Alzi la mano, soprattutto tra i più “attempati”, chi non ha mai sentito parlare almeno una volta di Kick Off dell’intramontabile Dino Dini, il papà dei giochi di calcio e colui che ha ridefinito il genere dei videogiochi sportivi, diventando molto presto fonte di ispirazione nell’ambito dello sviluppo.
Il franchise Kick Off porta avanti una tradizione che ha sulle spalle 26 anni di esperienza, fin dal già citato primo titolo distribuito da Anco per Amiga e Atari ST nell’ormai (ma mai) tramontato 1989. Nel 1993 anche il suo sequel, Kick Off 2. Goal!, fu un grande successo, continuando ad appassionare i giocatori di tutto il mondo che ancora oggi si sfidano in tornei dedicati per decretare il più forte.
Dino Dini dopo un’esperienza da docente di programmazione di videogiochi in una nota università dei Paesi Bassi, ritorna a tempo pieno al lavoro su Dino Dini’s Kick Off Revival, pensato per gli appassionati storici ma anche per tutti quelli che non hanno avuto la grande fortuna di provare una perla videoludica capace di segnare l’infanzia di gente ormai più che adolescente. Vediamo come se l’è cavata.
Il punto di forza di Kick Off, conosciuto da noi con il nome Franco Baresi World Cup Kick Off, è sin dagli albori e senza ombra di dubbio la studiata fisicità della palla sul terreno di gioco. Ovviamente non è stato il primo gioco di calcio ad esordire sulle svariate piattaforme ai tempi d’oro: possiamo citare Microprose Soccer (Microsoccer) che, nonostante il suo discreto successo, non rappresentava una vera e propria innovazione in questi termini, lasciando in un certo senso la palla “ancorata” ai piedi del calciatore di turno. La straordinaria innovazione del Free Ball Physics introdotta in Kick Off ha permesso al giocatore di migliorarsi giorno dopo giorno soprattutto nel dribbling, nel passaggio e in una studiata strategia in campo.
Ma tutte queste premesse non fanno di certo presagire ad un miracolo. Bisogna dire con fermezza che la voglia di ritornare al calcio vecchia scuola è tanta ma non dobbiamo mai dimenticare il tempo che passa, e gli acciacchi dell’età si fanno sentire nonostante gli sviluppatori abbiano, in un certo senso, cercato di “svecchiare” il gameplay degli anni ’90. Ma procediamo per gradi e cerchiamo di esaminare nel dettaglio il titolo calcistico.
Al primo avvio quello che i giocatori non possono fare a meno di notare è un menù di gioco davvero scialbo con due sole modalità: Pratica e Gioco. Nella prima chiunque può pensare sia presente una modalità tutorial che introduce ai comandi, ma bastano pochi istanti per capire che non è così; bensì ci si ritrova dinnanzi a degli obiettivi da completare sul campo di gioco (segna con un cross, effettua un goal in scivolata e molti altri). La modalità Gioco è l’esibizione vera e propria, che comprende partite amichevoli, coppa europea e modalità online. Le possibilità di sfida consentono di affrontare la CPU in una partita amichevole della durata di 10 minuti (non modificabile) oppure un amico direttamente sulla stessa console. Nella coppa europea ci si ritrova semplicemente a disputare, dopo aver scelto la propria squadra preferita tra quelle a disposizione, un campionato europeo in tutta la sua “bellezza”.
Le squadre sono limitate ad una “brutta copia” della competizione Euro 2016 senza alcuna differenziazione statistica tra le varie nazionali: i calciatori in campo sono tutti uguali così come lo erano nel titolo originale, e non hanno niente di così caratteristico che consenta di distinguerli nel campo di gioco. I giocatori della nazionale italiana, ad esempio, hanno dei nomi buffi che fanno sorridere chiunque li legga (Ciri Immabile, Gianiluigi Booffon, Claude Marchesio e Simione Zeze), sicuramente dovuti dalla mancanza di licenze. Ad inizio partita non si ha nessuna possibilità di gestione della squadra, nessuna tattica, nessun cambio di schema, sostituzioni inesistenti e calciatori che non si infortunano.
Dino Dini’s Kick Off Revival tenta la formula vecchia scuola con numerose limitazioni
Il gameplay di Kick Off Revival è piuttosto semplice da descrivere: visuale dall’alto, movimenti con analogico sinistro e controllo di palla limitato ad un solo tasto con cui effettuare ogni tipo di azione tra cui passaggio, tiro, scivolata e qualche dribbling (se così lo possiamo definire). La scelta di limitare in questo modo tutto il gameplay, nel 2016, nonostante il titolo voglia trarre completamente la linfa del suo antenato, ci è sembrata un’operazione abbastanza azzardata: per effettuare un passaggio lungo o un cross alto bisogna lasciare lo stick analogico in modo tempestivo mentre si sta tirando, cosa che può interrompere l’azione di gioco. Avremmo gradito la possibilità di scegliere comandi moderni oltre a quelli presenti, soprattutto per coloro che sono abituati a compiere delle azioni utilizzando più tasti; ciò avrebbe permesso sia di preservare la natura originale del titolo che rimodernarla per i meno avvezzi. La configurazione utilizzata in questo Dino Dini’s Kick Off Revival sarebbe molto più adatta ad un joystick arcade vecchio stampo piuttosto che alla levetta analogica: a questo punto avremmo preferito che ci fosse stata la possibilità di muovere i calciatori con il D-Pad.
