Star Trek rappresenta, da oramai quasi cinquanta anni, uno dei paradigmi dello sci-fi classico in cui contatto con civiltà aliene e viaggi interspaziali rappresentano il terreno di fondo per una accurata discussione inerente i maggiori problemi del mondo contemporaneo. In quasi dieci lustri di onorata carriera abbiamo avuto modo di conoscere svariati equipaggi, dal Capitano Kirk al Signor Spock della prima Enterprise, al pelatone Jean-Luc Picard all’androide Data di Next Generation continuando a girovagare per gli angoli più disparati della galassia in compagnia di personaggi sempre nuovi, sotto l’egida del motto: “per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”. Ed è evidentemente mossi da questa affermazione che i ragazzi di Ubisoft hanno deciso di realizzare questo “Star Trek: Bridge Crew”, prima iterazione, o meglio prima tech demo, VR-Based ambientata nel popolare mondo creato da Gene Roddenberry. Presso il booth Ubisoft abbiamo avuto modo di indossare Oculus Rift e di entrare, per un quarto d’ora, a far parte dell’equipaggio più famoso di tutti i tempi: benvenuti sull’U.S.S. Enterprise!
Star Trek: Bridge Crew è una tech demo di pochi minuti (le sessioni di gameplay sono comprese tra i 15 ed i 30 minuti) realizzata al fine di dimostrare le potenzialità ludiche della piattaforma Oculus Rift che, nonostante sia già in commercio, può vantare ancora ben poche esclusive e, almeno fino ad ora, nessuna killer application atta a giustificare l’alto esborso per il dispositivo di realtà virtuale ideato da Palmer Luckey. La tech demo in questione ci metterà, insieme ad altre tre persone (tra cui il capitano), al ponte di comando di una nave della federazione, portandoci ad immedesimarci nel ruolo a noi preposto tra i quattro disponibili (Responsabile tattico, Timoniere, ed Ingegnere di bordo), al fine di gestire le attività di ordinaria routine di una qualsiasi nave federale presente nell’universo. Nell’hands on (o dovrei dire Heads on) fatto presso il booth Ubisoft ho avuto la fortuna di ricoprire il ruolo di responsabile tattico e di dover badare, in soldoni, a tutte le attività di interazione della nave con il mondo esterno, che si trattasse di attacchi o di semplici scansioni perimetrali. La missione che ci siamo trovati ad affrontare ci ha visti raccogliere una richiesta di soccorso da parte di una nave della federazione a pochi sistemi solari di distanza: una volta giunti in loco ci saremmo trovati a dover recuperare i superstiti di un attacco e a respingere, inoltre, l’assalto di una nave pirata nemica. Tralasciando le azioni che abbiamo dovuto compiere, nessuna di queste meritevole di menzione di onore, ciò che importa è l’utilizzo di Oculus Rift in ambito ludico: oltre al visiore, necessario per addentrarci nella trasposizione virtuale della nave della federazione, siamo stati dotati di due controller, ciascuno equipaggiato ad una delle nostre mani. Guardandosi attorno ci si trova in un mondo dettagliato ma non come spetterebbe ad un pc equipaggiato con una scheda grafica serie 10XX NVIDIA: ciò che ci ha colpito positivamente è invece la pressoché perfetta mappatura dei comandi. L’osservazione della plancia di comando, effettuata mediante torsione della testa, avviene senza latenze di alcun tipo e l’interazione con il pannello dei comandi è improntata ad una precisione millimetrica che ci ha permesso di impartire i comandi più disparati senza problemi di sorta. Abbiamo dunque potuto abbassare ed alzare gli scudi, per permettere il prelievo dei superstiti ma abbiamo anche potuto sparare siluri alle navi avversarie previa autorizzazione, da parte dell’ingegnere, all’utilizzo delle armi.
Ciò che ci ha colpito di questo Star Trek: Bridge Crew è l’implementazione di dinamiche cooperative in un ambito, quale quello della realtà virtuale, storicamente improntato all’isolamento più totale e alla fruizione solitaria di esperienze di gioco sempre più appaganti e, soprattutto, il successo nella realizzazione di una esperienza di gioco multigiocatore in ambito virtuale. Certo sarà difficile, almeno per i primi tempi, trovare ben quattro persone dotate del binomio PC VR-Ready/Visore Oculus Rift ma questa tech demo ha mostrato che, se debitamente gestito, anche il mondo del virtuale può essere occasione di aggregazione, andando dunque a svilire una delle tesi dei principali detrattori. Ignoriamo inoltre se questa tech demo verrà tradotta in gioco completo, magari con livelli generati proceduralmente, o inserito all’interno di un progetto di insieme più vasto, ma l’idea risultante da questo Star Trek: Bridge Crew fa ben sperare per lo sviluppo futuro e futuribile di una tecnologia attualmente acerba come la VR.
Anche il mondo del virtuale può essere occasione di aggregazione
Star Trek: Bridge Crew rappresenta il primo esperimento sociale in chiave VR, un esperimento che va a sdoganare il mito della VR come esperienza alienante, creando un quadro di insieme votato alla collaborazione più totale. Questa tech demo, per quanto povera di contenuti, ha mostrato quanto accurate siano le tecnologie di interazione garantite dal modello consumer di Oculus VR, seppur implementate in un ambiente grafico tutt’altro che appagante, a dispetto della pingue dotazione hw richiesta per poter fruire debitamente di questa esperienza ludica. Attendiamo dunque, fiduciosi questa volta, notizie su eventuali future evoluzioni di questo titolo.