, trick e botte di adrenalina. Il giocatore potrà esplorare liberamente ogni montagna (come il Monte Bianco… ma ci sarà anche l’Alaska!) e decidere come vivere il gioco: il mondo sarà perennemente connesso alla rete, e come nella realtà, troveremo e vedremo con i nostri occhi altri prodi amanti dello sport intenti a sfidarsi tra loro, e starà a noi decidere se unirci a loro, seguirli, studiarne le prodezze. La vera libertà risiede però nell’estrema fruibilità del mondo di gioco, e nella semplicità con cui è possibile viverne le molteplici anime.

Potremo infatti farci depositare in qualsiasi punto della mappa, un sistema a portata di click e privo di caricamenti, e dedicarci alle molteplici attività proposte, contrassegnate da bandierine di diverso colore, in base al tasso difficoltà (le nere saranno le più estreme e complesse) o alla tipologia di gara, in maniera semplice e molto intuitiva. A Los Angeles abbiamo provato unicamente gare a tempo e a checkpoint: se per le seconde c’era una traiettoria ben precisa da seguire, nelle prime l’importante era arrivare all’obiettivo entro il tempo prestabilito (scandito da tre diverse medaglie, oro, argento e bronzo), optando per il proprio tragitto e il proprio stile, azzardando percorsi alternativi a quelli proposti (tracciati da sfere che davano punti, seppur non sempre venivano afferrare precisamente), manovre al limite del folle e schivate all’ultimo secondo di questo o quell’albero. Un’assenza di limiti e imposizioni che non fa altro che stimolare la creatività del giocatore, e lo sprona a migliorarsi in tanti modi differenti. Al di là di quelle provate, ci saranno comunque sfide di vario genere, dai voli di prossimità agli slalom tra i boschi, pensate per scalare le classifiche mondiali e mostrare agli altri di che pasta si è fatti.

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A colpire indubbiamente è la possibilità di cambiare in qualsiasi momento la tipologia di “equipaggiamento”. Potremo infatti esplorare il vasto mondo di Steep utilizzando quattro diversi “strumenti”: dai più classici, come gli scii e gli snowboard, fino alla wingsuit e al parapendio. Se i primi due rientrano nei classi canoni del genere, con possibilità di saltare con il grilletto sinistro e realizzare trick tramite la levetta analogica e grilletto posizionati a destra (i controlli sono però ancora imprecisi e a tratti confusionari), rallentare e frenare al momento opportuno, e sfruttare ogni duna o salto per aumentare la velocità e infrangere ogni record, l’equipaggiamento “di aria” vi tornerà utile in fase esplorativa, potendo coprire vaste porzioni di mappa semplicemente prendendo la rincorsa prima di un dirupo o una rampa (naturale o meno). Per non parlare delle volte in cui vi salveranno la pellaccia, dopo una discesa presa un po’ troppo sconsideratamente, o in cui vi faranno godere dello splendido ambiente circostante, ancora sporco tecnicamente, ma sicuramente suggestivo, e perfettamente in grado di sorprendere il giocatore con finezze tecniche, a partire dalla precisissima scia lasciata sulla neve dopo ogni passo (potrete anche camminare liberamente, seppur con estrema lentezza), scivolata dopo scivolata.

Il tocco di classe, che altri non è che l’attività preferita di ogni amante degli sport estremi, è frutto della partnership con GoPro: ogni sciatore, snowboarder e wingusuiter che si rispetti porta sempre con sé una action-cam piazzata sulla testa, per filmare le sue prodezze e condividerle sui social network con fare strafottente. Ebbene, anche in Steep potremo catturare i nostri capolavori, gestendo il replay nei modi più disparati, bloccando l’azione sul più bello, magari in picchiata da un dirupo altissimo o nel bel mezzo di un bel trick di elevata complessità (abbiamo provato quelli base, non vediamo l’ora di sbizzarrirci con quelli più complessi). Altra finezza è la visuale in prima persona, perfetta per vivere in maniera ancor più immersiva le discese a rotta di collo o i voli in picchiata attraverso un traliccio o a due centimetri da un pino.

Steep rappresenta potenzialmente uno sguardo next-gen alla concezione di sport estremi

L’averlo presentato come “bomba finale” della sua conferenza E3 ci ha fatto comprendere quali siano i piani di Ubisoft: intende scommettere e tanto su Steep, e grazie ad esso, inserirsi in una nicchia da troppo tempo lasciata scoperta. Le buone idee ci sono, così come la volontà di proporre qualcosa di nuovo e potenzialmente vincente, ma al di là di sbavature tecniche e di altra natura, come quelle legate ai controlli (che non convincono ancora pienamente), c’è sempre il rischio di incorrere nei classici problemi che affliggono le produzioni col pallino del free-roaming, a partire dal fattore noia, perfettamente in grado di travolgere il giocatore come una valanga. Sulla carta, l’idea di poter esplorare liberamente imponenti montagne e approcciarle in molteplici modi, merito anche dell’estrema semplicità con la quale è possibile passare dallo snowboard alla wingsuit e viceversa, ci intriga un sacco, così come il mondo perennemente online: due elementi che, se ben implementati, saranno più che sufficienti a traghettare il genere degli sport estremi verso una nuova dimensione. Al contempo però, non sempre basta l’esagerata libertà a decretare il successo di un videogioco.

Non dovremo aspettare a lungo per sapere se la scommessa di Ubisoft con Steep otterrà i risultati sperati: è infatti previsto per PC, PS4 e Xbox One per il mese di dicembre di quest’anno.

E3 - 2016 - Anteprime