A descriverlo così sembra un gameplay rapido e d’effetto, adatto ad ogni titolo di videogiocatore. Non è così: Kick Off nasce come un videogioco calcistico molto ragionato, con delle meccaniche profonde e un approccio molto complesso, nonostante la semplicità apparente. Il gioco utilizza il “Free Ball Physics”, un sistema innovativo in cui il pallone non resta incollato ai piedi del calciatore e che rappresenta il vero fulcro, come già detto, di questo Kick Off Revival. I moderni titoli calcistici a cui siamo abituati utilizzano un sistema antecedente a Kick Off in cui compiere dei dribbling è abbastanza semplice, qui invece si ha la sensazione di non capirci niente e ritrovarsi ad inseguire costantemente il pallone.
Le prime partite confondono il giocatore, il quale non capirà bene come arrivare in porta, ritrovandosi spesso in uno stato di frustrazione tale da arrivare a lanciare il pad contro un incauto parente che sfortunatamente si trova a passare da quelle parti! La palla schizza in ogni punto del terreno di gioco ed è più il tempo in cui si effettuano le rimesse laterali che quelle in cui si tira. Correndo con la palla tra i piedi è molto arduo mantenerne il controllo ed è indispensabile fermarsi, cambiare angolazione e ripartire: ma questo inevitabilmente fa perdere molto spesso il controllo dell’azione. La sensazione di ritrovarsi tutti gli avversari addosso è sempre alta, i passaggi non sono precisi (quando si riescono a fare) e i falli vengono fischiati in modo casuale, soprattutto all’interno dell’area di rigore (ma guarda un po’?). Inoltre le scivolate storiche, che lasciano segni indelebili sul campo di gioco, sono completamente ingestibili, con possibilità di commettere un “autofallo”: possiamo atterrare un compagno e regalare un facile rigore alla squadra. Dopo aver faticosamente realizzato un goal, ciliegina sulla torta, il marcatore spesso si ritrova ad attraversare fisicamente la rete.
L’intelligenza artificiale, diciamocelo francamente, è a dir poco scandalosa: siamo d’accordo che il titolo trae ispirazione dalla vecchia gloria Amiga ma è inammissibile che nel 2016, anche sotto forma di Revival, l’IA non sia settabile e faccia delle papere a dir poco imbarazzanti. Ad esempio il portiere fa quello che vuole in campo e subisce dei goal addirittura da centro area, generando non poche frustrazioni soprattutto se si sta disputando un match online: perdere una partita per un errore non commesso personalmente non è mai divertente.
Lo sviluppo appare alquanto frettoloso: un’uscita forzata per cavalcare l’onda degli europei di calcio 2016
La grafica è tutto sommato passabile, texture pulite che mantengono uno stile grafico fedele ai predecessori e spalti che richiamano volutamente lo stile bidimensionale dell’epoca. Gli effetti sonori sono quasi del tutto inesistenti: mentre si è sul campo di gioco il pubblico interagisce solo quando si commette un fallo o si segna, dimostrando una sostanziale mancanza in questi termini. Certo questo è un male minore, tenendo a mente la natura del titolo, ma una maggior cura non avrebbe guastato. Molto simpatica la musica nei menù che ricalca il 16 bit in una veste moderna.
Il gioco online sembra essere abbastanza solido. Le nostre partite si sono concluse nel migliore dei modi, senza lag o disconnessioni improvvise. Il tutto risulta molto semplice, si ricerca la partita e e si inizia subito a giocare, senza infamia e senza lode. Al termine del match online, ci si ritrova nella schermata principale del gioco senza alcun tipo di statistica (tiri in porta, possesso palla, punteggio finale).
In Dino Dini’s Kick Off Revival è totalmente assente la modalità opzioni, che verrà implementata nei prossimi aggiornamenti insieme al supporto della lingua italiana (al momento il gioco è in inglese), cartellini gialli e rossi, attributi per i giocatori, nuove squadre e molto altro. La scelta di fare uscire un gioco incompleto e non curato nei dettagli non è stata una mossa molto azzeccata, nonostante l’impegno promesso nei prossimi mesi dagli sviluppatori di voler mantenere attiva l’attenzione su un titolo che al momento è incompleto. La domanda finale che ci poniamo è questa: oltre gli appassionati storici, chi mai potrebbe comprare un titolo che ricalca grossolanamente il “vecchio” gioco dell’89?
Questo salto indietro nel tempo non è tra i più riusciti. Poca innovazione, pochissime modalità, e un gameplay che non permette soprattutto ai più giovani di rimanere con pad alla mano per molto tempo. Gli appassionati storici forse riusciranno a trovare in Dino Dini’s Kick Off Revival un po’ dell’essenza dei tempi andati con qualche texture migliorata. I colossi di questi anni, chiamati FIFA e PES, purtroppo non lasciano scampo a questo prodotto che risulta essere fin troppo ripetitivo, abbastanza frustrante e ben lontano dalla sufficienza nonostante il prezzo di lancio non molto alto. Il titolo dei ragazzi di The Digital Lounge è un prodotto concepito malissimo e che fa acqua da tutte le parti, incompleto, senza modalità e privo di qualsiasi tipo di opzione (nonostante la promessa di nuove patch e contenuti in arrivo). Non siamo sicuri che coloro che ancora oggi si sfidano a Kick Off 2. Goal! possano trovare in questo Revival qualcosa di simile. Dino Dini’s Kick Off Revival può essere definito come un vino vecchio che solo in pochissimi potranno apprezzare, mentre per tutti gli altri c’è il rischio di ritrovarsi davanti ad un bicchiere d’aceto. |